Las Vegas ama raccontarsi come la terra del sogno, dove chiunque può arrivare con appena qualche dollaro in tasca e tornarsene via milionario: per i più cinici c'è però un altro modo per ottenere un risultato simile, barare. Questa è la storia di chi ha provato a battere il banco, di chi ci è riuscito e di chi lavora per impedirlo, ogni giorno.
Arnold Snyder (nella foto, courtesy of The Verge)di tutto questo ne sa qualcosa, lui che del blackjack è un' autorità, tanto da essere stato inserito fra i primi sette membri della Black Jack Hall Of Fame, nel 2002. Come racconta a The Verge, una volta Las Vegas era molto diversa: "Nel 1962, il Nevada era il solo Stato dove fosse consentito giocare - ricorda - si trattava di un business molto più piccolo, talvolta retto da personaggi ambigui, e di persone che cercavano di truffare le case da gioco ce n'erano parecchie".
Fino ad allora, però, erano stati i dadi ad attrarre la maggiore attenzione, ma poi di colpo tutto cambiò grazie ad un libro pubblicato giusto cinquant'anni fa: un libro che spiegava come la casa da gioco si potesse battere davvero, contando le carte del blackjack. Si trattava de "Beat the dealer", scritto da Edward O. Thorp: "Era ill primo libro di questo genere, e la gente si riversò nei casinò, facendo la loro fortuna. Adesso il conteggio delle carte non è più così diffuso, le case da gioco hanno preso le loro contromisure".
Nonostante questo, l'attrattiva del tavolo verde sembra essere rimasta la stessa: "Il casinò detta le regole, ti fornisce tutto quello che serve per giocare e sembra quasi volerti dire, entra e prova a batterci".
Certo, non tutti si lasciano ipnotizzare dalle luci di una casa da gioco, ma secondo Snyder tutti hanno una parte interiore legata in qualche modo al gambling: "Non si tratta di un vizio come il bere, del quale puoi decidere di fare a meno. Nella vita qualsiasi scelta è un azzardo: sposarsi, avere dei figli, perfino comprare un cane. Per vivere devi comunque cogliere delle opportunità ed assumerti dei rischi".
A patto che questo non significhi cercare di truffare un casinò come l'Aria: in quel caso potreste imbattervi in Ted Whiting, responsabile della sicurezza, e come avrete bene presto modo di scoprire non si tratterebbe del genere di esperienza indimenticabile per cui siete voluti atterrare a Las Vegas (fine della prima parte).