[imagebanner gruppo="pokerstars"]La mano che ha portato all'eliminazione di Daniel Negreanu dal Main Event WSOP ha fatto molto discutere. Alcuni hanno considerato la condotta di "Kid Poker" tecnicamente sbagliata, altri hanno ragionato maggiormente sul fatto che in una situazione quasi irripetibile come quella ci sarebbero stati molti fattori da considerare prima di giocarsi tutto. Di fronte alle critiche e alle semplici osservazioni, il team pro di Pokerstars non si è tirato indietro (come sempre, d'altronde) e ha replicato attraverso un lungo post sul suo blog personale.
Secondo Daniel, ci sarebbero stati effettivamente degli errori da parte sua nella delicatissima bolla del final table ma questi non riguarderebbero la mano dell'eliminazione. Partiamo proprio da qua e rivediamo questo spot di cui si è tanto discusso: McKeehen apre il gioco a 800.000, Daniel difende il suo big blind con circa 15 bui. Il flop è a k 10, McKeehen punta 700.000, il canadese va all-in e si l'avversario chiama. Negreanu mostra a 4 , McKeehen gira j 3 e sul river centra la q che gli permette di eliminare il numero uno nella all-time money list.
"Alcuni diranno che contro un giocatore che apre il 100% dal bottone, andare all-in preflop fosse la mossa migliore", commenta Daniel sul suo blog. "Penso che sia assolutamente vero per molti giocatori, ma non per me, non in quella situazione".
Per Negreanu la questione riguarda quasi esclusivamente le ambizioni legate al torneo: "Il mio obiettivo era quello di vincere, non di fare November Nine. Sapevo che stava abusando della bolla e gli altri giocatori non si opponevano. Mi sentivo a mio agio nel giocare sia in posizione che non contro il suo range molto debole. La mia strategia non era di indovinare quando avesse una mano forte abbastanza preflop da chiamare un rilancio, ma di guardare il flop ed estrarre valore piuttosto che cercare il double-up in coinflip. Volevo costruirmi la mia strada verso il double-up".
In sintesi, Daniel sostiene che siano questi i tre motivi per cui ha deciso di difendere il big blind da shortstack:
1) Bilancia un po' il mio calling range dai blind
2) Ottengo maggior valore post flop quando centro l'Asso. Lui non può mai fare check su un Asso
3) Evito di farmi coinvolgere in siautazioni di all-in preflop in spot dove quasi certamente sono sfavorito per 2 a 1 quando vengo chiamato
Secondo il professionista canadese, sono invece due le mani che ha sbagliato in quella fase del torneo. La prima è stata giocata contro Justin Schwartz, che ha poi chiuso 14°:
Justin fa limp dal cutoff, io limpo con 7 8 dal bottone e il big blind fa check. Il flop è k 7 6 ed entrambi i miei avversari fanno check. È qua che commetto l'errore: punto 250.000. Il big blind passa e Justin mi check-raisa a 600.000. Chiamo con tutti quei backdoor e sul turn 3 lui va all-in. Non ci penso e foldo.
Dov'è l'errore? Daniel non ha dubbi: "La mia puntata sul flop ha permesso a Justin di avere spazio per fare un check-raise anche in bluff. Se avessi puntato 450.000, avrebbe dovuto rischiare un milione circa per bluffarmi e questo non se lo sarebbe potuto permettere. Puntando solo 250.000 in uno spot nel quale anche io avrei potuto benissimo bluffare, gli ho aperto le porte per farmi outplayare. Ho saputo più tardi che aveva q 10 per un flushdraw pescato sul turn".
La seconda mano nella quale Daniel ritiene di aver sbaglio è la seguente:
Su blind 150.000-300.000 Alex (short stack) rilancia da middle position al tavolo 5-handed fino a 600.000 e io difendo il piccolo buio con a 6 . Sul flop 10-10-3 io faccio check, lui punta solo 350.000 e io chiamo. Il turn è un 9 ed entrambi facciamo check, per poi andare nuovamente di check-check sul river J. Allo showdown vince lui con Q-9.
Secondo Negreanu l'errore qua sta tutto nel non aver aggredito sul flop: "Alcuni direbbero che il call preflop è sbagliato ma non è così e non è questo l'errore nella mano. Quando faccio check e lui punta 350.000 sento di avere la mano migliore, ma non ne sono sicuro. La giocata da fare era check-raisare fino a un milione e mettergli pressione".
Il canadese analizza meglio questa condotta: "Un 10 era molto probabile nel mio range (9-10, J-10, Q-10, K-10, A-10) quindi anche con una mano come 8-8 avrebbe potuto considerare il fold. La verità, però, è che raramente punta solo 350.000 con una mano del genere. Per chiamare il mio check-raise avrebbe dovuto investire il 25% del suo stack per poi essere in mezzo a una strada sul turn, sia che io avessi puntato o fatto check".
Daniel Negreanu ha quindi le idee chiare: la mano con A-4 non è un rimpianto. Lo sono invece le altre due che ha analizzato nei minimi dettaglio e per questo freecoaching, non possiamo che ringraziarlo caldamente. D'altronde non capita tutti i giorni di poter leggere i preziosi thinking process del giocatore più vincente nella storia dei tornei live...