Tra i regular di tornei di poker online che negli ultimi anni si sono affermati nel panorama italiano, un posto tutto suo spetta a 'RalphCifaretto', il nickname usato dallo specialista e coach tarantino Mirko Numerato su PokerStars. Ecco il suo identikit.
In questo Articolo:
Le presentazioni
Ciao Mirko per iniziare presentati ai nostri lettori!
Ho 31 anni, vengo da Taranto dove ho vissuto per quasi tutta la mia vita. Oggi vivo a Roma da quasi tre anni.
Quando è iniziata la tua carriera pokeristica?
L'approccio verso la carriera da poker pro parte da molto lontano. Imparai le regole grazie a un amico ma già in famiglia c'era una certa passione perché mio nonno e mio padre giocavano al poker a cinque carte. In casa si respirava aria di poker. Dopo qualche partita scaricai Zynga Poker e poi con gli amici giocavamo ogni week-end. Poi nei primi anni di università iniziai a giochicchiare online. Giocavo pochissimo in realtà, ma cercavo di informarmi tanto: Leggevo molto i forum e mi si era accesa una passione per lo studio del gioco.
La carriera da pro
Quando hai iniziato a fare sul serio?
Col passare del tempo mi sono convinto di poter essere in gamba a questo gioco anche se fino ad allora giochicchiavo due o tre volte al mese. A fine 2018 decidi di mandare la candidatura a pokermagia, sono stato preso alcuni mesi dopo una piccola gavetta e lì è iniziato realmente il mio percorso pokeristico.
Chi sono stati i tuoi primi coach?
Stefano Terziani e Alessio di Cesare che mi hanno dato una impronta e un certo approccio analitico al gioco. Ma forse ancora più di loro, decisivo non soltanto per il lavoro tecnico è stato Federico Mazzini, 'mazziskin', che mi ha fatto capire che secondo lui ero abbastanza portato e valeva la pena provarci. Purtroppo l'esperienza con lui durò pochi mesi ma poi sono stato nuovamente fortunato perché ho trovato una nuova scuola.
Che percorso hai avuto?
Ho iniziato il mio percorso giocando abi10 ormai cinque anni e mezzo fa e da lì è iniziata la mia vera e propria carriera da professionista. Il team guidato da Galb e camosh mi ha assistito sotto tutti i punti di vista. Al di là di quello che ti può arrivare a livello tecnico da un top assoluto come Camosci, anche Galb è stato decisivo per quanto riguarda il lato non tecnico del gioco. La gestione economica, il mindset, l'importanza e la capacità di sapersi pianificare long term sono tante piccole cose di cui non si parla abbastanza, ma che spesso sono decisive per lo sviluppo della coscienza e del pensiero critico di un player. Faccio parte di questo progetto da quasi sei anni perché mi sono trovato bene fin dall’inizio e continua a darmi opportunità di crescita. Oggi anche io do lezioni. Inoltre collaboro con Grinder’s House, una community di giocatori nata da alcuni dei ragazzi seguiti da Galb e Camosh come me.
Il mio best score è un 3° posto al Main Event Winter Series, ma i momenti migliori della mia carriera non sono legati ai risultati
Mirko Numerato
Studio e qualità di gioco
Dare coaching per te è anche un momento di studio?
Sicuramente sì. Mi sono concentrato sempre più sullo studio che sul grinding. Sicuramente roi e risultati ci sono ma ho un numero davvero esiguo di giochi su punto it per quelli che sono gli anni di carriera, sono tutt'altro che uno stakanovista.
E' una scelta precisa, vuoi puntare più sulla qualità che sulla quantità?
Guarda, un po' è una necessità che risponde al piano di preservare un roi alto e performance di alti livelli. Un po' dipende anche da altri fattori. Al computer mi stanco facilmente e poi non vorrei che il poker dominasse la mia vita perché in sé è una ossessione molto più di altri lavori. Voglio mantenere il contatto con la vita reale, anche se amo questo gioco perché da una libertà incredibile e premia il pensiero critico e difforme. Soprattutto puoi arrivare ad avere un roi alto facendo qualunque cosa. Semplicemente puoi essere completamente te stesso. Il poker mi fa stare bene ma non al punto da metterci tutti i piedi. E' un gioco solitario e molto egoistico che non dà beneficio alla collettività, quindi voglio stare molto coi piedi per terra. Non voglio essere solamente il Mirko pokerista.
Le 'sliding doors'
Quale è il migliore risultato della tua carriera a oggi?
Il mio best score è un terzo post a un Main Event delle Winter Series di stars da 26k. Ma in generale i momenti migliori della mia carriera più che ai risultati sono legati ad altro. Ad esempio per me ha significato di più essere promosso dopo pochi mesi nel team di Camosci e Galb, e sono molto gratificanti i ragazzi che seguo e il calore umano che mi arriva da loro. Per me i momenti migliori sono legati a riconoscimenti e gratioficazioni più che a vincite economiche.
Dal punto di vista del poker live?
Sto cercando di approcciarmi in maniera semiseria al live, diciamo da un annetto e mezzo gioco qualche tappa l'anno. Il mio approccio è abbastanza pragmatico e coerente con la vita reale. Mi sembrerebbe illogico plannare dieci trasferte live l'anno, visto che già non faccio un grande volume online. Sto bene con poche tappe l'anno. Principalmente quelle con un Main Event da 1.100€ di buy-in, tipo i PokerStars Open, WSOP Circuit e WPT, ma non le pianifico come se fosse la mia attività principale di riferimento, ci dedico degli extra e la prendo più come una occasione per migliorarmi e per conoscere altri regular-rivali del mondo del poker che mi hanno dato un boost mentale. Dal vivo c'è tanta EV da prendere ma paradossalmente riguarda poco il ROI in sé per sé. Se fossero pubblici i dati dei live probabilmente non li giocherebbe nessuno. Il prossimo appuntamento live dovrebbe essere l'Italian Poker Challenge di Campione.
La vita del reg
Secondo te, a varianza nulla, quale può essere il ROI annuale di un regular medio dei tornei online italiani?
Possiamo dividere in un paio di categorie. Un reg medio decente che gioca ABI 30-40 può tenere attorno al 10-15%, ma penso che anche un ROI del 20%-300% sia più che fattibile per chi ha edge sul field e riesce a plannare bene la sua attività di grinding.
Avverti le Sirene dell'estero come già successo a diversi tuoi colleghi che hanno deciso di andare a confrontarsi con il field internazionale?
Mi sembra difficile che accada. Dipende sempre dal contatto che voglio avere con la vita reale. Ormai da undici anni sono impegnato con Giorgia, che è la persona extrapoker che più di tutti devo ringraziare per il costante sostegno sin dal primo giorno e per averci creduto da quando non avevo una lira. Qualche anno fa magari il mio obiettivo poteva essere la Triple Crown, oggi invece sto bene con avere una mia casa, farmi una famiglia e continuare a giocare. Forse sono un pokerista atipico perché non ho fame assoluta di risultati ma sto bene così. Non voglio cambiare le mie abitudini. E poi vincere su dot it è davvero facile, magari tre o quattro anni fa lo avrei fatto ma oggi non baratterei la sicurezza che ho dei risultati su punto it con l'incertezza di andare all'estero. Non è assolutamente un cruccio, sono felice della mia scelta anche se so che avrei le potenzialità per giocare a livelli più alti.