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Buonanno: ‘due fold mi hanno fatto vincere. Roca? Un pivello’

A poche ore dalla finale-maratona di Montecarlo, Antonio Buonanno rivive con noi il final table che l’ha consacrato nell’albo d’oro dell’European Poker Tour (leggi qui la prima parte dell’intervista). Una vittoria storica che, purtroppo, è stata snobbata da molti, soprattutto dall’opinione pubblica e i media generalisti. Peccato.

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Ti aspettavi un epilogo così lungo?

Diciamo che noi italiani dobbiamo sudare sempre, la strada non la troviamo mai in discesa: se non giocavo almeno 18 ore, non vincevo. Scherzi a parte, è stata dura, eppure ero convinto di poter vincere, anche quando sono rimasto solo con due milioni di chips. Sapevo di avere un credito speciale con la fortuna, ma dovevo solo aspettare il momento giusto.

Dopo anni ai tavoli, quali sono le qualità che deve avere un giocatore live?

Partiamo dal presupposto che nel live ogni partita è diversa. Se devo essere sincero non mi sento in grado di poter insegnare questo gioco, il poker lo devi soprattutto avere dentro ma è molto più difficile di quanto possa sembrare. Ci sono molte componenti che devi sempre valutare che cambiano in continuazione: stack, posizione, stili dei tuoi rivali etc. Puoi apprendere la matematica, il calcolo delle probabilità ma devi avere dentro qualcosa e l’esperienza ti può aiutare molto.

I tuoi punti di forza? Lettura dell’avversario? Psicologia?

E’ un gioco molto psicologico e penso, dopo tanti anni, di essere capace di leggere bene i miei avversari, dopo un’ora di gioco. Penso che questa sia la mia forza. Poi sbagliamo tutti: venerdì, su 300 colpi, almeno 3 o 4 li ho sbagliati di sicuro, ma penso di aver letto in modo corretto anche molte mani.

Tipo?

Due in particolare: nella prima eravamo 4 left, in blind war. Io avevo A-2 e Salter mi ha mandato in All in. Lo facevo con AA o KK ed ho foldato. Io avevo 7,5 milioni di chips, lui 4 milioni. Penso di aver giocato bene, sono convinto che senza AA o KK, avrebbe passato tutte le altri mani in quel momento e le probabilità che avesse una monster, erano bassissime.

Ti possiamo confermare che aveva KK: l'abbiamo visto durante la diretta streaming.

Si, al tavolo me lo ha detto anche lui. E’ un bravissimo giocatore, in un' altra mano abbiamo avuto entrambi una lettura perfetta. Eravamo in heads-up, io con A-9 e lui mi ha 4-bettato per 2 milioni. Però ho voluto vedere il flop ed ho fatto call. Sono uscito bettando per 1,5 milioni, lui mi ha mandato All-in un’altra volta. Lo facevo su A-Q o al massimo A-J. Ha capito cosa avevo in mano e mi ha fatto foldare. Penso che questi due fold, abbiano contribuito alla mia vittoria in maniera determinante.

Sei un buon incassatore…

C’è stato un momento che ha preso il sopravvento su di me, per almeno 15 minuti. Ho dovuto sempre passare. Sono certo che fosse in bluff almeno 7 volte su 10, ma volevo solo aspettare il momento giusto. Ero in netto vantaggio e non potevo permettermi di farlo raddoppiare e riequilibrare il match.

La tua pazienza ha contribuito in maniera decisiva alla vittoria? Spesso gli italiani si sono fatti tradire dal fatto di voler chiudere subito l’heads-up.

Si, la pazienza è fondamentale. Questo è il gioco più difficile del mondo. All’apparenza sembra il più semplice, eppure, quando meno te lo aspetti, molti players si sciolgono come neve al sole. 

Puoi farci qualche esempio?

Lo spagnolo Mayu Roca ha giocato il tavolo finale come un pivellino. Nei giorni precedenti aveva mostrato un ottimo poker ed ha tutta la mia stima, ma nel momento decisivo si è perso. 

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Lo spagnolo Roca, timoroso al tavolo

L’avversario che ti ha fatto penare di più è stato Salter?

Mi ha tenuto testa, farà molto bene perché è un buon giocatore. Non mi ha regalato una chip in 20 ore di gioco. Io nei primi livelli ho visto ottime carte ma quando iniziano a foldarti AA e AK, puoi andare molto vicino al tilt. Infatti dopo quella fase, penso di aver fatto gli errori più palesi. E’ come se ti scoppiassero. Contro di lui ho sbagliato un call con AK ma in altre occasioni non gli ho lasciato neanche io una fiche.

L’impressione è che i soldi in ballo non ti abbiano condizionato, vero?

Zero, al payout non ci pensavo. Volevo solo vincere. Non ho mai pensato di poter arrivare secondo.

Cosa farai con 1,2 milioni di euro? Un bel viaggio?

Noi giocatori siamo sempre in viaggio. 

Dopo molti anni di professionismo, cosa vorresti cambiare per migliorare lo status di poker pro?

Il problema è che in Italia ci vogliono massacrare. Trovo assurdo che io debba pagare le tasse sulle vincite lorde e non sul netto. Se in un anno pago 100.000 euro di buy-in e ne vinco altrettanti, perché devo pagare le tasse? Trovo assurdo il fatto che un giocatore non possa detrarre le perdite.

Leggi la prima parte dell’intervista

photo courtesy Neil Stoddard-PokerStars

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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