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"Il poker legale in Russia sarà la rivoluzione dell'ultimo decennio: 20 milioni di players coinvolti"

Più dell'8% dei giocatori di PokerStars.com proviene dalla Russia e secondo recenti stime, il mercato della confederazione coinvolge circa 20 milioni di persone con una passione sfrenata per il texas hold'em. Per il portale americano "Business Insider" la legalizzazione del poker online voluta dal Cremlino "potrebbe rappresentare il più grosso cambiamento del settore dei giochi online dell'ultimo decennio".

Ricordiamo che nel 2006, entrò in vigore l'UIGEA, la legge federale voluta da George Bush Junior che vietò le transazioni finanziarie per i siti di gambling online, bruciando solo alla Borsa di Londra ben 7 miliardi di capitalizzazione degli operatori. La mossa della Casa Bianca compromise un terzo del settore dell'e-gaming mondiale.

Il Black Friday è stato una conseguenza dell'UIGEA e da quel momento il mercato del poker ha conosciuto un lento ma inesorabile declino, dovendo fare a meno del polmone americano.

L'ossigeno per l'industria del poker online però potrebbe arrivare da Est. Per Business Insider i giochi a Mosca sono già stati decisi.

Le motivazioni? A nostro avviso sono facili da individuare. Con il prezzo del petrolio così basso (l'economia russa si basa quasi esclusivamente sul business delle fonti energetiche), il Cremlino è costretto ad individuare entrate alternative per alimentare il gettito fiscale, onde evitare la bancarotta del bilancio pubblico.

E' nota l'avversione di Vladimir Putin (che in questo momento ha ben altro a cui pensare) nei confronti del gambling: ha fatto chiudere centinaia di case da gioco a Mosca perché sotto il controllo della malavita organizzata. Ora lo "Zar" ha cambiato idea, almeno sul poker.

Vi sono anche ragioni di flussi di cassa, dettate da corrette politiche valutarie da rispettare. Come detto, i russi rappresentano più dell'8% del field di PokerStars.com. Tutti giocano all'estero ed il denaro varca i confini nazionali, rafforzando altre economie.

I membri del Parlamento sono convinti che legalizzare il settore sia l'unica strada per combattere il gioco illegale. E su questo tasto insiste anche Business Insider, in ottica di una regolamentazione negli States.

"Questa della Russia è una buona notizia: pensate al proibizionismo, il divieto nazionale di vendere alcolici tra il 1920 e il 1933 negli USA, trasformò gran parte della popolazione in criminali, solo perché la gente comune voleva consumare qualcosa che desideravano. La criminalità organizzata si rafforzò e le vendite di alcolici illegali furono la copertura perfetta per celare reati ben più gravi e socialmente dannosi".

Pavel Sychyov, membro del Cremlino, afferma: "stiamo cercando di contrastare il gioco d'azzardo online illegale, ma ci rendiamo conto che è molto difficile controllare internet". Si sono sprecate proposte anche per vietare l'uso di VPN ed altri sistemi, ma nessuno è convinto dell'efficacia di queste misure.

Realistica anche la visione di Maxim Katz, giocatore di poker di fama internazionale ed ora consigliere municipale di Mosca. Katz aveva fondato Pokeroff, un sito di staking che aveva finanziato Pius Heinz prima della sua vittoria nel Main Event WSOP del 2011. Morale della favola, ben 9 milioni di dollari furono cinque anni fa spartiti tra Mosca e Amburgo.

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Questi soldi sono serviti a Kalz per sostenere la sua campagna elettorale come membro indipendente. L'ex poker pro suggerisce: "le autorità russe dovranno creare condizioni che consentano agli operatori di realizzare profitti. E' questa la strada giusta per assicurarsi entrate fiscali sicure per lo Stato. Dopo i recenti divieti, il poker è diventato clandestino e il bilancio statale non riceve alcun tipo di entrate dal gioco".

Secondo un sondaggio curato da All-Russia Public Opinion Research Center, circa il 16% della popolazione adulta russa ama intrattenersi con attività ritenute formalmente illegali, ma di fatto innocue. Per Business Insider questo significa che una parte della popolazione troverà in qualche modo, sempre una soluzione per continuare ad intraprendere queste attività, poker in primis.

Secondo il portale americano, la legalizzazione del poker in Russia sarà una spinta influente per far accettare - in ambito internazionale - la texana come un gioco d'abilità. Con questa mossa Putin metterà sotto pressione anche le autorità statunitensi.

L'ex Senatore di New York, Alfonse D'Amato sostiene: "Il Congresso sa che il poker è un gioco d'abilità. Tutti sanno che gli skill games non devono essere messi al bando nelle case degli americani. E se gli home games non sono illegali, perché lo deve essere il poker online: se è considerato un gioco d'abilità nelle partite casalinghe lo dovrebbe essere anche su internet".

Tornando sul fronte russo, a seguito di un incontro con alcuni dirigenti del Ministero delle Finanze, Marina Bludyan (presidente dell'associazione degli appassionati "Poker League") ha svelato alcuni dettagli della futura legge: "gli operatori internazionali saranno tenuti a mantenere i server e i propri database in Russia, con il divieto di esportare i dati fuori dal paese. In questo modo saranno responsabili nei confronti del servizio fiscale russo".

Alexander Zakondyrin, politico e avvocato moscovita, è convinto: "la decisione di legalizzare il poker online è già stata presa dal Governo nel 2014. I Ministeri dello Sviluppo Economico e della Giustizia hanno preparato una relazione su questo progetto".

"I russi giocano a poker ma i loro soldi vanno all'estero. Nella situazione di crisi attuale, con il prezzo basso del petrolio e le sanzioni internazionali contro la Russia (misure che precludono a Putin di ricorrere al debito estero), il bilancio ha bisogno di un reddito extra, supplementare".

Sono ancora incerti i tempi di attuazione, ma alla Duma sono tutti d'accordo sull'approvazione di una legge che prevede il riconoscimento del texas hold'em come un gioco d'abilità. Il mercato sarà regolamentato. E se negli States rimarrà ancora il processo in fase di stallo, alla fine la spinta per l'industria mondiale potrebbe arrivare proprio da Est, un fatto impensabile fino a pochi anni fa.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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