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La valutazione delle Overbet degli avversari a poker. Non pensiamo sempre ai bluff. La mano esempio

La mano che state per leggere, come del resto tutte quelle che analizziamo sulle nostre rubriche e sui nostri pezzi di strategia, è realmente stata giocata online ed è apparsa su pokernews. 

Lo scenario è uno di quelli classici, $0,5/$1,00 no limit hold’em cash game 6-Handed e gli stack dei giocatori coinvolti piuttosto profondi, sopra i 170 big blind. 

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La mano 

L’action è cominciata quando è arrivato il turno del cutoff che ha aperto le danze a $3,00 ricevendo subito dopo la 3-Bet del BTN salito a 9. 

Dopo il call dell’original raiser, sono cadute le prime tre carte comuni: k 10 9 . 

Senza history, senza alcuna info, alla cieca, quale è il range favorito su questo board?

La prima idea è che il cutoff potrebbe avere hittato maggiormente qui, per un range che potrebbe essere composto, tra le altre, da mani come 10-10, 9-9. K-10, 10-9 e tutte quelle broadway suited come Q-J. 

Dall’altra parte il range del 3Bettor, potrebbe celare mani che partono da Q-J anche off, tutte le monster e, ovviamente, gli Assi forti e alcuni degli Assi deboli che 3Bettano per “difendere” il bottone. 

Non ci sono motivi per non pensare che sia l’uno che l’altro giocatore possano essere alle prese con draw di varia natura. 

La bellezza del 6-Handed in una situazione che coinvolge le due late position per eccellenza, cutoff e bottone, è che i range in queste situazioni di stack profondi sono spesso molto ampi. 

Ma torniamo a noi. L’action? Check check. 

Un Turn complicato

Al turn è uscito un a .

Pensiamo subito a quelle mani che checkano dietro su un flop k 10 9 .

Di certo il giocatore dovrebbe avere un range di bet al flop basato sulla forza comparativa dello stesso range del bottone rispetto a questo board. 

Si può 3Bettare preflop Q-J occasionalmente, come scritto in precedenza, mentre il cutoff, se è un buon giocatore, ancor più raramente dovrebbe chiamare fuori posizione con questa mano, anche se, a parità di valore, le combinazioni di Q-J suited in questa situazione, possono essere assegnate con più frequenza al cutoff che al bottone.

Ci sono altresì mani che possono controllare il pot in posizione, come K-J, K-Q, Q-Q e J-J. 

È abbastanza improbabile, infine, che il bottone possa aver chiuso colore al turn, poiché su quel flop sarebbe con ogni probabilità arrivata una continuation bet per provare a buildare un piatto che si potrebbe fare interessante. Scartiamo, quindi, questa ipotesi. 

Questo fatto potrebbe aver incoraggiato il cutoff ad adottare quindi la strategia di delay donk-bettare turn, overbettando $30 su un pot da $20.

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Bottone ha chiamato. 

Il river

Al river è stato scoperto un j che ha completato un board formato da k 10 9 a j . 

Ogni regina qui fa scala e con 80 dollari sul piatto il cutoff ha pushato per $125. 

Innanzitutto, quando il bottone checka al flop, possono esserci molte donne nel suo range, AQ, QQ, K-Q, Q-9. 

Il Cutoff, da parte sua, non è di certo in bianco

Questo è il fatto che appare certo. Affinché ciò avvenga il cutoff dovrebbe avere aria totale, tipo 6-7 o 6-8 giocati aggressivamente al turn. 

Per cui potremmo aggiungere al suo range mani che hanno chiuso flush turn come q j oppure q 10.

La comprensione delle Overbet

Al giocatore che agisce da bottone, questa dinamica deve essere chiara. Per chiamare una bet di quel tipo sul river, deve capire se ha in mano dei blocker che neutralizzano l’eventuale punto chiuso dal suo avversario. 

I più ovvi sono q - Qx o q - Kx, che hanno checkato flop e puntato turn. 

Succede, invece, che il bottone ha chiamato con a q , mentre il cut off ha mostrato 8 6 portando a casa un monster pot. 

Le conclusioni sono tutte a carico vostro, ma è abbastanza palese che la chiamata del bottone sia un tantino esagerata, al netto di history che, vi abbiamo detto all’inizio, noi non possiamo considerare. 

pic courtesy Keenan Constance

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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