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Abbiamo scoperto i leak dei nostri rivali, e adesso? Tendiamo la trappola perfetta

Seconda parte del nostro articolo sulle strategie più utili per provare a scoprire i leak dei giocatori occasionali e/o ricreativi. Oggi parliamo dell'utilizzo di quelle info

Utilizzare le informazioni sui leak di villain

Ci eravamo lasciati al termine della prima parte di questo articolo, mettendo in evidenza l’importanza dell’attenzione visiva e della concentrazione al tavolo, alle volte addirittura più utile e preformante dei dati presenti all’interno dei nostri software di supporto. 

Preme sottolineare che stiamo sempre parlando dei micro-stake e soprattutto della loro parte iniziale, ma proprio per la loro natura, è importante mettere in evidenza come un giocatore non esperto segua una linea strategica unica, per cui è molto probabile che le informazioni che abbiamo raccolto in early stage, possano servirci anche nelle parti successive del torneo. 

Carlos Welch, che scrive su PokerNews.com e ci ha dato l’idea per questo pezzo, fa l’esempio di una mano da lui aperta da UTG con KQs, che ha originato il call di uno degli avversari che aveva studiato in precedenza. 

L'esempio

Entrambi giocavano con oltre 100x per un doppio check al flop su A-3-3. 

Dopo un 10 sceso al turn, la maggior parte dei giocatori avrebbero preso la decisione di bluffare l’asso per chiudere il colpo, ma “hero” (il giocatore che racconta la mano), ha in quel caso deciso di check-callare una eventuale puntata del suo avversario che, come preventivato, ha puntato un BB sul piatto da 5BB. 

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Dopo il call, è sceso un 9 che non ha chiuso alcun draw di colore (il board fino al turn era rainbow), completando una cinquina di carte comuni come segue: A-3-3-10-9. 

I 2BB che questa volta ha puntato “villain”, (è chiamato così il rivale di hero), sono ancora una volta stati chiamati da hero. Oppo ha mostrato 4-3/offsuit originando il muck di Carlos. 

La chiamata a basso costo qui ha sempre una doppia funzione: quella di bluff-catching da una parte visto che K high è alcune volte buono su questa texture, ma soprattutto quella di pagare ad un prezzo onestissimo lo show-down del nostro avversario per cominciare a sviluppare una lettura su di lui. 

Ed è quello che è successo qualche livello dopo. 

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Il momento di riprenderci il maltolto

Con le ante in gioco e stack effettivo di circa 50x, Carlos apre da early position con A-Ts e si verifica lo stesso scenario di prima, con villain che chiama in posizione. 

Il flop, 9-8-3 rainbow, ha fatto propendere Carlos per un check call in prima strada, con due overcard e il doppio backdoor di scala e colore. 

Al turn, su un 7 con un seme ancora non comparso sul board, ha deciso di check-callare anche la seconda, per poi vedere scendere un Kappa al river, sul quale, dopo il terzo check, villain ha sparato pot pieno.

L’avversario di Carlos non aveva mai messo in atto così tanta aggressività e azione nei piatti precedenti e di sicuro non lo avrebbe fatto adesso con una coppia, anche perché non sono state poche le volte che con valore medio checkasse dietro. 

Il call non è stato poi difficilissimo e villain ha mostrato aria totale 4-5off.

Le pochissime chips andate perse nella prima mano descritta, sono ovviamente state un ottimo investimento per il secondo colpo e il piccolo prezzo pagato ha permesso di effettuare una lettura piuttosto semplice solo poche ore più tardi e per un piatto molto più corposo.

Conclusioni

È giusto mettere in chiaro che questo tipo di giocata va bene con i players meno esperti, ma mettere in pratica tale strategia contro professionisti o semi che dedicano una certa attenzione al bilanciamento di range, size e azioni, sarebbe come combattere l’ebola con l’acqua tonica.

Grazie al cielo i micro stake non sono affatto popolati da giocatori di quel livello e se la strategia degli occasionali è tutto sommato appena sufficiente per combattere il player medio, è decisamente pericolosa e aperta agli exploit dei giocatori che pensano al livello successivo, tra i quali, ovviamente, dobbiamo al più presto comparire.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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