"La sensazione è che lo stato della Florida userà la mano pesante, ma è il caso di attendere la chiusura delle indagini." Così chiudevamo l'ultimo articolo di aggiornamento sull'incresciosa vicenda del "torneo fantasma" di Hialeah Park, in Florida, dove diversi giocatori avevano notato irregolarità e stranezze di ogni sorta, e su cui lo stato federale della Florida aveva infine iniziato a indagare.
Beh, è il caso di dire che non ci avevamo preso, poichè è arrivata la decisione e non è propriamente una stangata: lo Stato ha multato il casinò Hialeah Park per nulla più che 20.000 dollari. Davvero poca cosa in rapporto alle tante irregolarità segnalate, ma anche in generale, se si pensa che la room ha totalizzato oltre 8 milioni di dollari in rake pagata nel 2015 e quindi una sanzione di questo genere appare poco più che un buffetto.
In questi mesi, oltre alle indagini federali ci erano stati approfondimenti che hanno fatto venire fuori altri particolari. D'altra parte, in un torneo da 250$ con stack di 15mila fiches nel quale i player potevano acquistare una posta supplementare di 5000 chips semplicemente dando 20$ al dealer )e altri 8000 gettoni per ulteriori 20$ entro qualche ora dall'inizio dell'evento), era prevedibile che qualcosa non tornasse. Così, tra ricevute mancanti, telecamere di videosorveglianza intenzionalmente spente, soldi mancanti al montepremi, players che hanno dichiarato di giocare al 20% con l'80% eventuale che sarebbe tornato alla room che li aveva fatti sedere senza pagare buy-in, ci si aspettava una punizione esemplare.
Invece assistiamo a una sorta di compromesso, un accordo di cui sono noti solo pochi dettagli come l'ammontare della (mini)multa. Oltre a questo, si sa che il poker manager Nelson Costa si è dimesso e che almeno tre dei suoi assistenti sono stati licenziati.
Bocche sempre cucite tra il management a partire dal presidente del casinò di Hialeah John Burnetti, che non conferma nè smentisce le accuse. Pertanto non è noto sapere se la room perderà la licenza di operare sul territorio oppure la manterrà, ma dagli ambienti federali filtra la notizia che il casinò sarebbe stato molto collaborativo durante le indagini.

Certo le testimonianze raccolte dai portali locali non sono confortati. Il pro TJ Shulman, originario della Florida ma abituato a frequentare i casinò di Vegas e Atlantic City, era stato attirato a Hialeah Park dal grosso montepremi garantito. Ai taccuini del Miami News Times, Shulman ha raccontato cose incredibili, a parte quasi 50mila dollari che mancavano dal prizepool: giocatori a cui veniva permesso di scegliersi tavolo e seat, altri player che apparivano in grande confidenza con dealer e personale dello staff. Nulla di rassicurante nè tantomeno professionale, insomma.
Il carico da 11 lo ha aggiunto un regular del luogo, Sergio Morejon, che sempre al Miami News Times ha dichiarato "in quel grande torneo non c'era nulla che non avessi già visto prima laggiù, ma nessuno aveva mai detto nulla. La differenza è stata data dal fatto che questo evento ha attirato molti giocatori da fuori, e sono stati loro a farlo diventare di dominio pubblico".