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Las Vegas: come è cambiata la Strip…

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Las Vegas ha mutato pelle negli ultimi cinque anni e nulla è dovuto al caso: i casinò resort più in vista sulla Strip hanno investito milioni di dollari sulle infrastrutture turistiche e gli ultimi dati testimoniano una tendenza inequivocabile.

Sono stati anni duri in Nevada, visto che le multinazionali del gambling si sono esposte con debiti record, proprio alla vigilia della crisi finanziaria del 2008 che ha messo in ginocchio gli Stati Uniti. A tal punto da preoccupare Wall Street e i fondi di investimento che possiedono quote azionarie rilevanti a SinCity.

Dieci anni fa, le nuove strategie erano state studiate a tavolino, per offrire più intrattenimento alle famiglie dei giocatori (e non solo), in modo da diversificare e implementare lo sviluppo del turismo di massa. 

Durante la crisi però, per molti turisti occidentali (non solo statunitensi…) andare a Las Vegas rappresentava un lusso: per questa ragione, le sale da gioco del Nevada, erano finite in rosso.  Chi ha creduto nell’Asia e in Macao si è salvato come Wynn International, MGM e Las Vegas Sands.

Caesars (società che detiene i diritti delle WSOP) invece non ha mai guardato oltre i confini degli States e naviga tutt’ora in un mare di debiti, nonostante sia la forza numero uno della città delle luci, anche da un punto di vista politico. 

In una prima fase, i manager dei casinò hanno provato a prendere spunto proprio da Macao, cercando di favorire l’approdo di giocatori high stakes (in particolare di baccarat), con nuove strutture esclusive, ma il tentativo non è andato a buon fine, nonostante molte sale abbiano messo a disposizione delle balene asiatiche e russe, anche jet aziendali.

Un target che ha premiato le nuove politiche marketing invece è stato quello dei giovani. Per molti ventenni statunitensi, Las Vegas è una meta ambita per passare qualche week-end spensierato.  I night club alla moda si sono assicurati i DJ più famosi del mondo e sono spuntate discoteche in ogni angolo della Strip.  L’ultimo locale notturno inaugurato è stato l’imponente Hakkasan, all’interno di MGM Grand, un anno fa.

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Con la cura Obama, e la crisi alle spalle, il turismo di massa è tornato a SinCity e i primi risultati sono tangibili: secondo un rapporto di “Las Vegas Convention and Visitors Authority” nel 2013, le famiglie e i giovani hanno un peso sempre maggiore sull’economia della città.

L’età media dei visitatori è diminuita drasticamente  e – in proporzione – si spende di più per cibo e bevande e meno ai tavoli da gioco, rispetto al 2009.

Ben 4 turisti su 5 sono sposati (prova evidente che le famiglie sono tornate a visitare il Nevada) e 9 su 10 guadagnano più di 40.000 dollari all’anno.

L’età media è di 46 anni, nel 2009 invece era di 50. La spesa per cibo e bevande per quattro giorni di soggiorno è di 279 dollari a persona. Il 72% dei turisti ha assistito ad almeno uno spettacolo.

Il 71% si è recato al casinò a giocare ma il dato è preoccupante per le sale, considerando che nel 2009, la percentuale era dell’83%

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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