L'altro ieri parlavamo insieme a Isidoro Alampi della situazione normativa del poker live in Italia, con alcune valutazioni e proposte da parte del presidente FIGP che sono destinate a far discutere. Riprendiamo oggi partendo dalle cause che hanno portato all'attuale empasse legislativa.
Assopoker: Dicevamo delle molteplici cause che hanno portato tutte allo stesso risultato. Tu tiri in ballo anche AAMS, gli operatori...
Isidoro Alampi: Sì, sono tutti corresponsabili dell'enorme quantità di tempo perso. Voglio dire, la prova di tutto è il regolamento proposto da FIGP ad AAMS, stato presentato 2 giorni dopo il famoso 9/9/09.
Era stato accolto con favore, esaminato approfonditamente ma bloccato da qualche interesse non soddisfatto dalla chiave sportiva che avrebbe avuto il settore, e così abbiamo perso due anni a cercare qualche cavillo che consentisse un utile di settore più elevato (ovviamente con utile non intendo il montepremi da restituire ai giocatori)
AP: Pensi che il problema di ordine pubblico (infiltrazioni criminali e non) sia superabile, sia a livello di immagine presso la politica che sostanziale?
Isidoro Alampi: i problemi di pubblica sicurezza sono analoghi al restante comparto giochi. Purtroppo ne sentiamo e leggiamo spesso, l'unico vantaggio del nostro settore è che non sviluppa certo gli utili delle scommesse o di altri giochi d'azzardo e quindi poco appetibile alla criminalità. Per contro, vista la struttura della normativa, è quasi sicuro che le sale saranno multidisciplinari.
AP: Cosa intendi quando parli di qualche interesse non soddisfatto dalla chiave sportiva che avrebbe avuto il settore”?
Isidoro Alampi: Il regolamento proposto da FIGP ad AAMS (in buona parte fatto proprio da AAMS, a quanto mi risulta) prevedeva sia la gestione commerciale del settore, quindi le sale professionali in concessione di stato, che l'associazionismo a fini sportivi.
Tutto ovviamente sarebbe stato sotto controllo AAMS così come avviene per l'online, con software di collegamento ai sistemi di controllo. Questo progetto era imperniato sul principio che ha fatto diffondere così in fretta il poker sportivo in Italia e - scusami l'inciso - di cui FIGP è stata sempre assoluta protagonista.
AP: Ribadiamolo allora.Isidoro Alampi: Cioè che la formula sportiva servisse ad attrarre il più grande numero di giocatori che poi una volta conosciuto il gioco e le dinamiche dello stesso, potevano rivolgersi a strutture professionali molto diverse.
AP: Ciò cosa avrebbe comportato, nei fatti?
Isidoro Alampi: Nel dettaglio, l'associazionismo avrebbe fatto solo poker sportivo, con formule diverse dai premi in denaro diretti e con un limite fisso di buyin, mentre nelle sale dei concessionari ci sarebbero stati i premi in denaro diretti e buyin proporzionati all'online con previsione di cash game.
AP: Oggi invece si ipotizzano scenari diversi, appunto con ipotesi di cash game come traino economico delle attività di sala.
Isidoro Alampi: Naturale, viste le esigenze di business dei concessionari, che devono per forza realizzare utili di settore. Altrimenti gli investimenti necessari per le concessioni e le sale non avrebbero ragion d'essere. Se mi passi il paragone è molto simile alla storia del live vissuto in passato
AP: Dove vuoi arrivare?
Isidoro Alampi: FIGP è sempre stata unicamente sportiva, altri network/federazioni che miravano agli utili hanno lasciato molto presto il live per dedicarsi ai più redditizi eventi nei Casinò. Non che io abbia niente in contrario contro il business, ma è fondamentale essere chiari con i propri associati. Adesso noto un ritorno verso il live di qualcuno di loro, anche se sempre orientato al business. Sicuramente non ci annoieremo quando il settore finalmente ripartirà.
AP: Tra parentesi, se non ricordo male, anche tu in quanto a tornei nei casinò hai fatto qualcosa di importante nell'ultimo anno...
Isidoro Alampi: Il WPT di Venezia 2011. Capisco il tuo riferimento ma non è assolutamente incoerenza. Il WPT non è stato organizzato da FIGP ma da me personalmente, il marchio della federazione non è mai apparso. Semplicemente uno storico e prestigioso circuito voleva rivolgersi - per il suo vero debutto in Italia - ad una organizzazione professionale che garantisse gli standard elevatissimi del marchio, realizzando un successo tale da poter creare un evento ripetitivo. Non potevo assolutamente non accettare questa sfida e, visti i risultati record, è stata vinta abbondantemente.
AP: Beh, quest'anno il torneo ha fatto registrare un netto calo però...
Isidoro Alampi: Con una punta di sana immodestia, mi permetto di precisare che quest'anno non sono stato io l'organizzatore!
