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Jack Ury, addio al grande vecchio delle WSOP

Se n'è andato in silenzio, nella sua Terre Haute, Jack Ury. A pochi giorni dal suo 98° compleanno, scompare quello che le WSOP consideravano ormai una vera e propria mascotte, visto che ogni anno aggiornava il record di giocatore più anziano al Main Event delle World Series Of Poker.

Cieco ad un occhio e con l'altro a neanche il 20% di efficienza, praticamente sordo ed accompagnato ogni volta al tavolo dal nipote, Jack godeva negli ultimi anni del buy-in pagato da Full Tilt Poker, e proprio lo scorso luglio era entrato di nuovo nel Guinness dei Primati, presenziando al suo ultimo Main Event.

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Gli avversari ormai lo aiutavano annunciandogli in maniera attenta e "personalizzata" i loro raise, ed anche aiutandolo a riconoscere le carte del board, quando era coinvolto in una mano. Ma tutto questo non era di certo un peso per nessuno di essi, tale era la gioia di vivere che esprimeva questo vecchietto, del quale è rimasto negli annali un epico slowroll, al ME del 2009:

In genere lo slowroll è considerato un atto irrispettoso, ma qui non c'è nulla di tutto ciò, se non un simpatico vecchietto che temporeggia un pò prima di avvertire il suo avversario, "sei nei guai amico!". Addio grande Jack, ci mancherai.

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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