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Ladies Event: WSOP e giocatori, avete torto entrambi

Shaun Deeb è contrario al Ladies EventLe WSOP cercano di impedire l'iscrizione di giocatori maschi nel Ladies Event aumentando loro il buy-in, mentre questi ultimi credono sia un torneo sessista: ecco perché hanno torto entrambi.

L'assunto di base è: visto che il poker è un gioco di abilità dove il genere è irrilevante, creare un torneo che preveda l'iscrizione di sole donne sarebbe offensivo verso le donne stesse, perché equivarrebbe a ghettizzarle.

La premessa è condivisibile, ma la conclusione a mio modo di vedere è terribilmente sbagliata, per una semplice ragione: i numeri dimostrano chiaramente che le donne si interessano al gioco del poker drasticamente meno rispetto agli uomini.

Le ragioni possono essere molte, ma senza addentrarsi in un'analisi che ci porterebbe lontano possiamo prenderlo come un dato di fatto, evidente a chiunque conosca anche solo un po' questo mondo. E quindi, a maggior ragione, a quegli stessi professionisti che contestano il Ladies Event.

Lo scopo di questo torneo, cinicamente, è quello di avvicinare le donne al poker, credendo – secondo me a ragione – che per riuscirci un evento a loro dedicato e con un buy-in di appena mille dollari sia una buona  soluzione. Del resto, quelle donne che sono più interessate al gioco (e che quindi possono e vogliono spendere di più) hanno solo l'imbarazzo della scelta nel corso delle intere WSOP.

Nuove giocatrici, invece, che mostrino solo un potenziale interesse verso il gioco potrebbero sentirsi inibite dal partecipare ad un evento open, sia per la schiacciante presenza maschile sia per l'atmosfera, più competitiva e meno "ludica".

L'organizzazione, però, ha commesso dal mio punto di vista un errore grossolano innalzando il buy-in per gli uomini a 10.000 dollari, in modo che non si iscrivano vestiti da donna per mantenere intatta “la purezza dell'evento”, come se anziché organizzare un torneo stessero facendo accoppiare due carlini e si preoccupassero del pedigree.

E' una contraddizione evidente e una mossa di marketing miope, anche in questo caso per motivi che almeno a me sembrano chiari. Immaginiamo infatti tre diversi scenari.

Liv Boeree, presente al Ladies (Il torneo viene vinto da una donna che nessuno conosce: baci, abbracci, foto, e nessuno se ne accorge, il risultato si perde fra quello di mille altri tornei ed è buono solo per andare ad ingrassare le statistiche.

Opzione numero due, vince Liv Boeree: il risultato ha molta più risonanza e genera più interesse, ma sempre nell'ambito di chi è già appassionato al poker e degli addetti ai lavori.

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Infine, terza ipotesi: il torneo viene vinto da Jason Mercier mentre indossa una parrucca bionda, delle parigine azzurre e un paio di Louboutin tacco dodici. Risultato, la notizia fa il giro del mondo, e viene probabilmente ripresa anche da media che col poker hanno poco o nulla a che fare, a tutto vantaggio del nostro ambiente.

Daniel Negreanu ha ragione quando dice che i professionisti di oggi sono tutti uguali, e che servono più personaggi, più goliardia, meno regole e più persone che si prendano in giro.

Certo, ad un tavolo da poker ci si giocano dei soldi, e molti, per un professionista si tratta di una faccenda seria, ma  domandiamoci: quanti nuovi giocatori avrà mai avvicinato al Texas Hold'em Pius Heinz, e quanti ne avvicinerebbe un campione del Main Event WSOP che giocasse l'intero torneo vestito da Elvis Presley?

In quanti si ricorderanno del primo e in quanti del secondo, chi vorrebbe conoscere la gente dei due? E questo, a ben guardare, dovrebbe interessare soprattutto i professionisti, specie in un periodo in cui il mercato dà segni di cedimento.

Las Vegas è una città che promette di realizzare qualsiasi desiderio: vero o falso che sia, forse basterebbe tirar fuori dal cassetto un po' di fantasia per farlo succedere davvero.

Le WSOP 2013 si avvicinano al rush finale: vivilo con noi grazie ai blog, alle news ed alle FantaWSOP, offerti da TitanBet.it.

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