[imagebanner gruppo=pokerstars] La scomparsa di David "devilfish" Ulliott ha scosso il mondo del poker, con molti giocatori professionisti conosciuti che nelle scorse ore non hanno mancato di rendergli omaggio, condividendo con gli altri alcuni momenti vissuti assieme all'inglese: uno dei più belli lo ha raccontato David Williams, che conobbe "devilfish" il giorno stesso in cui raggiunse il tavolo finale del Main Event WSOP.
Era il 2004, e come ha ricordato lo statunitense all'epoca non esistevano ancora i November Nine: questo significa che il tavolo finale veniva giocato immediatamente, il giorno seguente a quello in cui si veniva a conoscenza dei nomi che avrebbero combattuto per il braccialetto più ambito del poker.
Dave Ulliott era fra gli spettatori quell'anno, e non per caso: stava infatti facendo il tifo per Marcel Luske, che in quell'occasione però si piazzò al decimo posto. David Williams, all'epoca, aveva 24 anni e nel mondo del poker era un illustro sconosciuto, malgrado fosse invece un giocatore piuttosto famoso nel mondo di Magic: The Gathering, dove aveva vinto tre Grand Prix, non senza delle controversie.

Tutto questo "devilfish" lo ignorava, e probabilmente se anche lo avesse saputo non avrebbe potuto importargli di meno. In quell'occasione, mentre tutti stavano ancora festeggiando attorno a lui per il prestigioso risultato raggiunto, si avvicinò a Williams e gli disse: "Ragazzo, dammi il 20% e ti darò gli strumenti che ti servono per vincere questo torneo". La risposta dello statunitense, però, è facile da immaginare.
"A quel punto sapevo che nel caso peggiore avrei vinto mezzo milione di dollari - ha ricordato oggi Williams - così rifiutati gentilmente l'offerta, o più probabilmente dissi qualcosa come, ma stai davvero dicendo sul serio?". In quell'occasione David non vinse il torneo, ma ci andò tremendamente vicino, piazzandosi secondo alle spalle di Greg Raymer, che poi per tutti sarebbe diventato "the fossilman", a causa del suo proteggi carte.
Malgrado i 3.500.000 dollari appena vinti, quindi, è facile immaginare che pochi minuti dopo aver perso l'heads-up Williams si sentisse tutt'altro che al settimo cielo: "Ero davvero triste, quando lui mi si avvicinò. Penserete forse che mi abbia fatto delle congratulazioni, o che mi abbia detto qualcosa per consolarmi". Ma naturalmente, se lo avesse fatto non sarebbe stato David Ulliott.
"Hai visto - sentenziò invece - se avessi accettato la mia offerta lo avresti vinto, questo dannato torneo". Per poi andarsene, come se niente fosse...