Penultimo capitolo della nostra traduzione de "Ryan Fee's 6-Max NL Strategy Guide", la guida al cash game 6-max scritta dal giovane player americano, molto stimato nel mondo del poker online. Si parla oggi di gioco al river e di "triple barrel".
La triple barrel – ovvero puntare per tre streets consecutivamente – è una scienza complessa. Dovete infatti sapere con che tipo di mani il vostro oppo andra all-in al river, quali possano chiamare un all-in e quali no.
Voglio cominciare dicendo che con nessuna o poca history andare direttamente all-in al river è la giocata migliore se fatta come bluff, mentre puntare per valore è sempre meglio farlo close to pot lasciandosi alle spalle poco denaro, perché spesso gli avversari lo interpretano come un modo più “economico” di bluffare e non hanno abbastanza coraggio per andare a loro volta all-in.
Quindi, quali sono buone situazioni per mettere in atto una triple barrel? Chiaramente questo dipende dal range che assegnate al vostro avversario. La migliore situazione che mi viene in mente è quella in cui il flop sia ace high oppure qualcosa come A-K-x, board dry in cui giocatori scarsi saranno in grado di pagarvi per tre streets con assi peggiori del vostro.
Un'altra situazione che capita spesso è quella in cui giocatori loose passive limpano da MP e voi li isolate in posizione. Il flop mettiamo sia K-Q-x, voi puntate e lui chiama, il turn è un'altra blank, voi puntate e lui chiama. Il river a sua volta è una carta ininfluente: spesso vado all-in in questa situazione. La mano migliore che possa mostrare in questa situazione è qualcosa come K-J, ma non lo farà spesso. Chiaramente ci sono anche giocatori spewy che sono in grado di farlo, ma nel caso non vi resta che prendere nota e regolarvi di conseguenza in futuro.
Vediamo adesso una situazione al river in cui cada una blank: dovrete aver già deciso cosa fare a questo punto. Ammettiamo che un 22/19 aggressivo apra da MP e che voi chiamate da BTN con 10 9 . Il flop è j 8 4 , lui c-betta e voi chiamate. Il turn è un 2 , o comunque qualsiasi carta che non sia di picche o che non pairi il board. Lui punta di nuovo, voi chiamate (nel caso il turn sia picche mi aspetto che b/f molto spesso, quindi opterei per un rilancio a seconda degli stack e del fatto che la mia mano possa avere sufficiente equity per chiamare un all-in).
Il river è una carta di picche, e ammettiamo che gli stack effettivi al river siano attorno agli 80 big blinds, con un piatto di circa 60 bb. Ammettendo che il vostro avversario punti metà piatto o poco più, questo a mio avviso è un ottimo spot in cui rilanciare all-in in bluff, in particolar modo se pensate che sia il tipo da poter bet/foldare in situazioni analoghe. Chiaramente lui sta puntando per valore sapendo che molte mani peggiori possano chiamarlo, e magari perché non vuol lasciare a noi l'iniziativa, chiamato magari a prendere una decisione difficile, per cui qui possiamo giocare la nostra mano come se avessimo completato un FD.

Adesso concentriamoci su un altra possibile situazione, ovvero quella in cui decidete di check-raisare il river in bluff. Naturalmente non si tratta di una situazione comune o che metterete in atto spesso, perché è una scelta complessa e servono history e ragioni particolari perché vi sia davvero merito nel fare una giocata simile: non fatelo mai per bilanciare, è un po' troppo spewy.
Quando starete giocando a un livello tale per cui lo vorrete fare per bilanciare lo saprete, e se state leggendo queste pagine è molto probabile che non ci siate ancora. Per questo motivo non mi soffermerò a lungo sul check/raise in bluff al river, se non per dire quanto segue: dovete avere in mente il genere di mano che ha il vostro avversario, concludendo che stia betfoldando perché crede che potrete check/raisare soltanto un certo tipo di mani che abbiano un senso e che lui vi può attribuire.
