In un mondo come quello del poker, le certezze e i passaggi oggettivi a cui tutti possono fare riferimento, sono più unici che rari. Praticamente tutto, nel nostro gioco, può essere messo in discussione. Figuriamoci ciò che gravita attorno alle tecniche di gioco.
In questo Articolo:
Sempre aggressivi, sempre nitty, sempre qualcosa.
Alcune informazioni che troviamo sul web, oppure che vengono fuori dall’amico che ne sa di più o ancora che immagazziniamo durante una sessione, hanno la necessità di passare nel setaccio della nostra capacità di discernimento.
Quando impariamo a giocare a poker, spesso impariamo delle piccole regolette che, quando avremo raggiunto una maggiore dimestichezza col giochino, non avranno più quell’alone di certezza con il quale le avevamo recepite.
L’esperienza del giocatore di poker formato, serve proprio a mettere in discussione ciò che abbiamo imparato precedentemente, intanto perché il gioco è in continua evoluzione e poi perché ogni regola non è attuabile per ogni situazione che si presenta.
Il raise degli Assi pre flop: spesso, ma non sempre
Uno dei conigli che vi hanno tormentato fin dai vostri inizi, riguarda il rilancio della vostra coppia di assi al pre flop.
Va da sé che il modo più giusto per giocare la miglior mano possibile che vi possa capitare, è quello di onorarla con un bell’invito a schiantarsi rivolto a uno o al massimo due nostri avversari.
Ma questo consiglio va seguito praticamente sempre se siete giocatori alle prime armi e non avete ancora del tutto affinato alcune capacità.
Se invece avete già raggiunto una certa dimestichezza, ci sono momenti in cui vi è la possibilità di trarre un profitto maggiore dai nostri assi semplicemente chiamando, invece che entrare nel piatto con un’apertura o una 3-Bet.
Quando e come giocarli in call
Siamo considerati dei giocatori piuttosto forti, godiamo del rispetto della maggior parte del tavolo e agiamo in late position, facciamo da bottone…
Arriva un rilancio da early position di un giocatore piuttosto loose, ma non male, al quale segue il call di un giocatore molto tight che agisce da middle position.
Ci sono delle buone probabilità che un’eventuale 3-Bet da parte nostra, possa generare il solo call dell’original raiser, ma se dovesse chiamare anche il giocatore da MP, ci sono buone possibilità che uno dei due “hitti” una buona mano.
D’altro canto, invece, se decidessimo di flattare da bottone, saremmo sicuri di assistere come minimo ad un pot a 3, se dovessero foldare i bui, ma con il vantaggio che mai e poi mai chi gioca fuori posizione, potrà sospettare che abbiamo gli assi.
Inoltre, in caso di probabile continuation bet di OR, MP chiamerà con un range molto più largo, senza contare che potremmo intrappolare anche lo stesso raiser e portare a casa un pot molto più grande rispetto a quello ottenuto con un raise standard pre flop.
Il rovescio della medaglia è ovviamente quello che stai trascinando dentro il piatto ben due giocatori, almeno, che potrebbero crackare i nostri assi, ecco perché, anche i giocatori più skillati non saranno d’accordo con questa condotta e continueranno, anche giustamente, a rilanciare una mano di quel tipo.
E allora perché farlo?
La ragione principale per cui sia possibile giocare gli assi in quel modo, sta tutte nella consapevolezza del gioco dei vostri rivali e, soprattutto, nell'assegnazione del range ad ognuno di essi.
Flattare gli assi non significa andare rotti e regalare gettoni a prescindere da cosa esce sul board e da chi sono i nostri avversari, significa provare sporadicamente a variare il nostro gioco in relazione alla nostra capacità di lettura al tavolo.