[imagebanner gruppo=pokerstars] Daniel Negreanu, si sa, ha sempre dato estrema importanza alle classifiche ed ai propri risultati in genere, e quindi non sorprende che il pro di PokerStars abbia recentemente deciso di rendere pubblici alcuni dettagli circa quanto abbia vinto nei tornei dal vivo negli ultimi due anni.
Attraverso il suo sempre attivo profilo di Twitter, il canadese ha infatti reso noto di aver giocato, in questo lasso di tempo, 122 tornei, andando a premio in 26 occasioni ovvero poco più del venti percento delle volte.
Un altro dato interessante è quello che riguarda l'average buy-in, che testimonia quanto giocatori come lui ormai prediligano soprattutto i tornei Super High Roller, visto non solo l'elevato montepremi ma anche i field drasticamente più ridotti rispetto a quanto non accada in eventi pur prestigiosi come una "comune" tappa EPT.
In media Daniel Negreanu rivela infatti di aver sborsato la bellezza di 36.031 dollari, per un guadagno orario pari ad 8.100 dollari, malgrado "KidPoker" non abbia specificato quante ore di gioco abbia accumulato in questo lasso di tempo, né effettivamente quanto abbia guadagnato al netto delle spese sostenute.
Naturalmente non sono mancate le reazioni, ad esempio di chi - storicamente - lo accusa che il denaro con cui gioca provenga dal ricco contratto di sponsorizzazione di cui gode, e che quindi questo in qualche modo mini la legittimità dei suoi risultati.
In realtà, un'obiezione più sensata probabilmente si limiterebbe a puntare il dito sul campione estremamente ridotto di tornei su cui si basano queste statistiche: 122 tornei sarebbero pochi per valutare dei risultati online, e malgrado gli MTT a cui partecipi abbiano field circoscritti rimangono comunque drammaticamente scarsi per scattare una fotografia attendibile al netto della varianza.
Il che, inevitabilmente, spinge ad un'ulteriore riflessione. Se infatti perfino Daniel Negreanu, che non ha certo problemi né di bankroll né di passare gran parte dell'anno in giro per il mondo a caccia di successi in qualche casinò, riesce a mettere assieme la "miseria" di 122 tornei nel giro di due anni, allora è chiaro che tutti i ragionamenti sulle qualità di un giocatore dal vivo basate sui risultati siano in realtà ben lontane dal poter essere considerate obiettive.
Naturalmente non si tratta di una novità, ma come si suol dire - sebbene forse non a Las Vegas - repetita iuvant.