Cosa hanno in comune Vanessa Selbst, ormai unanimamente considerata come una delle giocatrici più forti nel mondo del poker, e Mike McDermott, il protagonista del film “Rounders” interpretato da Matt Damon nel 1998?
Apparentemente poco, a meno fino a quando non ci si rende conto che anche la pro di PokerStars sta studiando legge, e proprio come quel personaggio si è fatta le ossa nel mondo del poker a partire da club underground newyorkesi, quando giocare era tutt'altro che sicuro: “Anni fa questi locali erano piuttosto grandi, e poteva accadere che una settimana dopo averci giocato venivi a sapere che c'era stata una rapina, dove tutti avevano perso il proprio denaro”.
Stiamo parlando dei primi anni Duemila, quando la giocatrice statunitense era ancora sconosciuta al grande pubblico. Solo alcuni anni più tardi, nel 2008, diventerà famosa vincendo un braccialetto WSOP in un evento di Pot Limit Omaha, peraltro dopo averlo sfiorato in precedenza.
Curiosamente, dopo un successo tanto importante Vanessa abbandonò il gioco per quasi un anno, dedicandosi ai propri studi presso Yale, dove è ormai prossima alla laurea ma meno famosa di quanto si potrebbe immaginare: “E' l'unico posto dove non mi sia sentita la più intelligente intorno a me – rivela – alcuni dei miei compagni di corso lavorano per le elezioni presidenziali, o sono produttori di film, quindi essere una giocatrice di poker non è poi qualcosa di così speciale”.
Resta il fatto che ben in pochi hanno saputo guadagnare in carriera quasi cinque milioni di dollari come nel suo caso, sebbene aggrapparsi soltanto ai risultati sia per lei un errore: “Nel poker live tutti sono troppo condizionati dai risultati nei propri giudizi, basta un anno sottotono e c'è subito qualcuno pronto a screditarti. Quando si parla di No Limit Hold'em nei tornei dal vivo mi ritengo fra i migliori, e sebbene non sia così in altre varianti ho la fortuna di amare quella probabilmente più profittevole”.
Il fatto di essere una donna, e il fatto che non di rado alcuni giocatori anche in vista non si siano risparmiati commenti piuttosto sgradevoli a causa della sua omosessualità, continua a non scalfirla: “Il poker è un gioco meritocratico, alle carte non interessa né il tuo genere né le tue inclinazioni. Se gli altri vogliono parlare male di te lo faranno in ogni caso, ma spesso accade perché in molti sono invidiosi del mio successo”. E questo davvero non stentiamo a crederlo.