Che cos'hanno in comune Carter Gill, David Diaz, Chan Pelton e Sam Panzica? Semplice: se tornassero indietro, probabilmente si comporterebbero diversamente. Perché nessuno di loro potrà partecipare alle World Series of Poker.
Nella stragrande maggioranza dei casi, non c'entra tanto il circuito in sé, quanto la volontà della sala da gioco, come ad esempio il Rio All-Suite Hotel & Casinò, la sede delle WSOP. Va da sé che se un giocatore viene bannato dal casinò per qualsivoglia motivo, non ci può mettere piede neppure per partecipare alla principale manifestazione pokeristica mondiale.
"Ovviamente ogni caso è unico e viene gestito in maniera indipendente - ha dichiarato Seth Palansky, responsabile della comunicazione per le WSOP - Le World Series of Poker non possono fare nulla per gli incidenti capitati al Rio. Come ogni incidente che capita nella proprietà di un casinò, il problema viene gestito dal dipartimento di sicurezza e di rischio, a volte dal dipartimento legale e addirittura a volte dalle forze dell'ordine locali o statali".
Poco importa che un giocatore si sia sempre ben comportato durante le WSOP: "I giocatori devono capire che noi abbiamo le mani legate. Se la loro condotta porta al coinvolgimento della security, c'è la concreta possibilità di perdere la possibilità di entrare nei nostri casinò e non c'è nulla che le WSOP possano fare".
Anche dal punto di vista disciplinare, il margine di manovra è nullo: "Se le vostre azioni lo richiedono, preparatevi purtroppo a una punizione. E sì, di solito la punizione è severa, perché i casinò sono proprietà private spesso obiettivo del sistema legale. Le vittime tendono a citare i casinò come responsabili perché pensano di poter ricevere un sacco di soldi".
Perciò, spiega Palansky, visto che le cause possono protrarsi a lungo nel tempo, i casinò si cautelano e bannano i responsabili dei disordini per un tempo che ritengono sufficiente. A volte capita che una persona non possa mai più tornare al casinò, a seconda della severità del processo legale.
D'accordo, ma allora speranze di redimersi non ve ne sono? "C'e il processo d'appello - ma dopo un bel po' - e i dipartimenti appositi che revisionano il caso e ascoltano chi è stato bandito per determinare se il ban può essere revocato. Tipicamente però, è molto dura che un ban venga rimosso".
E poco importa che quel giocatore risulti particolarmente simpatico allo staff delle WSOP: "Noi come WSOP, in alcuni casi, siamo emotivamente vicini a chi viene bandito. Di solito sono persone che conosciamo e che, per quanto ci riguarda, non hanno mai fatto nulla di male. Ma una singola brutta decisione da loro presa ci taglia fuori".