Dominik Nitsche è un ragazzo di appena 23 anni eppure può già vantare vincite milionarie nei tornei dal vivo. Un fenomeno, insomma, che va a comporre la già nutrita schiera di giovani players tedeschi che sta dominando la scena live: da Philipp Gruissem a Marvin Rettenmaier, passando per Ole Schemion.
Per Dominik, tuttavia, la nazionalità tedesca non è un qualcosa a cui si lente legato in maniera viscerale, dal momento che vive a Edimburgo ma è perennemente in giro per il mondo a giocare tornei come dimostrano le 70 bandierine piantate veramente in qualunque posto sulla faccia della Terra: dalla prima vittoria al Latin America Poker Tour in Argentina nel 2009, ha infilato una serie di ITM in Europa (ha giocato in quasi tutti i casinò del vecchio continente), Asia, Africa, Stati Uniti e Australia. Un vero e proprio rounder dei giorni nostri, come da lui stesso confermato in una recente intervista per Pokerlistings.com.
Nitsche impegnato all'UKPT di Londra
"Sì, la mia vita è un tour pokeristico senza fine" conferma Dominik, che poi si lancia in un confronto tra i field delle WSOP e dell'EPT, unico circuito tra i maggiori nel quale non ha ancora vinto un titolo. "I giocatori dell'ETP sono molto più forti rispetto a quelli delle WSOP ma grazie alla preparazione e allo studio degli ultimi due anni, non ho più timore di nessuno. C'è però da considerare che un conto è la mia preparazione, un altro è la varianza. Resto comunque convinto di sedermi a un tavolo finale EPT entro la fine dell'anno".
Un ragazzo con le idee chiare, Dominik Nitsche, che, contrariamente a molti altri professionisti della sua età, ha deciso di dedicarsi maggiormente al poker live rispetto a quello online e la ragione non poteva che essere la possibilità di viaggiare: "Mi manca solo più il Giappone da visitare e poi avrò visto praticamente tutto. A novembre sarò a Macao e ne approfitterò per colmare questa lacuna. So già che in Giappone non potrò giocare a poker, quindi non rimarrò deluso come in Moldavia, quando al casinò mi hanno detto che non c'era nessuna poker room".
Se le WSOP rappresentano un obiettivo per qualsiasi giocatore, figuriamoci se non sono già in programma per il giramondo tedesco: "Giocherò ogni torneo di No-Limit Hold'em e vincerò il secondo braccialetto. Vorrei partecipare al Big One for One Drop (torneo da un milione di dollari di buy-in ndr) ma se non ci riuscirò quest'anno, ho comunque intenzione di giocarlo entro due anni. In fondo ho un vantaggio considerevole sul field di qualsiasi evento di NLHE, è un dato di fatto. Quest'anno, comunque, non giocherò i tornei da 1.000 dollari fin dall'inizio, mi siederò solo dopo varie ore perchè ho intenzione di giocare moltissimo a cash game."
Qual è il senso di sedersi ai tavoli di cash game se si è sicuro di avere un edge mostruoso nei tornei? Il motivo è legato a una questione molto pratica: "Anche se ci sono molti pessimi giocatori, nei primi livelli non puoi vincere il torneo e considerando che ho expected molto alto anche nel cash game, preferisco approfittarne perchè alla fine della giornata conta solo il profitto reale. Per ora gioco il $5/$10 e il $25/$50 ma l'obiettivo è di raggiungere il $50/$100".
Dominik Nitsche ha vinto un evento WSOP da 1.000 dollari nel 2012 per oltre 600.000$
Ai molti che ritengono il poker morto, un ambito dove non è più possibile vincere, basterebbe far vedere la costanza nei risultati di Nitsche, ma è lui stesso a voler dare un'opinione sullo stato attuale del gioco: "Tutti fanno schifo a poker, io incluso. Se vinco bene è perchè sono semplicemente meno scarso di altri. La ragione è legata all'approccio: i players credono che sia tutta una questione di ego, per questo non giocano ma si fanno la guerra. La situazione rimarrà immutata finchè la gente non cambierà atteggiamento e si dedicherà a un gioco basato sulla matematica".
Che la matematica fosse un aspetto importante del poker è senza dubbio vero, ma secondo Dominik è l'unica cosa che conta per essere vincenti: "Tutti i giocatori che hanno avuto successo basandosi sulle intuizioni andranno broke e spariranno. I giocatori che ritengono giusto 4bettare in bluff perchè l'avversario ha una piccolissima parte di bluff nel range di 3bet spariranno dal circuito EPT entro due o tre anni. Il futuro del poker è in mano ai player come me, che lavorano sugli aspetti matematici come posizione, stack e importo delle puntate".
Anche se può suonare un po' arrogante da parte sua, è importante prendere con grande serietà i consigli di Dominik Nitsche, un ragazzo di appena 23 anni che ha già conquistato la stima di tutto il mondo del poker e che ha fatto segnare risultati che parlano da soli: oltre sei milioni di dollari vinti tra tornei online e live. Con queste premesse, forse, è ora di ascoltare il tedesco e rimettersi a studiare un po' di matematica applicata al poker.