William Reynolds, giocatore che fra poker online e tornei dal vivo ha vinto in carriera circa tre milioni di dollari, ha recentemente rilasciato alle WSOP un'intervista al vetriolo, dove non manca di attaccare Annie Duke, Jean-Robert Bellande e Phil Ivey.
Lo statunitense ha parlato senza peli sulla lingua ai microfoni di Quadjacks.com, accusando la Duke di essersi rimangiata la parola dopo che il freeroll da un milione di dollari promesso per la Epic Poker League non è mai stato disputato, e additando Jean-Robert Bellande come un giocatore terribile, per quanto divertente.
Il commento più duro però Reynolds lo ha riservato a Phil Ivey, colpevole secondo lui di non essersi esposto abbastanza dopo lo scandalo che ha travolto Full Tilt Poker: “E' vero che da quel che sappiamo non era a conoscenza di ciò che stesse accadendo, ma è pur sempre il giocatore di poker che tutti amano, avrebbe dovuto prendere una posizione più netta. E' il nostro eroe, ma non ha la personalità adatta per essere anche la voce in grado di rappresentarci”.
William dice lo stesso di tutti coloro che, pur avendo goduto in passato di contratti importanti con Full Tilt Poker, hanno preferito in qualche modo defilarsi, senza neppure sentirsi in dovere di fare dichiarazioni pubbliche, a suo avviso in qualche modo dovute.
Secondo Reynolds, la sola persona che ha avuto il coraggio di esporre le proprie idee anche su argomenti controversi è stato Daniel Negreanu, che del resto ha sempre dimostrato di tenere al ruolo di “ambasciatore del poker” ben più di Ivey.
Quello che insomma sostiene Reynolds appare sostanzialmente condivisibile alla prova dei fatti, ma è altrettanto vero che essere il giocatore più forte al mondo non implica necessariamente accollarsi gli oneri dell'eroe senza macchia: se insomma nel poker esistono ancora dei samurai, questi di certo non sembra essere Phil Ivey.