L'idea di Phil Ivey che si lascia intervistare è in genere qualcosa di assimilabile al passaggio della Cometa di Halley, quanto ad eccezionalità. Eppure stavolta Nolan Dalla è riuscito a piazzare il colpo, con una lunga intervista al super-pro che è possibile leggere sul sito wsop.com.
Dalla, che è Media Director delle World Series Of Poker, ha dunque coronato il lungo inseguimento a colui che è considerato il più grande giocatore di poker al mondo e, fra le tante domande che rivolge ad Ivey, alcune riguardano proprio la questione sull'essere e/o sentirsi il migliore di tutti.
Operiamo qui una sintesi di alcune delle più interessanti domande e risposte fra Nolan Dalla e Phil Ivey, in una intervista che si è tenuta poco dopo l'uscita di quest'ultimo dall'event #58 six handed da 10.000$.
Nolan Dalla: Sei appena uscito dal 6-max Championship. Cosa ti passa per la testa in questi momenti?
Phil Ivey: Cosa mi passa per la testa? Beh, penso a come ho giocato. Penso a tutte le mani che ho giocato lungo il torneo e a come avrei potuto giocarle diversamente. Sai, in genere mi ci vogliono 10-15 minuti per riprendermi, in relazione all'importanza del torneo, a come sto giocando e come mi sento.
Dalla: Hai usato la parola "riprendermi" (il termine in inglese è "recover", ndt). Lo intendi in un'accezione di disappunto o di contestualizzazione del tipo "avrei potuto giocare così e così"?
Ivey: Sempre in termini di disappunto. Ogni torneo che gioco io cerco di vincerlo. Perciò, quando vengo buttato fuori la sensazione è sempre quella della delusione.
Dalla: Ok, quando tu esci da un torneo da 1.500$ o 2.500$, è come per un comune mortale perdere 50$. Mi chiedo, dove sta la delusione se puoi sederti subito dopo a un altro torneo simile?
Ivey: Perchè voglio vincere ogni torneo al quale mi iscrivo. E' questo il principio di fondo. Voglio dre, mi siedo, cerco di vincere e quando non accade rimango deluso. Sono fatto così.
Dalla: Ti arrabbi mai con te stesso dicendoti "non dovevo fare questo o quello" oppure "quella mano l'ho completamente sbagliata"? Per tutti sei il miglior giocatore di poker al mondo, ma anche i migliori ogni tanto possono sbagliare, o no?
Ivey: Sì, io commetto un sacco di errori.
Dalla: Parli sul serio? Un sacco?
Ivey: Boh, ci sono mani dove avresti potuto bettare una size diversa, o hai re-raisato quando non dovevi, o checkato quando dovevi bettare...C'è un mare di errori che si commettono ad ogni sessione, e questo vale anche per me. Ciò che distingue me da un sacco di altri giocatori è che so riconoscere gli errori quando li commetto. Molti invece non lo fanno, e questo è un fattore chiave per migliorare il tuo gioco.
Dalla: Che mi dici degli altri buoni giocatori? Tu riesci a stare su un livello superiore. Cosa fai per raggiungere questo? cosa fai di diverso da loro?
Ivey: Non so, è difficile rispondere. So di essere fortunato ad avere talento per il poker. Gioco tanto, mi alleno un sacco, sono un privilegiato. Non so davvero cosa facciano gli altri, quindi non so dirti se e perchè faccio qualcosa di diverso. Io mi alleno di continuo, penso al gioco per tutto il tempo cercando di migliorarmi.
Dalla: Non esistono momenti in cui non pensi al poker?
Ivey: Certo che ci sono. Quando gioco a golf o pratico sport, quando guardo film o passo del tempo con la famiglia o gli amici, allora non penso al poker. Ma il resto del tempo penso costantemente al poker, a modi diversi di giocare le mani, alle espressioni della gente quando ci gioco contro e cose di questo genere.
Dalla: Parliamo della tua assenza dello scorso anno. Ti è mancata l'eccitazione del gioco o il sostegno di pubblico ed amici?
Ivey: Mi è mancato tutto, delle World Series of Poker. Amo questi tornei, mi sono mancati e non vedevo l'ora che arrivasse quest'anno per poterli giocare nuovamente.
