Il successo assolutamente straordinario che Macao ha raccolto in questi ultimi anni nel mondo del gioco sta portando a conseguenze impreviste, con casinò che spuntano come funghi ed alla disperata ricerca di personale qualificato.
In quell'area, infatti, circa un quarto della popolazione lavora nel mondo del gioco, e stando ad una recente ricerca condotta da una società statunitense il livello di disoccupazione è ridicolmente basso, al di sotto del due percento. Sembrerebbe una notizia eccellente, ma non per le case da gioco che faticano a rispondere in modo efficace ad una semplice domanda: dove trovare dealer e croupier da mettere ai tavoli?
La situazione è resa ancora più complicata da un'evidente barriera linguistica: i lavoratori devono infatti essere in grado di comunicare efficacemente con la clientela orientale, e salvo rare eccezioni non possono certo sperare di riuscirci in inglese. Questo sta portando a due conseguenze. Da un lato, i casinò di recente apertura si trovano costretti a tenere aperti meno tavoli di quanti vorrebbero, per il semplice fatto che la disponibilità del personale è limitata.
Dall'altro, è lotta senza quartiere fra le case da gioco per accaparrarsi i dipendenti, con vere e proprie "aste" che vanno a tutto vantaggio dei lavoratori ma non certo di chi manovra dietro le quinte. Qualcuno che ha esperienza, è già sul posto ed è quindi immediatamente in grado di essere abile ed arruolato in questo contesto è merce rara e preziosa: per questo motivo, da un lato i datori di lavoro attuali cercano disperatamente di trattenere i propri dipendenti, dall'altro la concorrenza si dà da fare per indurli in tentazione e spingerli a passare dall'altra parte della barricata.
Come riporta Daniel Allermand, già lo scorso marzo Steve Wynn ha offerto a 7.500 dipendenti del Wynn Macao Ltd quote della compagnia come benefit per indurli a rimanere, un espediente che al momento sembra aver portato i suoi frutti ma che si teme non possa bastare nel lungo periodo, quando la concorrenza avrà verosimilmente aggiustato il tiro.
La maggioranza delle sale da gioco insomma deve fare i conti col rischio incessante di perdere forza lavoro difficile e costosa da rimpiazzare, ed è facile immaginare che quando hai un mucchio di cinesi alla porta con valigie di soldi pronte ad essere rovesciate sui tavoli da gioco, dovergli dire che non c'è posto è perfino peggiore di un incubo.