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Vito Barone: continuavano a chiamarlo "w1llyss"

Vito Barone alla sua prima uscita da pro di PokerStarsVito Barone, per tutti coloro che hanno deciso di fare del poker una professione, è un esempio da tempo: non stupisce quindi che "w1llyss" sia stato scelto per rappresentare PokerStars, certo grazie agli oltre 5.500.000 VPP macinati ma anche per il suo modo di approcciarsi al gioco, che "tradisce" la maturità e l'esperienza acquisiti nel tempo.

Sgomitare ogni giorno contro avversari più giovani non è banale, ma la ricetta di Vito fin qui ha dimostrato di saper ben funzionare: "Hanno solide basi matematiche, sono freschi di studi ed hanno fame, voglia di emergere. Nel mio caso, dopo tre anni la stanchezza inizia a farsi sentire, ma ho sviluppato proprio per questo un mindset di ferro,ed un'ottima organizzazione del mio tempo".

"W1llyss" conosce bene l'importanza di saper bilanciare ogni cosa, e certo se molti professionisti possono scivolare col tempo in una vita sregolata questo non sembra essere un suo problema: "Una vita non equilibrata si paga nel tempo - spiega - è fondamentale curare l'alimentazione, bere a sufficienza, fare un'attività fisica che scacci lo stress, dormire abbastanza e ad orari consoni e così via".

E poi c'è il gioco, naturalmente. Per lui significa stare seduto al computer non meno di trenta ore alla settimana, spesso di più, giocando contemporaneamente su un numero di tavoli che in pochi saprebbero gestire: "Lo faccio perché a conti fatti per me è più conveniente vista la rakeback, ma comunque ai tavoli di cash game lo scorso anno ho fatto anche profitto ai tavoli".

Già, il cash game. Affrontarlo nel 2012 per lui è stata una sfida, visto il suo background nei sit&go: quest'anno ha deciso di tornare al suo vecchio amore, cominciando anche a studiare il Pot Limit Omaha. L'obiettivo è fissato a 1.500.000 VPP.

Uno come lui potrebbe fare anche di più, ma quest'anno dovendo rappresentare PokerStars gli impegni si moltiplicheranno: "E' un'occasione che ho atteso a lungo, rifiutando anche altre proposte nel 2011 - rivela oggi - ci speravo già nel 2010, ma per una serie di circostanze non era ancora arrivato il mio momento".

Naturalmente anche un bel risultato in un torneo importante sarebbe il benvenuto, ma da questo punto di vista il proprio impegno non basta: "Il poker è un gioco di piccoli vantaggi, e dal vivo la casualità la fa da padrona, per abbattere la varianza servirebbero dieci vite".

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Ed a proposito di vite, chissà che non serva in fondo un po' meno prima di veder nascere un mercato unico europeo, o allargato ad almeno altre nazioni come Francia e Spagna: "Nelle poker room italiane il livello è molto duro, il traffico "congestionato" ed a volte paradossalmente i tavoli sono più facili al NL1000 piuttosto che al NL200. Già da tempo credo che quella sia la soluzione, a mio avviso fu un errore già aprire il ".it", che ha portato da subito un vantaggio allo Stato, ma adesso rischiamo di pagarne le conseguenze: tutti studiano, ci sono molte scuole di poker e ci troviamo a giocare sempre tra gli stessi".

E così, se a "w1llyss" certo non dispiacerebbe andare a tastare il polso ai regular dei sit&go d'oltreconfine, pensando per un attimo a quei malcapitati che se lo troverebbero di fianco gli auguriamo che accada il più tardi possibile.

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