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Ancora sull'oscuramento

Il 13 Febbraio 2006 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il "Decreto d’inibizione dei siti di gioco non autorizzati". Tra polemiche, ricorsi e malcontenti quelli che soprattutto ne faranno le spese saranno i giocatori italiani di Poker online. Eh si, i web-scommettitori bene o male avranno a disposizione qualche altra alternativa (magari a quote meno vantaggiose..) ma le migliaia di giocatori di Poker Online… loro si che avranno ancora una volta vita dura...
Le Pokerroom virtuali hanno rappresentato fino ad oggi praticamente l’unico modo per conoscere ed imparare a migliorare il proprio Poker, in un paese dove il gioco del Poker è considerato illegale perché azzardo puro come lanciare dadi su un panno verde.
Poco importa che nel resto d’Europa la pensino diversamente, in fondo noi siamo stati uno dei paesi fondatori e come tali è nostro diritto infischiarcene, sporadicamente, della Costituzione Europea. Non faccio del male a nessuno se gioco a Poker e non venitemi a raccontare che lo fate per il mio bene, che rischierei di giocarmi casa o di cadere in depressione post-dipendenza... "Il decreto che sancisce il cosiddetto ”oscuramento” dei siti illegali non è un intervento di carattere “oscurantista” o “protezionistico”.
Non è oscurantista in quanto tende a non rendere accessibili i siti di quegli operatori che hanno deciso scientemente di “oscurare” – loro sì! – il sistema delle regole che ogni Paese democratico si dà e deve darsi per salvaguardare i consumatori, l’ordine pubblico ed il sistema competitivo." Questa è la dichiarazione del Direttore Generale di AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) che mi ha fatto più, si fa per dire, riflettere. Quindi lo Stato oscura i siti di scommesse per tutelarci e salvaguardarci…
Un po’ come alcuni popoli africani che praticano l’infibulazione per tutelare le loro donne da eventuali orgasmi da infarto. Permettemi però un eufemismo: tutto ciò potrebbe suonare quantomeno strano, in un paese dove una grossa grassa fetta dell’economia pone le proprie radici nel "Gioco d’azzardo legalizzato". Eh si, perchè non vedo quale potrebbe essere un altro modo di definire l’eccezionale quantità di gratta e vinci, biglietti delle lotterie, sale bingo, totocalcio, totogol, superenalotto, lotto, tris, scommesse ippiche e naturalmente ogni sorta di apparecchio meccanico da "intrattenimento".
A questo proposito risulta molto interessante l’articolo a firma di Flavia Paone, apparso il 9 Gennaio scorso su “Il Sole 24 Ore”, dal titolo “Una puntata da 27,7 miliardi”. Nell’articolo si fa il punto sul mercato dei giochi facendo riferimento ai dati diffusi da Agicos, di cui viene riportata anche un intervista al direttore Fabio Felici. All’interno della pagina dedicata al mercato dei giochi anche un articolo sullo sbarco delle scommesse, con l’accordo tra Snai e LA7, sul digitale terrestre. Ecco alcuni passaggi dell’articolo: “..il 2005 è stato l’anno dei record per tutto il settore dei giochi pubblici, che ha fatto segnare un aumento dell’11,3% rispetto al 2004, sfondando il tetto dei 27,7 miliardi di euro.
I giochi rappresentano oggi la quinta “industria” italiana e una inesauribile fonte di guadagno per l’Erario, che dal 2003 ha incassato circa 17 miliardi di euro. La Finanziaria 2006 ha introdotto ulteriori canali di raccolta: la novità assoluta è la possibilità di giocare da casa con la tv interattiva. E già da questa settimana partono le “scommesse digitali” di Snai e La7. I dati diffusi dall’Agicos, l’Agenzia giornalistica concorsi e scommesse, a consuntivo 2005 parlano chiaro: il settore dei giochi pubblici non conosce crisi ed è in crescita ininterrotta dal 2001.
L’anno appena concluso, poi, ha fatto segnare il miglior risultato di sempre per la qualità di denaro giocato. A far salire la temperatura della “febbre da gioco” sono soprattutto gli apparecchi da intrattenimento che regalano vincite in denaro – le famose new slot, che in Italia sono circa 170 mila – nelle quali i giocatori hanno speso 10 miliardi e mezzo di euro (+162,5% rispetto al 2004). I giochi rappresentano un’entrata fondamentale per l’Erario, che dal 2003 al 2005 ha ricavato dal settore dei giochi pubblici circa 17 miliardi di euro.
E con le novità introdotte nella Finanziaria 2006, grazie al gioco online, a quello con la televisione interattiva, e alle scommesse su nuovi eventi anche non sportivi, sarà possibile catturare una fetta di cittadini che finora si era tenuta ben lontana dalle ricevitorie. Incrementando ovviamente le entrate del Fisco”. E non si preoccupa certo di peccare di Ipocrisia quando canticchia melodico nelle nostre orecchie "Oggi può essere un gran giorno, datti un’oppurtunità" mentre si insinua nelle nostre tasche.
Lo Stato oscura i siti di scommesse per salvaguardare i consumatori, certo. Intanto chi gioca a Poker infrange la legge, e la infrange anche se lo fa da casa sua tranquillo nella sua cameretta su una PokerRoom online. La infrange perché preso da un raptus suicida potrebbe accidentalmente giocarsi la casa su due assi preflop e questo il nostro Stato, per il nostro bene e per la nostra salvaguardia, non può permettercelo.

