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PKR vende il software: il poker 3D non muore mai... mentre PokerStars dà $2 milioni per 60.000 players

La sorprendente bancarotta di PKR apre scenari fino a poco tempo fa impensabili: sembrava la fine per il poker online tridimensionale, con un grave danno anche per l'immagine del settore (pensiamo solo ai bankroll dei giocatori che non erano più garantiti).

Per fortuna, come noto PokerStars si è impegnata a rimborsare circa 60.000 players di PKR, evitando così l'ennesimo scandalo finanziario nel mercato a danno dei giocatori.

Il noto software 3D di PKR

Un atto che preserva l'immagine  del settore, costato però quasi 2 milioni di dollari secondo quanto riferisce PokerIndustryPro. In cambio PokerStars ha ottenuto il database. In parallelo Rational Group ha acquistato anche brand e dominio per favorire le operazioni di rimborso ai clienti.

E il software vero punto di forza della vecchia room? La gaming company maltese VideoSlot ha concluso l'operazione di acquisizione pochi giorni fa.

"L'accordo garantisce a VideoLots i client per PC, Mac, IOS e Android. Sarà la base del prodotto poker da lanciare il prossimo anno" così recita un comunicato stampa di giovedì scorso.

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In questo modo, l'esperienza del poker 3D è salva sul mercato real money.

PKR è il classico esempio di quanto sia importante la condivisione della liquidità nel poker. Per ovvie ragioni tecniche, PKR è stata una piattaforma indipendente per gran parte della sua storia, rappresentando durante il boom del poker una piccola nicchia di mercato (quella dell'online con grafica tridimensionale), senza però mai fare il salto di qualità a causa proprio di una liquidità limitata con un pool ristretto. Fallimentare l'esperienza nel mercato legale italiano, con pochissimi giocatori.

Ma proprio quando nel mercato sta emergendo un trend forte più orientato ai giocatori amatori ("amateur friendly") che ai grinder, la room è caduta in una crisi finanziaria importante. Con il calo di popolarità del cash game in generale, nel 2016 PKR è stata costretta a rinnegare le iniziali scelte imprenditoriali ed accedere al network internazionale di Microgaming utilizzando la tecnologia di Babelfish di MPN, ma il pessimo stato finanziario della room era oramai irreversibile.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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