Inutile negarlo, Dan Bilzerian è come Cassano, un personaggio destinato sempre a far discutere, eppure la sua popolarità (e i numeri lo dimostrano) cresce di giorno in giorno, a tal punto che tutti i blog del mondo sono stati "costretti" a dargli spazio.
La copertina che il noto portale sul lusso "Ealuxe" ha dedicato a Bilzerian
Il ricco “mascellone” fa discutere anche in Italia: la scorsa settimana è stato al centro di un ampio dibattito (anche costruttivo), tra i poker players e gli appassionati. Molti dubbi (legittimi) sono stati sollevati da una persona equilibrata ed esperta del settore come Daniele Mazzia.
Non smetteremo mai di ripeterlo: Bilzerian va preso con le molle e non è certo un esempio né ai tavoli, né nella vita (lui stesso ha raccontato di aver fatto un uso esagerato di cocaina). Però, piaccia o no, fa parte anche lui di questo circus.
L’audience e i numeri sono dalla sua parte: il “popolo di internet” vuole Dan e ogni giorno vota per lui.
Questo non vuol dire che debba monopolizzare le cronache pokeristiche, ma essendo un ambasciatore sui generis (anche il Corriere della Sera gli ha dedicato alcuni servizi), si è conquistato (in modo non del tutto ortodosso) i suoi spazi, complice anche un mondo che si è trasformato (non migliorato) in modo radicale (per via dei social), rispetto agli anni del boom del poker. Ed in molti sono rimasti spiazzati.
Il fenomeno mediatico alimentato dal ricco milionario statunitense, ha annichilito – sempre sotto il profilo della comunicazione - la vecchia guardia e dato una forte scossa alla nuova generazione di grinder: negli ultimi anni nessun player (neanche i top come Ivey e Negreanu) si è minimamente avvicinato ai suoi numeri (per partecipazione sui blog e condivisioni sui social).
Facebook, Instagram e Twitter sono il suo pane quotidiano. Inutile dire che questi strumenti hanno rivoluzionato il mondo e il modo di comunicare (a tutti i livelli) e lui, prima di altri, ha capito come sfruttare a suo vantaggio questo mezzi.
L’importante è avere sempre in testa una cosa chiara: con o senza Bilzerian, chi fa informazione in questo settore non deve mai perdere di vista il forte richiamino al senso di responsabilità e di equilibrio: il poker non è quello di Bilzerian, o meglio, lo è, ma solo in una minima parte (purtroppo c’è chi continua a ballarsi cifre da paura nelle partite private).
Per questo motivo Assopoker non si è mai tirato indietro riguardo alle tematiche legali e di servizio per chi si avvicina a questo mondo.
Ma, a piccole dosi, la gente ha bisogno anche di un pizzico di leggerezza in più, essendo comunque un gioco: Bilzerian, con le sue provocazioni, sta monopolizzando le cronache perché ha capito – prima di altri - che la maggior parte degli appassionati vede nel poker, una forma di evasione e di divertimento. Non si può vedere questo mondo solo in maniera "aristocratica", quasi snob, ricordatevi che stiamo parlando sempre di un gioco.
Bilzerian è riuscito a conquistarsi a spallate uno spazio importante e molti pro famosi iniziano già a riflettere a nuove strategie marketing: una scossa ci voleva, considerando che l’industria del poker non riesce più a lasciare il segno nelle politiche di comunicazione dal black Friday, quando il carrozzone americano è stato costretto a spegnere le luci.
In termini di popolarità (misurata su numeri oggettivi, come letture nei portali e su Facebook) forse solo tre “filoni” sono riusciti a fargli concorrenza ed hanno catturato l’attenzione negli ultimi 5, 6 anni: il mistero sull’identità di Isildur1 (ai tempi degli esordi su Full Tilt), proprio il Black Friday e l’inchiesta fiscale sui players italiani. Per il resto, siamo lontani anni luce.