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Patrik Antonius: "Meglio di me solo Ivey"

Patrik Antonius ha parlato a ruota libera dei suoi colleghiSguardo di ghiaccio, fisico possente, ed un poker mindset pressoché perfetto per sbarazzarsi di qualsiasi avversario si trovi innanzi: trovarsi davanti a Patrik Antonius non dev’essere affatto semplice, da qualsiasi lato lo vogliate prendere.

Nonostante sia uno dei giocatori più vincenti e temuti dell’online, lui che a questa generazione non appartiene avendo iniziato nei casinò ma che abitualmente domina, il finlandese trova che ci sia ancora qualcuno migliore di lui, ovvero sua maestà Phil Ivey: “Credo che sia l’unico a poter avere un edge su di me, è l’avversario più duro”. E gli altri allora? Patrik ha una parola per tutti: “Tom Dwan è molto estroso, ha un suo stile unico, ma gioca unicamente Pot Limit Omaha e No Limit Hold’em, mentre io e Phil Ivey siamo forti anche nelle altre discipline. Un altro player con cui trovo sia molto difficile confrontarsi è “Ziigmund”, penso che i migliori siano questi”.

E quando gli viene chiesto di Gus Hansen, sentite cosa risponde: “Lo rispetto, e credo sia un giocatore migliore di “OMGClayAiken” e “Urindanger”, nonostante siano più vincenti di lui. Sicuramente stanno avendo dei periodi positivi, ma li ho visti fare delle chiamate molto discutibili contro di me, e non è un caso se si siedono al tavolo solo quando c’è un pollo da spennare. Non si confrontano soltanto con i giocatori più forti, anche se sicuramente li inserirei entrambi nella lista dei 10 miglior players”. Ecco allora come Antonius spiega le profonde perdite di Gus Hansen: “Saprebbe esattamente come giocare ed è davvero temibile nelle varianti “limit”, ma ha le sue debolezze. Ama troppo azzardare, fondamentalmente”.

E a differenza di Phil Ivey e della stragrande maggioranza dei giocatori, non sembra particolarmente interessato a raggiungere risultati di rilievo alle World Series Of Poker, come del resto confermano le sue scarse partecipazioni: “Se anche vincessi un braccialetto non credo significherebbe nulla. Ci sono molti eventi e un sacco di persone ne hanno vinti. Al momento gioco per vincere denaro, e ho smesso di partecipare ai tornei live con frequenza sia perché sono molto stressanti a causa dei lunghi spostamenti sia perché era una dimensione che mi andava stretta”.

Un’altra differenza che lo contraddistingue da molti altri giocatori è proprio il suo volersi smarcare dall’etichetta del Professional Poker Player, anche per quanto riguarda lo stile di vita: “Mi sento molto più di un giocatore di poker, e non voglio neanche essere inserito in quella categoria ormai. Non mi piace il loro modo di vivere, parlano troppo e trovo la loro compagnia molto noiosa”.

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Un momento del 'durrrr challenge' tra Patrik Antonius e Tom Dwan

Antonius è fra l’altro diventato padre, ma questo non gli ha certo tolto la voglia di giocare e di raccogliere le sfide per lui più stimolanti, come quel “durrrr challenge” che lo vede opposto appunto allo statunitense, su cui dice: “All’inizio era piuttosto noioso, sembrava di giocare per niente. Adesso partiamo con 100,000$ di stack ed è più interessante, mi piace giocare deep perché è più tecnico, e molte cose possono ancora accadere. Volendo avremmo potuto finirlo in due o tre mesi, ma non amo giocare troppo a lungo ultimamente, anche se adesso ho più tempo da dedicarvi”. Spende quindi parole di elogio per il suo avversario, e per la sua capacità di multitablare con avversari di alto livello come se nulla fosse: “Tre tavoli sono facili da gestire, il quarto inizialmente mi creava molti problemi, ed ancora adesso a volte. Lui è una persona speciale, il migliore al mondo nel giocare sei tavoli allo stesso tempo”. Tuttavia, comunque vada, nessun rimpianto: “Il migliore sarà colui che vincerà alla fine, e mi auguro di essere io”.

E glielo auguriamo di cuore anche noi, almeno in sua presenza, e non chiamateci mercenari per questo: osereste davvero contraddire un finlandese appassionato di Mixed Martial Arts?

 

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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