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Al termine di uno dei tavoli finali più lunghi ed estenuanti che si ricordino, Gianni Giaroni ha concluso la sua esperienza al Partouche Poker Tour con un terzo posto che gli vale ben 357.200€. Diciamo subito che è stato un final table deludente, perchè nonostante la struttura ipergiocabile (bui che cambiavano ogni due ore, ndr) i contenuti tecnici sono stati veramente poveri.
Inoltre, rimane poco comprensibile la scelta, da parte dell'organizzazione, di non corroborare una siffatta struttura con un giorno supplementare di gara.
Invece no, e i players si sono ritrovati a dover sostenere oltre 19 ore di final table. Per Giaroni, che certo non è un giovanotto, si è trattato di un handicap non indifferente. Comunque, inizialmente la situazione si presentava così:
Michael Tureniec 3.041.000
Cedric Rossi 2.793.000
Gianni Giaroni 2.318.000
Michel Janvier 1.997.000
Hassan Fares 1.595.000
Mika Puumalainen 1.296.000
Jean Paul Pasqualini 1.185.000
Wesley Paintling 895.000
Henri Kettunen 528.000
La prematura ed inattesa uscita del favorito Tureniec priva il final table di un importante tema tecnico: lo svedese è infatti conosciuto come un iperaggressivo, quindi il gioco si fa molto più passivo senza di lui. Dopo una lunga attesa e pochi spunti interessanti se non una mano in cui Pasqualini vola chipleader con un doppio player out grazie a QQ.
Si rimane in quattro, quando ormai sono le 3 del mattino e i giocatori sono seduti davanti alle telecamere dalle 2 del pomeriggio precedente, ma ancora il peggio deve arrivare. La fase 4-handed dura infatti oltre un'ora mentre quella three-handed addirittura altre tre ore abbondanti, e nessuno sembra azzardarsi a fare un passo. Chi dovrebbe farlo è sicuramente il chipleader Pasqualini che, dall'alto dei suoi quasi 10 milioni, potrebbe "bullare" sia Rossi che Giaroni, fermi a 4 e 2 milioni circa rispettivamente.
Ma non accade nulla, e il sospetto di una sorta di "Soft Play" fra i due transalpini è qualcosa di più di una vocina che ronza in testa. Una mano in cui Cedric Rossi folda una doppia coppia all'asso floppata dopo il miniraise di Pasqualini è stata vista dai più come uno scandalo. Il final table era infatti visibile in diretta, con le carte dei giocatori disponibili da subito per i telespettatori (i finalisti erano praticamente chiusi dentro l'area di gioco per evitare contatti con l'esterno, ndr).
Dal canto suo, Giaroni si mostra chiaramente stanco e probabilmente senza l'esperienza tecnica necessaria per reggere il confronto. Sta di fatto che Gianni si sente un pò accerchiato, e sono le 7 e 30 del mattino quando prova lo steal con 89 trovando il call del chipleader con JJ. All'atto dell'eliminazione Giaroni ha un gesto di stizza, rifiutando di dare la mano all'avversario. Che abbia torto o ragione poco importa a questo punto, anche se un heads up finale che duri quasi quanto una gara di Usain Bolt va a confortare ulteriormente i sospetti di un (tacito?) accordo tra i due francesi.
Alla fine dello sbrigativo testa a testa, la vittoria ed il milione di euro vanno a Jean Paul Pasqualini, su Cedric Rossi che di euro ne vince 606mila. A Gianni Giaroni vanno i complimenti di tutta l'Italia del poker per essere arrivato a questo traguardo del tavolo finale e per il risultato raggiunto, anche se qualche rimpianto indubbiamente c'è.
Ma come si diceva prima, anche senza considerare le possibili scorrettezze francesi, da un punto di vista tecnico Giaroni ha sicuramente qualcosa di cui rimproverarsi. Sono stati infatti diversi i piatti in cui Gianni non ha avuto una buona lettura degli avversari, o non ha capitalizzato a dovere situazioni favorevoli. E questi errori alla lunga si pagano. Biscotto o meno.
