Vai al contenuto

Phil Ivey: "Non ho mai avuto un piano diverso dal poker"

Nutrire dei dubbi, quando si intraprende una carriera incerta come quella del giocatore di poker professionista, appare più che normale, ma evidentemente non per Phil Ivey. Lo statunitense ha infatti rivelato che fin dagli esordi era convinto che avrebbe avuto successo.

"Non sapevo nulla, se non che sarei riuscito a far funzionare questa cosa e che non avessi un'altra opzione - dice oggi a bluff.com ripensando ai suoi esordi - nella mia testa non pensavo neppure che fosse possibile il fallimento, non c'era alcuna possibilità per me di non diventare un giocatore di poker di successo".

All'epoca questo significava spendere lunghe ore in un casinò ogni giorno, circondato da altri giocatori adulti ed esperti cercando di capire cosa fosse meglio fare, non avendo altra scuola diversa da quella dell'esperienza: "I professionisti di oggi hanno imparato il gioco grazie ad internet ed alle informazioni che avevano già a disposizione, mentre tutti quelli della vecchia scuola, me compreso, hanno dovuto procedere per prove ed errori. Non credo che in molti, fra i nuovi professionisti, sarebbero stati capaci di fare altrettanto".

Frequentare le case da gioco dal vivo gli ha però offerto un vantaggio, l'opportunità di imparare praticamente qualsiasi variante di poker: "Per otto o nove anni ho giocato dodici ore al giorno, prima che esistesse la possibilità di giocare su internet. Per questo non ho alcun problema a passare da un torneo all'altro alle WSOP, la variante in cui mi sento più forte è semplicemente quella che sto giocando più assiduamente in quel periodo".

Scopri tutti i bonus di benvenuto

E' per questo che un traguardo che sembra umanamente irraggiungibile come quello dei 30 braccialetti WSOP conquistati in carriera a lui, e forse a lui solo, appare possibile: "Se sarò in grado di giocare ogni evento per i prossimi venticinque anni - spiega - credo di poterci riuscire".

Ma c'è un altro aspetto, che secondo lui ha contribuito in modo decisivo a renderlo un professionista vincente in maniera pressoché inimitabile: "Sono capace di concentrarmi su quello che mi circonda, senza preoccuparmi troppo del futuro e lasciandomi alle spalle il passato. Preferisco vivere nel presente, e credo che per un giocatore sia decisivo. Tutto quello che so, adesso, è che voglio vincere quanti più tornei possibili".

E con le prossime World Series Of Poker ormai non così distanti, sembra decisamente appropriato.

 

MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI