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ThinkItThrough, un fenomeno che non vinceva al NL50

Quante storie avete ascoltato di giocatori professionisti che da subito hanno cominciato a vincere senza più fermarsi? Indubbiamente più di qualcuna, ma quella di Gordon "ThinkItThrough" Gekko (!) è sicuramente diversa.

Lo statunitense, infatti, è oggi un coach molto rispettato da chi gioca heads-up cash game, ma la sua carriera inizialmente fu tutt'altro che entusiasmante. Giocatore di scacchi che intendeva trovare un modo per guadagnare del denaro online, si imbatte nel poker e decide che quella è la sua strada, ma il suo amore a prima vista non viene affatto ricambiato.

"La verità era che facevo breakeven al NL50 - ha ammesso più di una volta - ho fatto un lungo percorso fatto di prove ed errori, in pratica ho commesso ogni sbaglio possibile. Ricordo che in quel periodo vivevo a New York, ed entrai in una libreria comprando tutto quello che avevano sul poker, saranno stati 20 volumi. Non dimenticherò mai la faccia della cassiera, chissà cosa avrà pensato di me".

Eppure, ad un certo punto, qualcosa improvvisamente scatta, e così comincia a scalare molto rapidamente i livelli heads-up, arrivando a giocare fino al NL5.000: "Spesso sono una persona che può apparire stupida, ho bisogno di più tempo per capire come funzionino le cose rispetto ad altri, ma una volta riuscitoci non le dimentico e sono pronto per andare dritto come un treno".

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Uno dei grafici heads-up di "ThinkItThrough", con mani dal NL600 al NL5000

Oggi si dedica principalmente al coaching - ed è anche piuttosto caro, visto che chiede 500 € l'ora - ed una delle cose di cui sembra andare più orgoglioso è proprio il successo dei suoi studenti, alcuni dei quali è riuscito a portare dai microlimiti a vincere bene ai middle stakes heads-up nel giro di un anno e mezzo. Lui giura che non ci sia una ricetta magica, e che ancora oggi sia possibile ottenere risultati importanti nonostante la competitività che esiste nel poker online.

"Questo significa che tutti possano essere dei vincenti? No, ma questo accade perché molti si fermano ai primi ostacoli - spiega - i campioni sono quelli che si alzano una volta in più degli altri, ma bisogna lavorare duramente per ottenere certi risultati. Per trasformarsi da giocatori che fanno breakeven a player capaci di battere il livello può bastare anche un mese, ma bisogna essere disposti a fare la propria parte".

Naturalmente c'è sempre una legittima diffidenza, nei confronti di chi si proponga come uno dei migliori ma poi stia ormai spesso e volentieri lontano dai tavoli in prima persona, ma lui giura che i risultati dei suoi "protetti" siano la migliore pubblicità di cui ha bisogno, e chissà se lo ritrovasse adesso che cosa penserebbe quella cassiera di lui...

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