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Marco Simoncini: “il downswing è il lato romantico del poker”

Tuttmarco-simoncinio può sembrare estremamente facile, se si guarda dall’esterno la repentina scalata alle vette del poker di Marco “iloozeallinz” Simoncini ma dietro al successo del coach di Pokermagia, c’è una dedizione totale al gioco, con sacrifici importanti e scelte difficili. Scopriamo il suo percorso, tra passato e futuro, in questa intervista esclusiva.

AP: La tua ascesa è stata fulminea, tutto è avvenuto in fretta: in pochi mesi sei passato da NL50 al NL400+. Puoi spiegarci il dietro le quinte di questo exploit ai tavoli di cash game?
MS: La mia è stata una missione: concentrazione assoluta sugli obiettivi e applicazione costante. Ho dedicato tutto me stesso per arrivare all’obiettivo primario, sacrificando molte cose della mia vita.

AP: Raccontaci la vita quotidiana di un grinder middle high stakes, nonché coach.
MS: Mi dedico molto all’attività di coaching che occupa circa 2/3 ore delle mie giornate, più naturalmente 5/6 ore di gioco suddivise tra la notte ed il giorno. Giocando cash non ho orari fissi.

AP: Per quanto riguarda lo studio del gioco?
MS: Generalmente analizzo subito le sessioni appena concluse ed approfitto della domenica per lo studio. Il mio è un lavoro molto attento nell’evoluzione del gioco.

AP: Veniamo alla tua attività principale di coach: l’errore che riscontri con maggiore frequenza nei players italiani?
MS: I più giovani hanno la tendenza a voler a tutti i costi arrivare in fretta, bruciando le tappe, giocando livelli troppo difficili. Questo atteggiamento li limita molto nella crescita del loro gioco. Non hanno la mentalità al sacrificio e per questo motivo non potranno arrivare in alto.

AP: Il talento non basta?
MS: Se il poker lo si interpreta solo come un passatempo, non potrai mai arrivare ai massimi livelli. Ci vuole un senso di responsabilità vero per poter arrivare al successo in questo gioco.

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AP: Iloozeallinz: spiegaci il significato del tuo nick.
MS: Significa "io perdo gli all in”. A questo nick ci sono affezionato da morire e l’ho scelto in contrapposizione a quello del mio amico Enrico "SuitedConnector" Fabrizi. E’ esattamente il contrario. Ho iniziato quando lui già giocava a poker e per questo, è sempre stato avanti a me. Il mio obiettivo è stato quello di riprendere Enrico e punirlo... Adesso – ride in maniera ironica - sono soddisfatto, posso cambiare nick…”.

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AP: Essere coach cosa vuol dire per te?
MS: E’ importante essere preparati per predisporre i ragazzi a livelli importanti. Mi aggiorno in modo continuo: devo essere in grado di portarli a vincere senza dare nulla per scontato. Lo studio è importante perché il gioco è in piena evoluzione. Stare seduti sugli allori sarebbe l’errore più grave. Non è detto che se io ho vinto in passato, posso essere un ottimo istruttore. Per questo non c’è nulla di scontato e solo il lavoro può pagare.

AP: Come vivi gli inevitabili downswing?
MS: All’inizio mi ponevo molti dubbi:  è dovuto ai miei errori? Il mio gioco sta regredendo? Con l’analisi continua ho capito che il downswing è qualcosa di naturale, correlato al gioco. Addirittura lo possiamo misurare. E’ la parte romantica del gioco.

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AP: Eh…romantica?!? In che senso?
MS: E’ il tramonto di una bella giornata. Anche il bello è destinato a finire e questa fine è segnata dai momenti di down. Anche se lotti comunque prima o poi arriva e lascia il segno. Una cicatrice che ti tiene con i piedi per terra quando vinci. Grazie a questi momenti, capisci il reale peso e valore dei soldi.

AP: Cosa vuol dire a 25 anni guadagnare certe cifre?
MS: Un ragazzo della mia età inizialmente potrebbe perdere la testa. Anche a me è successo in una prima fase. Se non dai il giusto peso ai soldi vinti può essere un problema. Ed invece, come dice Carlo (Carlo Ludovico "Mandrake" Bordogna, co-fondatore di Pokermagia, ndr), abbiamo la possibilità di andare in giro a mettere le bandierine. Noi abbiamo una grande fortuna e possibilità in un campo molto fertile, in un momento fertile.

AP: Se aumenta il livello di gioco, il campo rimane fertile?
MS: Il livello è cresciuto, come è aumentato il livello di pseudo professionisti, pseudo reg. Però noi abbiamo la mentalità di poter continuare a migliorare e fino a quando abbiamo questa forza e voglia nel studiare il gioco, possiamo andare avanti e mantenere un certo vantaggio. I top grinder dei middle high stakes devono continuare a crescere in maniera verticale: in questo modo manterranno sempre un margine.

carlo-mandrakeAP: Il segreto è quello di non fermarsi mai?
MS: Si, come la gazzella: deve correre sempre più veloce del leone. Il grinder non si deve mai fermare ma continuare ad aggiornarsi.

AP: Cosa significa per te Pokermagia?
MS: Una famiglia. Tra noi vecchi si è creato un rapporto molto bello che prescinde dal poker. E’ un legame di amicizia. E’ stata un’idea geniale dei fondatori che hanno dato una possibilità a tutti di avvicinarsi al mondo del poker anche a chi non poteva permetterselo.

AP: Hai iniziato con il tuo amico Enrico "SuitedConnector" Fabrizi. Ci sono altre persone che ti hanno aiutato nella tua carriera di poker pro?
MS: Per me Mandrake è un padre putativo. Carlo è una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto nella vita. E’ un fuoriclasse. Quando parlo con lui ho la sensazione di stare davanti a un santone indiano: ha un’aurea tutta sua. Mi ha aiutato molto soprattutto quando ho avuto, un anno e mezzo fa, un down pesantissimo. Lui mi ha convinto a non mollare ed abbiamo iniziato a sentirci quasi ogni giorno. Siamo diventati ‘pappa e ciccia’.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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