grandealba

Lotto: perde tutti i soldi sul ’53’ una donna si uccide a Carrara
Il numero sulla ruota di Venezia non esce da 175 giocate R.D.A., 57 anni, si è tolta la vita sulla spiaggia di Marinella Massimo Rastrelli, sacerdote anti-usura: "Un suicidio indotto"

CARRARA - Una donna di 57 anni di Carrara si è uccisa, oppressa dal rimorso di aver dilapidato i risparmi di famiglia giocando al Lotto: aveva puntato tutto sul 53 a Venezia. La drammatica storia è raccontata sul quotidiano Il Tirreno. R.D.A., 57 anni, si è tolta la vita, l’altra mattina, sulla spiaggia di Marinella. A casa ha lasciato un biglietto: non ce la faccio più, sono schiacciata dal rimorso per i debiti del Lotto. Storie simili a quelle che si registrano in tutto il paese, ma stavolta con un epilogo tragico. La donna, scrive Il Tirreno, viveva con il marito, due figli e un fratello in una casa popolare alla periferia della città. Sempre sorridente, un’esistenza esemplare, interamente dedicata alla famiglia. Ma negli ultimi tempi il demone del Lotto si era insinuato nella sua mente.
All’inizio piccole giocate, pochi euro, su quel 53 che da 175 estrazioni si ostina a non uscire. Poi puntate sempre più alte, fino a dilapidare tutti i risparmi. Martedì scorso, poco prima delle 13, il marito, è tornato a casa e ha trovato un biglietto: la moglie annunciava il suicidio, frustrata dalle perdite al gioco. In mattinata dopo aver scritto il biglietto di addio, aveva infilato il cappotto, era salita su un autobus diretto al mare ed era scesa sulla via litoranea, dove la provincia di Massa-Carrara finisce ed inizia quella di La Spezia. R.D.A. si è buttata in acqua dopo aver raggiunto la spiaggia di Marinella. Il mare ha quasi subito restituito il corpo. Alcune persone che passavano sul bagnasciuga hanno visto galleggiare, vicino alla riva, un cadavere e hanno telefonato ai carabinieri.
Proprio mentre la salma veniva identificata, racconta Il Tirreno, il marito, in casa, leggeva il messaggio della donna. Quando ha telefonato ai carabinieri per dare l’allarme non ci è voluto molto a collegare la scomparsa della donna e il ritrovamento del cadavere a Marinella. Il riconoscimento della salma è avvenuto sulla spiaggia. "La morte di questa povera donna è stata indotta, direi addirittura voluta dalla grancassa che incita sempre più ad alzare la posta sui numeri ritardatari ma anche da precise responsabilità, trasversali a livello politico, sia del passato che dell’ultima Finanziaria con l’ulteriore incentivo al gioco e alla distruzione".
Con queste parole padre Massimo Rastrelli, presidente della consulta nazionale della fondazioni antiusura lancia la sua accusa. "Di fronte a quanto accade davanti ai nostri occhi - denuncia padre Rastrelli - possiamo addirittura dire che per fortuna finora si è uccisa solo una persona. Ma mi consta di numerosi casi di gente che ha venduto casa, svuotato il conto in banca, fatto debiti milionari per tentare quello che non gli riuscirà mai".

