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Gioco e pubblicità: tra demagogia e soluzioni intelligenti

carlo-rienziSono 38 gli emendamenti presentati nell’iter di approvazione del Decreto Fiscale sul gioco pubblico, 5 le proposte di legge e un altro decreto, in via di approvazione, per la disciplina della pubblicità ma non sembra esserci all’orizzonte una misura realmente efficace ed equilibrata per arginare il fenomeno della ludopatia.

La sensazione è che le proposte non esulino dalla consueta demagogia politica, senza una conoscenza tecnica minima della materia. Progetti estemporanei dettati dalla moda del momento:  sparare a casaccio contro un settore che ha garantito solo nell’ultimo anno all’Erario più di 10 miliardi di euro. Siamo già in campagna elettorale?  

Il problema è che il Governo, sotto questa pressione mediatica e politica, potrebbe prendere decisioni dettate solo dalla fretta, con l’unico effetto di danneggiare le entrate fiscali, i livelli occupazionali del settore, senza però arginare il problema che sta alla radice.

Purtroppo lo Stato italiano non ha mai commissionato uno studio serio ed approfondito sulle dipendenze da gioco d’azzardo. Non si hanno cifre precise sulle persone affette da questa terribile malattia e non sono mai state elaborate stime credibili delle persone malate per ogni tipo di gioco. Su queste basi, come è possibile agire e legiferare se non si conosce il problema?

Si punta l'indice contro il poker online ma nessuno afferma che stiamo parlando del gioco con il più alto payout (percentuale del denaro scommesso che torna nelle tasche dei players), addirittura superiore al 97%. Tutti criticano il gambling su internet, ma in molti non sanno che online gli italiani spendono dal proprio pc, poco o nulla, rispetto a altri giochi: solo il 4%.

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In tutto questo caos mediatico generale, ci ha convinto l’intervento da parte dell’Avvocato Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori Codacons:  “Il fenomeno delle ludopatie rappresenta un’emergenza sociale. Bisogna tutelare i cittadini ponendo un limite agli spot e al proliferare di locali e sale adibite al gioco, che stanno sorgendo come funghi in tutta Italia”. In particolare Rienzi propone non solo di disciplinare la pubblicità ma “di indicare le probabilità di vincita per ogni singolo gioco, probabilità che devono essere affisse in modo ben visibile anche all’interno delle ricevitorie”.

Per anni nessuno si è ‘azzardato’ a parlare di probabilità e statistica applicata al gioco. Non c’è mai stata la volontà di informare ed educare i ‘consumatori’ ad un approccio intelligente ed equilibrato. C’è chi propone il ritorno al proibizionismo (“azzerare la pubblicità”) ma non è questo l’atteggiamento giusto per risolvere i problemi. Mai come in questo momento i consumatori hanno bisogno di informazioni oggettive.

L’oscurantismo per 50 anni ha solo favorito il proliferare delle bische, del totonero e di slot truccate e scollegate da qualsiasi tipo di rete se non quella illegale.

Il percorso difficile e non privo di ostacoli e difficoltà, compiuto in questi anni dai Monopoli di Stato è quello di portare alla luce il gioco occulto, con benefici per tutti. Nessuno si è inventato nulla: gli italiani hanno sempre giocato e sempre lo faranno, a prescindere dalle leggi in vigore. Per questo motivo sarebbe importante educarli nell’approccio e controllarli con equilibrio ed intelligenza.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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