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Phil Galfond: "utilizziamo le web cam contro i bot"

Durante il podcast con Joe Ingram, Phil Galfond ha parlato di una piaga diffusa nel poker online: quella dei bot. Vi rinfreschiamo la memoria, con il pensiero di uno dei giocatori più forti della storia degli high stakes online sul problema. Il suo punto di vista risulta essere molto interessante. Alla fine Galfond lancia un paio di idee pratiche di facile attuazione per le poker rooms:

Non credo che un bot di PLO possa essere un top player, soprattutto nel 6-max. Credo che due bot possano ottenere un edge solo facendo collusion tra di loro. Una soluzione per combattere questo fenomeno potrebbe essere modificare il modo in cui le hand history vengono trasmesse all’utente: credo che solo alcuni funzionino leggendo lo schermo, gli altri si basano sulle hand history. Si potrebbe anche pensare di obbligare i giocatori a utilizzare la webcam. In ogni caso, non credo che un sito possa mai assicurare al 100% di non avere bot ai tavoli, ma quello che le poker room possono fare è renderli non profittevoli. Possono sicuramente fare tante cose per scoraggiare chi li utilizza.

La proposta della webcam potrebbe non solo arginare il problema dei bot ma anche, una volta per tutte, debellare la pratica illegale del multi-accounting. Ed i giocatori interessati a contribuire ad una pulizia generale del poker online, dovrebbero premiare le poker rooms coraggiose, disposte ad obbligare i propri utenti ad usare questo sistema di sicurezza, a costo di perdere nel breve periodo una parte del traffico e dell'action.

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A proposito di rooms. Galfond ha annunciato pochi giorni fa di voler lanciare un proprio sito internet. In sintesi questo il pensiero del pro americano:

Un sito di poker dovrebbe credere nell’onestà. Non nell’onestà per il bene dell’immagine pubblica e del profitto, ma nell’onestà di per sé. Non dovrebbe permettere ai giocatori onesti, occasionali o professionisti, di essere vittime di altri giocatori che sfruttano leggi inapplicabili. Dovrebbe cercare di fermare il comportamento predatorio e ogni forma di cheating. Dovrebbe sforzarsi di creare un field, il più equilibrato possibile.

E' proprio questo il punto: il giocatore americano fa riferimento alle "leggi inapplicabili". Galfond centra alla perfezione uno dei problemi principali.

Gli enti regolatori devono semplificare leggi e procedure (in primis in Italia), in modo tale da rendere più agevole  qualsiasi azione contro i truffatori.

Le norme attuali servono soprattutto a proteggere gli autori di questi reati online, talmente sono complesse le procedure, a nostro avviso eccessivamente garantiste nei confronti dei truffaldini. Avere delle leggi e non poterle applicare, è come non avere leggi. 

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Lo stesso Galfond è consapevole che per difendere il futuro del poker online e il suo ecosistema, vi deve essere maggiore equilibrio nel field. Senza dubbio, contribuire alla diffusione di un traffico più sano, preserverebbe la "vita" di molti players dilettanti (in questi anni mandati al macello senza tutele), a vantaggio anche dei pro e di tutta l'industria del poker.

Per questo motivo le rooms che investono nella sicurezza ed applicano regole chiare e certe, investono nel futuro.

Molti giocatori amatoriali vanno rotti non solo per mano dei grinder professionisti (che hanno tempo per studiare l'uso di software legali e migliorare costantemente il proprio gioco) ma anche dei bot stessi o perché vittime di collusion o di multi-accounter incalliti.

Nei prossimi anni, se vogliamo tutelare e preservare il futuro del poker online, nella lista delle priorità deve esserci solo una parola: sicurezza.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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