13 gennaio 2005 da La Repubblica Lotto - Codacons: «Sequestrate il numero 53»
Di fronte «al dilagare della psicosi del 53», il numero ritardatario sulla ruota di Venezia, l’Associazione annuncia la presentazione di un esposto alle procure della repubblica di Roma e Venezia

ROMA - Di fronte «al dilagare della psicosi del 53», il numero ritardatario sulla ruota di Venezia, il Codacons annuncia la presentazione di un esposto alle procure della repubblica di Roma e Venezia, in cui chiede di «sequestrare» il 53 sulla ruota di Venezia - in relazione «al disordine pubblico» che sta causando - e anche di «avviare contro ignoti indagini penali». Sono numerosi - afferma l’associazione in una nota - i reati che si potrebbero ravvisare «relativamente alla psicosi del 53": dal «concorso in istigazione al suicidio», alla «violenza privata, istigazione all’usura, truffa commerciale (relativamente a chi vorrebbe far credere che il ritardo di un numero ne aumenti le probabilità di estrazione), concorso in bancarotta famigliare, concorso in abuso della credulità popolare», e altri ancora.
Il Codacons chiede inoltre al ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco, di avviare una campagna di prevenzione, analoga a quella per le sigarette, presso le ricevitorie del Lotto, facendo esporre all’interno cartelloni giganti con una scritta che avverta che «i numeri ritardatari non hanno maggiori possibilità degli altri di essere estratti» e che «le scommesse eccessive possono danneggiare irrimediabilmente le persone e i loro beni».

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24/1/2005 da La Gazzetta del Mezzogiorno - La maledizione del Lotto fa altre tre vittime
Una settimana fa a Carrara una donna di 57 anni suicida in mare Un cassiere licenziato perché ha rubato un milione di euro I debiti di gioco dietro l’omicidio-suicidio di Signa Codacons chiede di sospendere le giocate sul 53 ROMA - L’ultima vittima, un assicuratore in pensione e la sua famiglia. Accanto ai cadaveri di Franco Grassi, della moglie e del figlio di 27 anni, i carabinieri hanno trovato numerose ricevute di giocate. Il movente dell’omicidio-suicidio di Signa potrebbe essere la febbre da Lotto. Quel maledetto 53 sulla ruota di Venezia che da 176 estrazioni ritarda la sua apparizione. Era accaduto anche una settimana fa, a Carrara. La vergogna per aver dilapidato i risparmi di famiglia, ha indotto una donna di 57 anni a gettarsi in mare.
Al marito, sul tavolo del salotto, Rita ha lasciato un biglietto: "Non ce la faccio più sono schiacciata dai rimorsi. Ho fatto troppi debiti per colpa del Lotto". E la lista delle vittime del 53 è lunga, lunghissima, ed è solo la punta di un fenomeno popolare in continua crescia. Al Superenalotto, Lotto, Tris, Totip, concorsi a pronostici, gli italiani hanno speso l’anno scorso poco meno del 2 per cento del Prodotto interno lordo: 23 miliardi di euro, oltre il 38 per cento in più rispetto al 2003. Il Lotto, tra tutti i giochi, è il più gettonato.
Rispetto al 2000, l’incremento delle giocate è stato del 42 per cento e le stime sono favorevoli ad un successivo sviluppo: la concentrazione di numeri ritardatari ha distratto moltissimi giocatori dagli altri giochi. Appena due giorni fa, un impiegato di una banca dell’Oltrepò Pavese è stato licenziato perché ha rubato un milione di euro dai conti correnti dei clienti per giocare il 53 sulla ruota di Venezia. Non si era mai investito così tanto su un ’centenario’, un ritardatario da più di cento estrazioni. Il tanto atteso 53 sulla ruota di Venezia è il più assente del terzo millennio. Secondo l’Agicos, l’agenzia giornalistica specializzata in concorsi e scommesse, il 60% delle giocate totali al Lotto è fagocitato dal 53.
Chi ha iniziato l’inseguimento al 53 con 10 euro e ha proseguito per le successive estrazioni, oggi deve giocare 250 euro per riavere il capitale finora investito. L’associazione dei consumatori Codacons chiede ora al governo un decreto urgente che blocchi le giocate del lotto proprio su quel numero maledetto: un po’ come accade in Borsa quando si sospende la trattazione per eccesso di rialzo. Ma lui, il 53, continua a beffare l’Italia intera. Nell’ultima estrazione la festa è stata sfiorata di un numero appena: sulla ruota di Venezia, anzichè uscire il 53, è uscito il 52.