AP: Hai fatto accenno al passato, parlando di FIGP e di altri soggetti. Ma ci sono lezioni che hai imparato da quei trascorsi e dalle divisioni tra federazioni?
Isidoro Alampi: beh più che lezioni diciamo che ho confermato le impressioni sempre avute. Con Luca e Claudio Pagano abbiamo iniziato assieme, poi le strade si sono divise e ricongiunte più volte, e il loro successo nell'organizzazione di grandi eventi è innegabile, così come a FIGP hanno sempre riconosciuto il lavoro di Federazione.
Poi ci sono stati una miriade di network minori e piuttosto marginali, da IR che almeno ha avuto sbocco in eventi da casinò ad altri circuiti locali che sono spariti piuttosto in fretta.
AP: Beh, quest'anno il torneo ha fatto registrare un netto calo però...
Isidoro Alampi: Con una punta di sana immodestia, mi permetto di precisare che quest'anno non sono stato io l'organizzatore!
AP: Ok, ora ho una curiosità su FIGP: in questo periodo avete continuato a far pagare tessere ed affiliazioni?
Isidoro Alampi: Assolutamente no! Dal 9/9/2009 abbiamo interrotto l'attività sportiva e quindi non vi era ragione di richiedere alcun pagamento. FIGP è no profit, nessuno vive coi fondi della Federazione.
AP: Tornando alle vecchie storie, mi par ci capire che non c'è speranza di vedere le vecchie fratture sanate...
Isidoro Alampi: No, voglio essere più chiaro: le "lotte fra sigle" come si intendevano in passato in realtà non ci sono mai state. Abbiamo parlato fra di noi cercando – e spesso trovando – degli accordi di massima. Quello che veniva percepito come scontro, in realtà era solo un'accesa dialettica campanilistica.
AP: Ora mi vorresti dire che siete sempre andati d'amore e d'accordo?
Isidoro Alampi: No, certo che no, ma non vorrei ci sfuggisse il punto chiave.
AP: E sarebbe?
Isidoro Alampi: E' vero che non siamo riusciti a creare una sovrastruttura in grado di legare tutti, anche se ci ho provato a più riprese. Ma col senno di poi, devo considerare che qualsiasi struttura avessimo organizzato sarebbe stata millesimale rispetto all'importanza delle "sette sorelle del gioco" in Italia. Sicuramente avrebbe potuto avere più visibilità con la stampa, questo sì, ma nei confronti delle istituzioni sarebbe stato sempre e comunque un ruolo insignificante.
Certo, qualora si partisse, i requisiti per le sale che ospiteranno il campionato saranno strettissimi. Ci dovrà essere personale professionista formato da istruttori qualificati. Certo non credo sia sufficiente svegliarsi la mattina e sbandierare standard ISO..
AP: Credi che un organo terzo e credibile che porti avanti le esigenze dei giocatori sia possibile? Una sorta di sindacato, intendo, che inglobi anche le tutele riguardo alle questioni dell'online
Isidoro Alampi: Ancora i giocatori italiani non sono maturi a tal punto da seguire un'organizzazione di tipo sindacale. Più che un sindacato, quello che servirebbe in Italia è qualcosa di analogo alla PPA (la poker player alliance americana, ndr) che faccia azione di lobbying, ma prima che questo si verifichi ci deve essere la reale incidenza degli utili del comparto poker sul bilancio dello stato, e soprattutto che si facciano carico della rappresentanza i giocatori più famosi a livello nazionale . Questi ultimi però ... sono comunque legati a degli sponsor, e quindi ben difficilmente potranno far valere le ragioni dei giocatori nei confronti dei loro stessi datori di lavoro. Anche qui ... la quadratura del cerchio è un'impresa ardua.
AP: Nessuna soluzione quindi?
Isidoro Alampi: La Federazione potrebbe essere la soluzione di tanti problemi, ma il passaggio fondamentale è ancora lontano. La chiave di volta sarà il riconoscimento della Federazione, che sia da parte del CONI (difficile) o di AAMS (più probabile). Sarà sicuramente quello il punto di svolta, ma la strada è ancora lunga e il nodo cruciale sarà la comprensione delle differenze fra il live e l'online.
AP: Cosa intendi con quest'ultimo concetto?
Isidoro Alampi: Il compito terzo della federazione sarebbe principalmente l'autorità sportiva regolamentare. Online il software è matematico, non ci sono interpretazioni o errori e tutto è standardizzato. Portare tale standardizzazione sul live è tutto un altro paio di maniche (formare i dealer, floorman, TD, gestori di sala etc). Il gioco dovrà avere regole certe in modo indipendente dal luogo o dal marchio che lo gestisca, e questo si può fare solo con una autorità centrale che, a mio modo di vedere, non può essere direttamente AAMS, a meno che non voglia creare una divisione apposita.
AP: Grazie per la lunga chiacchierata, Presidente. Attendiamo news sulle prossime iniziative di cui ci parlavi.
Isidoro Alampi: Grazie a te e ad Assopoker. Speriamo di farvi avere buone nuove presto!