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Joe Cada: ‘come sfruttare gli errori nei 6-Max alle WSOP’

joe-cadaJoe Cada è uno specialista dei tornei con field estesi: oltre ad aver vinto il Main Event WSOP nel 2009, si è confermato quest'estate alle World Series, arrivando quarto in due eventi 6-Max da 1.500$ (rispettivamente da 2.105 e 1.069 iscritti). L'anno scorso è stato runner-up in un torneo simile (sempre 1.500$ NLHE) con un campo di 2.811 partecipanti. Per non farsi mancare nulla è andato in the money anche nel Main 2013. L'ex campione del mondo si è soffermato sugli errori dei suoi avversari in questo tipo di tornei.

Interessante la sua analisi su un paio di mani nel primo torneo 1.500$ NLHE Six Max. "E' stato incredibile osservare come alcune persone fossero disposte a mettere in gioco il loro stack nei primi livelli. Ci sono players che - nei tornei short handed -  quando perdono chips, sentono il bisogno di recuperare subito e commettono degli errori.

Alla fine non mollano nessuna mano e non prendono tempo per rivalutare la loro situazione su ogni strada. In un pot iniziale, con bui 75/150, rilancio 400 da cutoff con K-9. Il bottone decide di chiamare. Il flop è K-9-6 rainbow e betto 600, lui punta il piatto e io chiamo. Al turn esce una carta X, io scommetto 1.500 e lui va all in per 12.000. Chiamo con top two pair e lui è drawing dead con AJ".

Il pro americano commenta: "non pensavo avesse senso spingere per 12.000 (quando l'average era di 5.000) con qualsiasi tipo di mano nella quale volesse azione. Ho pensato che il call, in ogni caso, fosse la scelta migliore. Penso di aver giocato bene tutto il torneo ma ho sfruttato anche un sacco di occasioni, in cui sono stato in grado di approfittare di errori costosi dei miei avversari".

Cada racconta un altro episodio: “bui 1.000/2.000, stack medio è 50.000 circa, ho aperto da bottone a 4.500 con K-4 off suited. Il giocatore dal piccolo buio chiama. Entrambi eravamo deep: lui aveva 110.000 e io 260.000.

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Flop: 8 7 2 . Lui check, io c-betto per 5.000 e lui fa call.

Turn: k . Check, io betto 11.000 e lui fa check-raise all in per 90.000.

A quel punto per me era un invito a nozze: non gli facevo una mano forte. Con un board del genere, lui avrebbe rilanciato al flop con un set o con una doppia coppia in mano. Ho chiamato e lui ha girato J-10, per un gutshot. Ho vinto un grosso piatto che mi è servito per arrivare al tavolo finale, dove purtroppo le cose non sono girate per il verso giusto".

Sul suo blog, il pro di PokerStars ha anche raccontato l'action nel cash game live di Las Vegas: in una partita nel NL $10/$25 al Rio Casinò si è trovato seduto con tre giocatori deboli, riuscendo a massimizzare i suoi profitti. Stesso esito al Bellagio, in un match violento nei 25$/50$ con ante 100 dal big blind.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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