Non parlerò molto circa il donkare il river perché non è qualcosa che faccio spesso. Ammettiamo tuttavia di avere in mano k q e che ci si trovi sul big blind. Il nostro oppo in questa mano è un giocatore LAG molto bravo che apre a 21$ al limite $3/$6, e noi ci limitiamo a chiamare. Il flop è j 4 10, e noi check-calliamo la sua c-bet. Il turn è un 3 , ed ancora una volta andiamo in check-call. Il river è il 7 , e noi usciamo puntando: perché? L'importante nel poker è sempr avere idea di quel che si sta facendo, avere un piano, e l'unico motivo che in questo spot mi ha spinto a chiamare al turn è per poter bluffare un river diamond come poi ho fatto. Credo inoltre che il mio avversario, essendo capace, possa foldare anche mani forti come 2P o addirittura set, perché è in grado di capire che in questa situazione di fatto in mano ha solo dei bluffcatcher.
In questo caso, possiamo trasformare il nostro straight draw mancato in un flush draw completato bluffando, che è compatibile con la nostra azione.
Rilanciare al river in posizione per valore, al contrario, è una giocata molto standard. Ammettiamo di trovarci in BvB contro un giocatore TAG in posizione, e di 3bettarlo con in mano 7 2 venendo flattati. Il flop è 5 6 4 , lui checka e noi facciamo altrettanto. Il turn è un 8 e lo SB esce puntando circa 2/3 del piatto, noi ci limitiamo soltanto a chiamare. Il river è un 9 e lui punta ancora, mentre noi andiamo direttamente all-in.
Rilanciare al turn, con un board abbastanza scary farebbe foldare diverse mani, tranne un set e qualche 2P – che però non avrà molto spesso in questa situazione – rilanciando non riusciremmo ad ottenere granché, mentre facendolo al river lo mettiamo di fronte ad una scelta più complicata, considerando che le pot odds per lui sono migliori.
Questo significa anche che solitamente i giocatori al river bluffano meno, perché è più difficile estromettere qualcuno dalla mano a quel punto: ricordatevelo quando puntate al river e subite un rilancio.
In questa mano, il river non cambia molto le cose, a meno che il nostro avversario non abbia 99 o 98, ma così facendo gli abbiamo dato l'opportunità di continuare il suo bluff o di valuebettare, e naturalmente se folderà sempre tutti i suoi bluff sarà in una situazione più complicata quando ha una mano genuina. Nella mano in questione, lui sbaglia e chiama.
Quello che voglio dire è che non c'è alcuna ragione valida per rilanciare al turn in questo spot, non dobbiamo proteggere la nostra mano e vogliamo prendere valore, quindi la nostra linea è certamente migliore.
Vediamo adesso uno scenario che ho descritto precedentemente, ovvero come giocare i set su board dry. Ammettiamo che abbiate flattato preflop un raise con 2 2 da bottone, e che original raiser sia un TAG 20/15 che sia UTG.
Gli stack effettivi sono 100x ed il flop è J 5 2 , lui c-betta per 2/3 pot e voi chiamate. Il turn è un 7 . Lui punta ancora, e voi chiamate di nuovo. Il river è un 4 . Qui, qualunque cosa lui faccia, dovrete andare all-in, o chiamare il suo evidentemente.
Adesso immaginiamo di avere a 5 , e che noi ci si limiti a chiamare da BB l'openraise del BTN. Il flop è 10 4 2 , e noi decidiamo di check-callare la sua c-bet. Il turn è una carta qualsiasi che non paira il board né chiude il nostro NFD, e ancora check-calliamo. Il river stavolta ci aiuta, è una picche: il dubbio qui è se leadare o check-raisare. Lo standard è ovviamente di puntare una somma tale da essere chiamata molto spesso, solitamente poco più di metà piatto, con piccoli accorgimenti sulla size a seconda delle tendenze del vostro opponent.
In quali situazioni allora è opportuno check-raisare?
Per farlo ho bisogno che si verifichino alcune condizioni: posso farlo contro persone che credo siano capaci di valuebettare thin, o che possono effettuare una terza puntata su una scary card, o ancora che siano solitamente troppo aggressive e tendenti allo spewy (in questo caso posso anche donkbettare small per indurre un rilancio). Senza queste premesse, cercare di check-raisare significherebbe troppo spesso perdere molto valore. (fine quattordicesima parte)
Traduzione di Piero 'Pierelfo' Pelosi
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