Quanto sono pazzi questi americani? Con tutto il rispetto, ma quello che abbiamo letto sull'Huffingtonpost ci ha lasciati un po’ perplessi, per usare un eufemismo.
Torna d'attualità l'iniziativa da parte del dottor Jack Berdy di voler lanciare "Pokertox", un programma di botox e fillers facciali (si avete letto bene) progettati per migliorare la poker face dei giocatori professionisti.
Berdy è uno specialista nella medicina estetica (non è un chirurgo) e, naturalmente, cerca di tirare l'acqua al proprio mulino: la sua scommessa - partita tre anni fa - consiste nel crearsi un nuovo mercato tra i giocatori di poker. E non è detto che a Las Vegas, ad esempio, qualcuno non prenda questa iniziativa sul serio.
Sembra (siamo ironici) un “esperto” di poker tells: "alcune persone alzano le sopracciglia appena spillano gli Assi o carte interessanti. Potremmo intervenire con il botox e limitare al massimo le espressioni naturali in alcune zone del viso". Berdy è convinto che il botox possa fare miracoli anche per i bluff.
Il dottor Berdy ha dichiarato che grazie al suo programma, molti poker tells che - in modo incondizionato - regaliamo ai nostri avversari durante le sessioni di gioco, possano essere nascosti e neutralizzati dal botox.
E' un argomento che si presta a facili ironie ma non sottovalutiamo la portata di questo messaggio. Il botox deriva da una tossina (botulinica) ed è tutt'altro che salutare per il nostro organismo.
Il dottore cerca, come sottolineato, di crearsi un nuovo mercato, una nicchia. D'altronde in questi anni parecchia gente, anche insospettabile, ha fatto ricorso alla chirurgia estetica, perché non provare nel mondo del poker e dei casinò dove girano comunque soldi facili (parliamo degli States)?
Da questo punto di vista Las Vegas non è lontana da Hollywood e l'iniziativa del dottor Berdy può essere presa come un modo per farsi pubblicità nel settore. Un’iniziativa marketing in tutti i sensi.
Il dottore è un appassionato di gioco d'azzardo ma per il momento non sembra aver avuto successo e pochi giocatori hanno colto il suo invito. Alcuni poker pro hanno criticato questa iniziativa.

Josh Hale, regular californiano (700.000$ vinti nei tornei live) ha espresso tutto il suo scetticismo: "questa idea arriva con 10 anni di ritardo. Il gioco si è evoluto, i tells sono superati, oramai vi è un approccio più analitico e matematico basato su betting patterns e le size di puntata".
Un altro professionista, Jay Melancon, specialista nel cash game live, solleva un altro dubbio: "la chirurgia plastica è costosa. Dovresti giocare high stakes, nel caso contrario non è conveniente".
Secondo Ellen Leikind, autrice del libro PokerWoman ("Come vincere in amore, nella vita e nel business utilizzando i principi del poker"): "è un'idea marketing geniale, tuttavia ci sono troppi tells che non possono essere nascosti dal botox, come ad esempio la vena che pulsa nel collo o la tendenza di alcuni giocatori ad iniziare a parlare molto quando hanno una buona mano".
Insomma il messaggio sembra essere aver lasciato il segno tra la stampa generalista americana, ma nel mondo del poker l’idea non ha (per fortuna) preso campo, almeno per il momento.