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Dan Cates: "Perché chi viene dagli heads-up ha successo anche ai tavoli normali"

Dan Cates appartiene al ristretto gruppo di professionisti che hanno effettuato una transizione vincente dall'heads-up ai tavoli 6-max e full ring. Il player statunitense ha infatti ottenuti ottimi risultati tanto ai tavoli di cash game (live e online), quanto nei tornei, dove ha accumulato 4.89 milioni di dollari.

Si può quindi dire che gli specialisti del testa a testa siano avvantaggiati quando si spostano ai tavoli normali? Oppure il loro successo deriva dall'essere semplicemente degli ottimi giocatori, indipendentemente dalla disciplina?

Dan Cates è convinto che sia vera la prima opzione: chi viene dall'heads-up ha una maggiore esperienza e soprattutto un'impostazione di gioco vincente. Lo ha spiegato in un recente video per il canale YouTube di Paul Phua.

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Dan Cates: perché l'heads-up ti dà un edge anche ai tavoli full ring

"In heads-up devi provare a vincere il maggior numero di piatti. Per questo motivo la prima valutazione che faccio è se l'avversario che ho davanti mi permette di vincere i piatti oppure si oppone alla mia aggressività. È un aspetto cruciale del testa a testa che mi ha aiutato moltissimo anche ai tavoli normali, perché in questo contesto i giocatori sono abituati a giocare con range molto forti e quindi si dimenticano che ci sono anche tanti piccoli piatti da vincere".

Successivamente, Cates ha sottolineato ulteriormente l'importanza di inquadrare subito l'avversario. Un'abilità che un huppista sviluppa molto più in fretta.

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"Un fattore importante nelle strategie preflop è determinare quanto sia loose o tight un avversario. Ma anche come risponde all'aggressività: è fondamentale capire se sia più propenso a 4-bettare, callare o a foldare alle 3-bet. In linea di massima preferisco sempre gli avversari inclini a chiamare le 3-bet".

Daniel Cates

La transizione dall'heads-up ai tavoli normali

Anche se ha vinto cifre da capogiro passando dai tavoli heads-up ai tavoli 6-max e fullring, Dan Cates ammette che la transizione non è stata semplice. Specialmente per quanto riguarda le thin valuebet, ovvero le puntate per valore effettuate con la consapevolezza che nel range di call dell'avversario ci sono diverse mani migliori di quella che stiamo valuebettando.

"La combinazione di mani in heads-up è molto più grande. Quando sono passato ai tavoli 6-max e full ring ho commesso molti errori perché in heads-up è giusto thin-valuebettare quasi sempre, mentre nei tavoli normali no. Ad esempio, quando c'è la possibilità di un colore sul board (e noi non lo abbiamo pur avendo un punto forte come una scala o un set, ndr), in heads-up ha senso thin-valuebettare perché è probabile che il nostro avversario abbia una coppia e chiami. Nei tavoli full ring questo discorso non è valido perché i range sono molto più stretti".

Dan Cates: l'heads-up resta il main game

Infine, Dan Cates ha voluto sottolineare che, per quanto sia diventato un regular dei tavoli 6-max online e full ring dal vivo, il suo grande amore resta sempre il testa a testa:

"A me piace giocare tante mani. Questo è il motivo per cui preferirò sempre l'heads-up. Puoi giocare ogni mano invece di stare seduto e foldare, che ne so, A-10 da UTG. Però oggi i tavoli full ring mi piacciono più di un tempo, perché l'action è tutta lì..."

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