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Il poker online italiano, mostro da prima pagina

Ieri AAMS ha reso noti i dati sulla raccolta globale del settore giochi nei primi otto mesi del 2012. Non c'è nulla di particolarmente nuovo rispetto alle tendenze recenti, ma alcuni elementi ispirano una veloce riflessione.

Il trend generale dice che sempre più italiani si dedicano al gioco, ma lo fanno spendendo moderatamente di meno. Da gennaio ad agosto sono 56,509 i miliardi di euro raccolti da tutti i settori dell'industria del gaming italiano, con un incremento del 16,6% rispetto ai 48,312 miliardi raccolti nel medesimo periodo del 2011.

Come accennato poc'anzi, la spesa pro capite degli italiani nel gioco scende invece leggermente, da 11,802 a 11,241 miliardi di euro per un calo del 4,7%.

Nulla di sconvolgente, per l'appunto, ma osservando il grafico pubblicato da AAMS è impossibile non pensare alle recenti vicende relative al DL Balduzzi e alla lotta alle ludopatie, oltre che allo storico atteggiamento ostile verso il poker online da parte dei media generalisti.

Diamo innanzitutto spazio alle cifre. Di fronte infatti ai 31 miliardi di euro raccolti da newslot e VLT nei primi 8 mesi dell'anno, alla voce poker & skill games il dato AAMS per il periodo gennaio/agosto 2012 è di 9,258 miliardi di euro. Se però si depura tale dato dalla raccolta di giochi da casinò e altri skill games (scopa, briscola etc), allora la raccolta netta del poker online nei primi 8 mesi del 2012 è di 6,371 miliardi di euro.

Senza addentrarci nel discorso sul payout (newslot e VLT restituiscono al giocatore circa il 75%, il poker cash circa il 97,5%, il poker a torneo intorno all'88,6%), è proprio l' enorme differenza di denaro movimentato ad imporre una serie di riflessioni.

Partiamo dai media solo perchè è un argomento già noto a molti di voi. Queste cifre sono una ulteriore fotografia di quanto sia stato e sia miope l'atteggiamento dei media generalisti, che si rivelano sempre particolarmente zelanti nel dare addosso a un settore - quello del poker online - che muove cifre oltre 6 volte inferiori alle sole "diaboliche macchinette di cui siamo ormai circondati", per usare una colorita espressione di Mario Adinolfi nel suo apprezzato intervento del mese scorso alla Camera dei Deputati.

Ma la miopia non è data semplicemente dalla differenza di peso economico dei due settori, quanto dall'enorme divario in materia di abilità richiesta, del tutto assente per quanto riguarda newslot e VLT e decisiva nel poker texas hold'em. La prossima volta che un servizio televisivo o di TG dovesse mandare in onda un nuovo attacco preconcetto al mondo del poker, potrebbe essere carino fare una fotografia del grafico qui sopra e inviarlo in massa agli eventuali autori di questi servizi.

L'aspetto più grave, ahinoi, è però un altro. Il DL Balduzzi è stato "depurato" di alcuni aspetti essenziali, a nostro modo di vedere, nella lotta alle ludopatie e soprattutto nella prevenzione del gioco minorile. Parliamo ad esempio dell'emendamento relativo all'introduzione del codice fiscale come strumento di identificazione per il gioco sulle newslot e VLT, introdotto e poi cancellato dalla versione finale del decreto.

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Ciò significa che allo stato attuale non è previsto alcun controllo preventivo che impedisca ai minori di giocare alle slot machine in bar e sale giochi, mentre l'uso del codice fiscale è da sempre assolutamente indispensabile per aprire un qualsiasi conto di gioco online - ed è sacrosanto che lo sia.

Quindi, in sintesi, assistiamo alle maglie del controllo statale che si allargano su un settore dalla larghissima diffusione e proporzionale pericolo di ricadute sociali, mentre si stringono ulteriormente su un altro settore, molto meno rilevante da un punto di vista economico e molto meno pericoloso a livello di induzione alle ludopatie, oltre che da sempre già ipercontrollato.

L'obiettivo di gran parte delle forze politiche - oltre che intenzione palesata dall'Esecutivo - è quello di limitare o impedire la pubblicità sul settore dei giochi, cosa che sarebbe accettabile e anche auspicabile ma all'interno di un contesto armonico in cui si rema in una sola direzione: quella della protezione dei soggetti più deboli dai pericoli della dipendenza da gioco.

Il problema è che - al di là dei proclami - il ritornello rimane sempre lo stesso e confligge drammaticamente con la realtà dei numeri. Sul settore newslot e VLT, infatti, l'incidenza della pubblicità è vicina allo zero, avendo queste attività il loro punto di forza nella ramificazione sul territorio. Quest'ultima non verrà limitata neanche dal famoso limite dei 500 metri, introdotto in un primo momento nel DL Balduzzi, ma poi sparito anch'esso al momento dell'approvazione definitiva.

Oggi tali criteri di distanza minima sono stati ripresentati sotto forma di emendamento al provvedimento sulla delega fiscale, insieme alla proposta di divieto totale di pubblicità.

Staremo a vedere, ma la sensazione è che si continui a non comprendere il mostro contro cui bisogna combattere, insistendo a premere sui tasti sbagliati.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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