A novembre, a pochi giorni dall’inizio del final table del prestigioso Main Event del Partouche Poker Tour, il mondo del poker era rimasto a bocca aperta per l’incredibile ed improvvisa squalifica di Ali Tekintamgac, vincitore nel 2010 del WPT di Barcellona.
Accuse gravi di cheating (truffa) sul suo conto con la collaborazione di alcuni finti blogger che gli avrebbero comunicato le carte degli avversari. Tutto provato, secondo la direzione del torneo, da filmati video compromettenti. Ma fino a che punto? Secondo la versione fornita da Ali non esisterebbero immagini contro di lui.
Il mistero rimane perché il giocatore tedesco ha presentato ricorso ad un tribunale di Parigi ed ha chiesto danni per 1.500.000€ alla nota catena francese Partouche. La prossima udienza sarà tenuta il 24 giugno ed i suoi avvocati hanno prospettato un possibile accordo tra le parti. “Rifiuterò – rivela – qualsiasi tipo di offerta. Voglio arrivare fino in fondo a questa vicenda”.
Troppi punti oscuri in questa vicenda, d'altronde durante la manifestazione francese a Cannes, sono successe cose poco chiare nei confronti di altri players stranieri: se avete dei dubbi chiedete referenze a Mustapha Kanit.
Il discusso Ali Tekintamgac si è presentato al Bellagio per il WPT Championship, dopo aver iniziato il day 1 con il passo giusto. A Las Vegas, dopo mesi di silenzio, ha deciso di raccontare la propria verità. La cosa strana in tutta questa vicenda è che le autorità francesi hanno deciso di non rinviarlo a giudizio per truffa. Nei suoi confronti non è stata aperta nessuna indagine, nonostante la denuncia degli organizzatori alle autorità competenti.
“Quando – racconta Ali - mi hanno comunicato la decisione è stato davvero scioccante. Una delusione profonda. Tutti abbiamo iniziato con uno stack di 30.000 e voglio che il Partouche Poker Tour mostri le immagini video di come sono riuscito a passare a 3 milioni di chips. Ho giocato per sei giorni e devono mostrare come ho giocato per tutto quel tempo”.
“La squalifica non mi è stata comunicata – racconta – appena terminato il day 6, bensì poche ore prima dell’inizio del final table. In questo modo non mi hanno dato il tempo di poter contestare la decisione. Partouche ha ricevuto una lettera di accuse da parte di giocatori tedeschi ed austriaci, un mese prima del tavolo finale. Penso proprio che non hanno preso alcuna decisione in base ai video ma solo per queste accuse da parte di altri players. Per me non hanno nessuna immagine in mano”.
Anche a Las Vegas l’attenzione è tutta su di lui: “Non riesco più a concentrarmi. Un ragazzo - conclude - al mio tavolo mi ha riconosciuto ed ha scritto online su di me. Il personale del casinò non fa che guardarmi a vista. I blogger ed i media seguono ogni mio passo. Mi sento nervoso per questa eccessiva attenzione”.