Dalla: Sei tornato alla grande, con una enorme fame di vittorie come un leone appena liberato dalla gabbia. Sei stato letteralmente distruttivo con 5 tavoli finali in appena due settimane, che è qualcosa di assurdo. Ti sei reso conto di quanto è impressionante quello che hai fatto?
Ivey: Sì, non so se è stato fatto già da qualcun altro, ma sono orgoglioso di esserci riuscito. Sarebbe stato bello vincere 5 eventi in 2 settimane, ma le cose sono andate diversamente.
Dalla: Pensi che l'assenza del 2011 abbia fatto bene al tuo gioco?
Ivey: Non credo abbia fatto bene po male. Gioco a poker da una vita, e in questo senso un pò di male lo fa per forza. Quando giochi a poker devi stare sul pezzo, specialmente se giochi con quelli forti. Così, quando torni a giocare dopo un anno di assenza affronti gente che ha giocato tutto l'anno e ha fatto continui aggiustamenti a cui ti devi abituare in fretta, capire i loro ragionamenti. Il poker è un gioco cangiante, mai uguale a se stesso. I giocatori bilanciano e aggiustano in continuazione per sorprendere gli avversari.
Dalla: 5 tavoli finali. C'è della soddisfazione in questo o ti importa solo del braccialetto?
Ivey: conta solo vincere.
Dalla: Riesci a rimanere soddisfatto di un secondo posto?
Ivey: Mai, in nessun modo.
Dalla: Ci sono giocatori con cui hai giocato che ti hanno particolarmente impressionato?
Ivey: Ci sono un sacco di giocatori che mi hanno impressionato.
Dalla: ti va di fare qualche nome?
Ivey: No, perchè non devono sapere che mi hanno impressionato.
Dalla: A parte il fatto di essere uno dei più famosi al mondo, tu segui il poker in generale? Leggi e ti informi su Internet?
Ivey: non seguo molto il poker quando non lo gioco, in generale perchè ci sono cose che per me vengono prima.
Dalla: Guardando te stesso in TV nel 2005, pensi di essere la stessa persona di 5 o 6 anni fa o sei cambiato?
Ivey: Tutti cambiamo. Quando cresci, maturi, le cose intorno a te cambiano, cambi tu come persona, ma io amo sempre giocare a poker. Voglio dire, a me andrebbe bene se ci fossero le WSOP tutti i giorni, 365 giorni all'anno. Giocherei ogni giorno, e sono felice di essere parte di tutto questo.
Dalla: Fai il tifo in particolare per qualcuno o per qualche amico?
Ivey: faccio sempre il tifo per Jennifer Harman, come per altri grandi amici che ho nel poker come Barry Greenstein e Patrik Antonius. Come immagini, anche io ho i miei preferiti.
(Il discorso si sposta su Hellmuth e sul 12° braccialetto vinto da "The Poker Brat". Ivey si congratula e gli rende onore, ma si dice in grado di raggiungerlo ugualmente)
Dalla: Ora Hellmuth ti è davanti per 4 braccialetti. Pensi che lo raggiungerai veramente?
Ivey: Sì, credo sempre di potercela fare. Se le WSOP durano e sono ancora vivo, posso arrivare a 30 braccialetti. Questa è la mia convinzione.
Dalla: Parliamo del One Drop, un evento storico del poker. Come è stato giocarlo?
Ivey: Divertente, incredibile. Non puoi resistere al richiamo, ci sono un sacco di grandi giocatori, uomini di affari a giocarsi un sacco di soldi. E' un torneo incredibilmente bello da giocare e la One Drop è una causa così importante!
Dalla: Fra la chance di tornare ad essere un November nine e vincere uno dei 7 o 8 braccialetti in palio alle prossime WSOPE di Cannes cosa sceglieresti?
Ivey: Sceglierei il November Nine. E' sempre il Main Event, il più grande torneo di poker al mondo.
Dalla: Che rapporto hai con i fans? Penso che a loro piacerebbe sapere come lo vivi.
Ivey: E' incredibile, molto bello. Iniziai a giocare nelle pizzerie e nelle case private, poi arrivò la tv e adesso la gente mi riconosce per strada: è così bello avere tanta gente che ti apprezza, e io quando posso mi fermo cercando di essere disponibile con tutti.
L'intervista integrale si trova sul sito www.wsop.com