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Le card rooms californiane a rischio: poker salvo, nel blackjack saranno i giocatori a tenere il banco

La California è uno dei perni mondiali dell'action nel poker live con un'offerta difficile da eguagliare. Solo Las Vegas può essere altrettanto competitiva.

Nel Golden State sono attive ben 72 card rooms oltre ai casinò tribali. Nuove regole proposte dal Bureau of Gambling Control statale però stanno mettendo a rischio questa attività: piccole e grandi realtà (come il Commerce di Los Angeles, il Bicycle Hotel and Casino a Bell Gardens e l' Hustler Casino a Gardena) potrebbero dover chiudere i battenti.

La peculiarità delle card rooms (lo abbiamo spiegato molto bene in questo articolo) sta nel fatto che oltre al poker live, offrono altri giochi da casinò come baccarat, blackjack e pai gow poker, ma lo fanno in maniera insolita: il banco per i giochi di carte da casinò non viene gestito direttamente dalla proprietà della card room ma da un sindacato di giocatori (o società terze), per questioni legali.

Il regolamento dello Stato della California non permette alle sale di offrire gioco fuori dalle aree tribali. E i nativi difendono con i denti il loro business e, finanziando la politica locale, hanno un'influenza importante a Sacramento.

Sono stati loro a sabotare la legalizzazione del poker online nello Stato dell'oro. Sono loro a gestire i casinò autorizzati.

Le card rooms sono una realtà inconsueta (oltre che in California, l'Oregon ha autorizzato l'apertura di circa 200): per legge i giochi da casinò possono essere bancati solo da giocatori. Vi deve essere modalità in stile Exchange: player contro player.

I dealer sono dipendenti e servono le carte e poi ci sono giocatori che a turno dovrebbero gestire il banco. In diverse card rooms però negli ultimi anni sono intervenuti sindacati di giocatori o società terze che hanno la responsabilità della cassa: pagano i vincenti e incassano dai perdenti.

La proprietà guadagna dalla rake del poker e dall'affitto dei tavoli.

Dopo un'indagine durata più di un anno, il Bureau of Gambling Control della California ha proposto delle modifiche, con regole più restrittive che, di fatto, mettono a rischio l'intera esistenza delle 72 card rooms, le quali guadagnano soprattutto da giochi come il baccarat e il blackjack.

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In teoria il nuovo regolamento dovrebbe imporre nuove responsabilità dirette ai giocatori, escludendo le società terze. Ogni due turni, i players presenti al tavolo si dovrebbero scambiare la posizione. Se un giocatore si rifiuta di tenere la cassa, deve alzarsi ed andare via. Vi è la chiara volontà di difendere il modello originario "player vs player". Questo comporta problemi: viene rallentata in modo inesorabile l'azione ed i nuovi giocatori potrebbero essere spaventati dal dovere coprire il banco. Ma soprattutto le società specializzate nella gestione della cassa, verrebbero tagliate fuori, creando problemi anche nelle garanzie e nella sostenibilità del gioco.

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Con il nuovo regolamento, di fatto, sarebbe gestibile solo il poker live, ma le case non riuscirebbero a stare in piedi. E' probabile che ci sia lo zampino delle potenti tribù dei nativi nell'affondare le card rooms.

Gli operatori delle sale hanno già fatto sapere che sarebbe la fine: "Se questi regolamenti venissero adottati come proposto, ucciderebbero l'industria delle sale da gioco e devasterebbero decine di comunità e migliaia di famiglie californiane che lavorano nello stato", ha affermato la California Gaming Assn., associazione che rappresenta le card rooms californiane: "Questa proposta è un chiaro attacco al settore delle sale da gioco e un messaggio chiaro che il Boreau è intenzionato a eliminare questa legittima industria da 5,6 miliardi di dollari e lasciare senza lavoro 32.000 californiani".

Secondo un rapporto pubblicato ad ottobre, le card rooms hanno generato $1,64 miliardi di salari, creato circa 32.000 posti di lavoro e versato $500 milioni in tasse statali e locali.

Le card rooms sono presenti soprattutto nelle zone periferiche ed, in alcuni casi, rappresentano circa il 70% dell'indotto di alcune realtà economicamente depresse.

La prossima partita decisiva si gioca a Sacramento il 18 dicembre.

 

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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