PokerStars.com ha aggiornato la sua politica sull’uso di software forniti da terze parti e, nell’ultimo comunicato, ha promesso ulteriori restrizioni. Daniel Negreanu ha fatto intendere che, con ogni probabilità, si arriverà al ban totale o quasi. Si apre una nuova stagione? La presa di posizione della room dominatrice del mercato sembra rivoluzionare, in grado di segnare un’epoca.
Luca Moschitta da parecchi anni segue l’evoluzione del poker online italiano e mondiale ed è molto attento sull’uso dei software di supporto, a tal punto da aver dedicato un’intera pagina del suo blog sull’argomento (lucamoschitta.com). E’ uno dei pro più attenti al tema. Per questo motivo, l’abbiamo intervistato a Portomaso, vicino alla sua residenza maltese.

In questo Articolo:
- 1 La tua opinione al riguardo dei software e dell’incidenza che hanno sull’ecosistema pokeristico mondiale?
- 2 Quale può essere la soluzione per rilanciare il gioco?
- 3 Cosa che avviene nel live dove i giocatori si divertono ancora e i numeri nei tornei sono in crescita, soprattutto per quanto riguarda low buy-in?
- 4 Ma con i software, non c’è proprio scampo per i players ricreativi?
- 5 Da quando hai iniziato, il mondo del poker sembra capovolto.
- 6 L’online dovrebbe essere simile al live e premiare più le skills naturali rispetto ad altre tipiche dei programmatori e ingegneri?
- 7 Secondo te quindi i vantaggi dei pro sono ingiustificati?
- 8 Chi dovrebbe imporre un freno a tutto questo scempio?
- 9 Hai in mente una soluzione che non sia troppo penalizzante per i professionisti?
- 10 Oggi, un professionista cosa è costretto a fare per essere sempre vincente online?
- 11 Ma anche per voi professionisti non diventa tutto molto monotono? Non è che nel lungo periodo vi disinnamorate del gioco per questo lavoro “pesante” ed arido?
- 12 La prima cosa che elimineresti dall’online?
- 13 Un giocatore poco esperto come può sentirsi se gli accade una cosa del genere?
- 14 L’industria del poker in che direzione dovrebbe andare?
La tua opinione al riguardo dei software e dell’incidenza che hanno sull’ecosistema pokeristico mondiale?
Hold’em Manager e Poker Tracker sono diventati degli strumenti essenziali per tutti i professionisti, inutile negarlo. Il problema è che se prima il gioco del poker era divertente per tutti ed era alla portata di tutti, da quando hanno fatto irruzione i software, è innegabile che la gente si diverta meno.
Quale può essere la soluzione per rilanciare il gioco?
Il poker è il più bel gioco del mondo. Gli occasionali devono avere le stesse armi dei professionisti.
Cosa che avviene nel live dove i giocatori si divertono ancora e i numeri nei tornei sono in crescita, soprattutto per quanto riguarda low buy-in?
Il live ha registrato un’evoluzione più naturale e lenta, nell’online invece i tempi si sono accelerati con i software. Per quanto col passare del tempo il gioco si sia evoluto, nel live la sua natura è rimasta inalterata. Discorso diverso per online: con l’avvento dei programmi di supporto, completamente assenti in passato, il volto del poker si è trasformato e spesso a scapito del giocatore amatoriale.
Ma con i software, non c’è proprio scampo per i players ricreativi?
Certe partite sono praticamente imbattibili se non si fa uso di alcuni software e a dirlo sono anche giocatori come Patrick Antonius. Paradossalmente si è arrivati al punto che a volte l’edge non consiste più nella reale preparazione tecnica del giocatore ma nella sua capacità di interpretare i numeri dell’HUD. A questo punto pare lecito porsi una domanda: non si è forse andati un po’ troppo oltre?
Da quando hai iniziato, il mondo del poker sembra capovolto.
Gioco a poker da circa 10 anni e devo ammettere che di cose ne sono cambiate parecchie. Il mio amore per il Texas Hold’em nasce per un motivo che va oltre le sue componenti essenziali come la matematica, la pura competizione o la psicologia al tavolo: giocare a poker mi diverte. L’aspetto ludico, molto spesso sottovalutato, è quel collante che tiene assieme in modo equilibrato tutte queste caratteristiche.
L’online dovrebbe essere simile al live e premiare più le skills naturali rispetto ad altre tipiche dei programmatori e ingegneri?
E’ un dato di fatto che il poker live e quello online siano due giochi diversi, ma credo che bisognerebbe cercare di renderli il più simile possibili invece di accentuarne le differenze. Quando giochiamo dal vivo nessuno ha la possibilità di indossare degli occhiali speciali per vedere le statistiche degli avversari, ma ogni decisione presa al tavolo riguarda soltanto lo stile di gioco, le sensazioni e ciò che ognuno carpisce da chi ha davanti.
Secondo te quindi i vantaggi dei pro sono ingiustificati?
Chi gioca a poker per ‘lavoro’ ottiene di troppi vantaggi rispetto a chi lo fa per divertirsi: software e seating scripts sono dei mezzi fastidiosi attraverso i quali i professionisti trasformano in negativo l’esperienza di gioco per chi non ne fruisce.
Chi dovrebbe imporre un freno a tutto questo scempio?
Credo fermamente che sia compito delle poker room porre un freno a questo tipo di situazioni, in modo da avvicinare due mondi che in fin dei conti non sono poi così distanti.
Hai in mente una soluzione che non sia troppo penalizzante per i professionisti?
Mi piace l’idea che ogni sito possa mettere a disposizione degli utenti un piccolo HUD integrato con informazioni base come VPIP, PFR, AF e numero di blind a disposizione. In questo modo si potrebbe sopperire all’impossibilità di cogliere le informazioni principali senza ridurre il gioco ad un mero raffronto di numeri e statistiche.
Oggi, un professionista cosa è costretto a fare per essere sempre vincente online?
Per quanto mi riguarda, la prima cosa che faccio è aggiornarmi di continuo sui software e capire che software usano i miei avversari, per comprendere che informazioni hanno su di me, proprio per non partire con un handicap.
Ma anche per voi professionisti non diventa tutto molto monotono? Non è che nel lungo periodo vi disinnamorate del gioco per questo lavoro “pesante” ed arido?
Si incide sugli stimoli. Non è più una rincorsa alla bravura, ma al saper usare il software nel miglior modo possibile, saper leggere le statistiche. Io ho iniziato tanto tempo fa, era super divertente il poker, ora non è più il gioco più bello del mondo, è tutto più monotono. La matematica è fondamentale nel poker, ma non bisogna esagerare.
La prima cosa che elimineresti dall’online?
Non capisco come siano ancora usufruibili gli script. Per farvi capire: io nel cash non ho statistiche, quindi in teoria dovrei essere un fish. Appena mi collego al client, in un secondo compaiono 10 giocatori che vogliono sfidarmi. Anche Negreanu ha scritto qualcosa in merito a questo aspetto.
Un giocatore poco esperto come può sentirsi se gli accade una cosa del genere?
Se fossi un giocatore amatoriale mi sentirei preso di mira, una brutta sensazione. Gli script sono da chiudere. I software terzi non dovrebbero esistere.
L’industria del poker in che direzione dovrebbe andare?
Le rooms dovrebbero investire nei propri software. Il mio sponsor (PlanetWin365, ndr) ha un buon software, non è ai livelli di Stars ma è un buon software. Ci sono però molte rooms che hanno bug che non sono ammissibili. PokerStars è la room numero uno proprio grazie alla propria piattaforma.
Fine prima parte - continua