La Procura di Torino ha aperto un’indagine su un giro di scommesse su siti definiti “illegali”, i .com, ovvero quelle piattaforme non autorizzate dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM ex AAMS) che non hanno una concessione e operano con una licenza straniera, sia in territorio UE che EXTRA UE (la distinzione è importante e vedremo perché).
Tra gli scommettitori i bookmakers e casinò online privi di concessione italiana sono anche definiti siti non AAMS (non autorizzati dai Monopoli di Stato), una dicitura oramai non corretta ma che è entrata nel gergo dei gamblers.
In questo Articolo:
- 1 Siti non autorizzati: l'indagine di Torino sui giocatori
- 2 Scommettere sui siti stranieri non autorizzati è illegale in Italia?
- 3 Scommettere su Siti UE cosa succede?
- 4 Fisco: in caso di vincite su un sito italiano o straniero non autorizzato cosa rischiano i gamblers?
- 5 Le scarse tutele dei .com
- 6 Come capire quando un sito è legale?
Siti non autorizzati: l'indagine di Torino sui giocatori
Il pubblico ministero di Torino Manuela Pedrotta sarebbe la titolare dell’inchiesta e, dai primi accertamenti, dalle notizie che filtrano stamani dalla stampa, sembra che l'indagine sia concentrata anche sui gamblers e non solo sui bookmakers.
Le perizie avrebbero rilevato anche tracce digitali dal profilo del centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli che, avrebbe avuto accesso a tali allibratori, secondo le prime ricostruzioni dei media, anche se l’indagine è ancora in corso e sembra esserci una palese violazione del segreto istruttorio.
Bisognerà capire se Fagioli ha scommesso o meno su alcuni eventi sportivi e quali, soprattutto per una sua responsabilità in merito all’articolo 24 del codice di giustizia sportiva della FIGC. Ma oggi più che dell’aspetto sportivo vogliamo concentrarci su quelli di responsabilità penale, amministrativa e fiscale di ogni singolo player italiano.
Scommettere sui siti stranieri non autorizzati è illegale in Italia?
Scommettere nel nostro paese è un’attività legale e consentita dal codice penale ma solo su piattaforme autorizzate e riconosciute dalle autorità italiane ADM, seguendo regole ben definite.
E’ senza dubbio reato penale scommettere su bookmakers, casinò e poker rooms che operano con licenze rilasciate fuori dall’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo come, ad esempio, Curacao. In questo caso lo scommettitore rischia una denuncia penale per la violazione dell’articolo 4, comma 3, della legge numero 401 del 1989.
“Chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda da lire centomila a lire un milione”. Naturalmente oggi le ammende previste non sono più in lire ma in euro (ovvero da 51 a 516€).
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Scommettere su Siti UE cosa succede?
Per quanto riguarda i siti che non hanno concessione italiana ma operano con una licenza rilasciata da un paese dell’Unione Europea? In questo caso non possiamo rispondervi con certezza perché la giurisprudenza è molto variegata. I giudici italiani oramai sulla questione in genere rinviano alle decisioni della Corte di Giustizia Europea che, in passato, è stata favorevole soprattutto ai bookmakers “europei.
Fisco: in caso di vincite su un sito italiano o straniero non autorizzato cosa rischiano i gamblers?
Sotto il profilo fiscale, uno scommettitore che vince su una piattaforma autorizzata da ADM non ha obblighi dichiarativi nei confronti dell’Agenzia delle Entrate perché i siti concessionari agiscono già da sostituti d’imposta.
In linea teorica anche sulle piattaforme autorizzate da un governo dell’Unione Europea, essendo in vigore il principio dei Trattati UE di doppia imposizione, in teoria la vincita dovrebbe essere esentata da ulteriori prelievi fiscali da parte dello Stato Italiano. Così ha stabilito la Corte di Giustizia Europea con la sentenza Blanco-Fabretti (due giocatori di poker italiani che hanno vinto il ricorso nella CGUE) recepita da una legge ordinaria italiana.
Però è bene avvalersi della consulenza di un avvocato fiscalista specializzato perché non è escluso che le autorità fiscali italiani non contestino la mancata dichiarazione della vincita come atto formale nella dichiarazione dei redditi.
Per quanto riguarda invece i siti con licenza extra UE, in questo caso il giocatore ha obblighi dichiarativi ben precisi (lo deve dichiarare come reddito diverso se è un amatore) o rischia pesantissime sanzioni e anche la confisca della vincita stessa.
Le scarse tutele dei .com
Ci sono poi scarse tutele riguardo i .com per la reperibilità degli stessi in caso di azioni patrimoniali a tutela dei giocatori. Molte giurisdizioni (come ad esempio Curacao) prevedono la facoltà dei bookmakers di chiudere conti in modo quasi automatico e con estrema semplicità con la confisca delle vincite. Per questo sono piattaforme ritenute molto rischiose tra i gamblers più esperti.
Come capire quando un sito è legale?
Sulla piattaforma web del sito di gioco deve essere menzionata la società titolare della concessione e il numero di concessione di ADM. Se nella lobby del sito si fa riferimento ad altre licenze da Malta, Curacao, Gibilterra e UK, vuol dire che non sono naturalmente autorizzate per operare in Italia.
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