20 gennaio 2005 da La Repubblica - Un test contro il vizio del Lotto "Chi si ammala non lo sa"
Continua la caccia all’irraggiungibile 53 sulla ruota di Venezia FIRENZE - Sedici domande per capire quando il gioco del Lotto diventa una malattia. Un test semplice è disponibile su internet all’indirizzo www.doc.unifi.it Qual è la somma di denaro più alta che avete puntato in un giorno? I vostri genitori hanno avuto problemi con il gioco d’azzardo? Vi siete mai sentiti in colpa per il modo con cui giocate o per quello che vi accade quando giocate? Avete mai preso soldi in prestito per giocare? Per ogni risposta corrisponde un punteggio. Il gioco d’azzardo assume connotati patologici se il punteggio totalizzato supera i 5 punti. L’iniziativa è di un docente di psichiatria dell’università di Firenze, Stefano Pallanti, che da oltre dieci anni si occupa della patologia legata al gioco d’azzardo e che insegna psichiatria al Mount Sinai University di New York, considerato il centro di eccellenza mondiale per lo studio di questo tipo di disturbo mentale.
Questa sera, si ripeterà il rito dell’estrazione dei numeri del Lotto e per la 176esima volta, milioni di persone attenderanno quel irraggiungibile 53 sulla ruota di Venezia che ha trascinato alla disperazione e al suicidio più di una persona. "Purtroppo, in un anno, il Lotto fa più vittime del linfogranuloma maligno". Il professor Pallanti lancia l’allarme: "Chi è malato di gioco d’azzardo spesso non ne è pienamente consapevole. Acquisire in tempo questa consapevolezza può indurre il giocatore a chiedere aiuto ad uno specialista prima che la disperazione lo distrugga".

LaRepubblica.it 22 gennaio 2005 Lotto: perde 30mila euro, a 16 anni si uccide
Studente di Rovigo si impicca per l’incapacità di sopportare le conseguenze di un debito accumulato all’insaputa dei familiari. Alla famiglia un biglietto con la scritta «Perdonatemi»

ROVIGO - Suicida a 16 anni per debiti di gioco. È questa la tragica scelta di uno studente della provincia di Rovigo, che si è impiccato nella cantina di casa per l’incapacità di sopportare le conseguenze di un debito da 30 mila euro accumulato giocando al Lotto all’insaputa dei familiari. Il corpo del ragazzo è stato trovato dal padre. Alla famiglia, che vive in un comune a poca distanza dal capoluogo, un biglietto con la scritta «Perdonatemi». Il sedicenne, che studiava all’istituto alberghiero, aiutava nei momenti liberi nella gestione della ricevitoria della sorella, e qui nel corso dei mesi ha giocato segretamente al Lotto, senza versare in cassa il corrispettivo delle puntate. Accortasi infine dell’ammanco, la sorella ha pensato che si trattasse di una truffa telematica da denunciare. E a questo punto è uscita la verità. Sembra però che, pur nella prevedibile sorpresa per il comportamento del ragazzo, i familiari stessero già cercando di sistemare le cose. Ma evidentemente lo studente non ha retto alla vergogna, e ha scelto di togliersi la vita. RAGAZZO SCHIVO - Un ragazzo con pochi amici, schivo, ma con molti interessi, come quello per gli oggetti antichi, o la passione per i coltelli con il manico in osso, che si costruiva da solo e collezionava: sono alcuni dei tratti del carattere del sedicenne. Quando l’ammanco, probabilmente accumulato in più mesi con giocate di pochi euro sulle schedine del lotto, era stato scoperto, la sorella, 31 anni, gestore della ricevitoria, era ormai pronta a fare denuncia alla polizia, temendo una truffa telematica. È stato il fratello a fermarla,confessando che l’autore delle giocate non pagate al Lottomatica era lui. Uno choc per i genitori, che però aveva visto la famiglia reagire bene. Ne avevano parlato in casa, e forse dopo una lavata di capo per il ragazzo, i genitori avevano dato la disponibilità a far fronte loro stessi a quei 30 mila euro da pagare. Ma nella mente del sedicenne il senso di colpa e la vergogna si erano fatti troppo grandi, anche se la vicenda era rimasta ancora chiusa tra le mura di casa.

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