[imagebanner gruppo=gazzabet] Proprio in questi giorni, al Commerce Casino, si sta giocando un importante torneo di poker che ha saputo attrarre numerosi professionisti, ovvero il Los Angeles Poker Classic: tappa del circuito del World Poker Tour, ha offerto spunti interessanti non soltanto per il montepremi in palio ed i volti noti che ci stanno partecipando.
Il mondo dei tornei live, infatti, offre uno spaccato del poker che va ben oltre quello destinato a finire sotto la luce dei riflettori, e così prendendo a prestito lo sguardo privilegiato di chi il circuito live lo frequenta spesso e volentieri si può essere testimoni indirette di scene curiose.
Interessante in questo senso il commento di Pratyush Budigga, che sottolineando una divertente differenza dice molto di come il poker sia cambiato negli ultimi anni, non sempre necessariamente in meglio: "Un anziano signore se ne va all-in urlando e dando il cinque in giro - racconta - due ragazzini che vengono dall'online vanno all-in e guardano il loro telefono, senza neppure gettare uno sguardo al board".
E visto che uno come lui conosce molto bene il suo mondo e chi lo frequenta, può permettersi anche di svelare dei retroscena che altri semplicemente ignorano: "La cosa più divertente dei tornei di poker dal vivo - afferma scherzando ma non troppo - è vedere dei ragazzini con debiti di oltre 200.000 dollari che si fanno fare dei massaggi al tavolo, quanto devono essere ricchi...".
Ma naturalmente un torneo dal vivo, o di poker più in generale, non potrebbe essere tale senza gli immancabili scoppi clamorosi, ed in questo senso certamente uno degli aspetti che differenzia il giocatore amatoriale dal professionista è il modo in cui reagisce a questo genere di bad beat, quel genere di "self control" che in certi casi può risparmiarvi un iPhone.
"Sono andato in all-in preflop con AA, contro KK e QQ - ha fatto sapere a questo proposito Andy Frankenberger - Q al turn e volevo sbattere il telefono contro il muro, ma alla fine ho deciso che sarebbe stato meglio scrivere questo tweet...". Anni di professionismo, e probabilmente di cellulari che hanno fatto una brutta fine, devono pur avergli insegnato qualcosa.