David Vamplew nel mondo del poker era poco più che uno sconosciuto, prima di vincere nel 2010 l'EPT di Londra per 1.400.000 dollari: negli anni seguenti lo scozzese ha dimostrato come non sia successo per caso, e certo non ha dimenticato il suo primo amore, i tornei online.
"Cerco di giocare più o meno ogni giorno, e certo non manco mai i domenicali quando non mi trovo in viaggio - spiega in un'intervista a Lee Davy - in fondo, si tratta pur sempre del mio lavoro".
Ed essendo un professionista, Vamplew ha presto imparato a distaccarsi dai risultati di brevi periodo, concentrandosi piuttosto sulla performance: "Il successo dipende sempre da come sento di aver giocato, ed anche online solitamente non controllo i risultati giornalieri, anche se naturalmente se raggiungo qualche tavolo finale so di aver avuto una buona sessione".
Questa forma di distacco secondo David è indispensabile, specie in una disciplina ad alta varianza come i tornei: "Non credo che preoccuparsi troppo dei risultati abbia molti aspetti positivi - confida - alla fine è probabile che ti faccia soltanto giocare in modo peggiore".
Curiosamente nel suo HUD c'è spazio solo per VPIP e PFR, ma del resto considerando le persone con cui discute abitualmente di strategia non ha bisogno di molto altro: "Parlo principalmente con Mickey Petersen, Dominik Nitsche e Rupert Elder, ma non solo e non sempre di poker". In fondo, anche se milionari restano pur sempre dei ventenni.
E visto che nonostante siano molto giovani possono vantare una solida esperienza, questo è il consiglio che Vamplew se la sente di condividere con dei principianti: "Di solito la gente cerca di vincere ogni piatto, ma non potete riuscirci, quindi non provateci". Specie se a contendervelo è uno come lui.