Phil Hellmuth è uno dei giocatori di poker più famosi del mondo, probabilmente il più famoso in assoluto insieme a Daniel Negreanu e Phil Ivey. Il suo successo deriva sicuramente dagli ottimi risultati - nessuno è riuscito a vincere 14 braccialetti WSOP - ma anche dal modo in cui si è sempre presentato agli appassionati di poker: lamentoso, provocatore, arrogante, egocentrico. In una sola definizione, "Poker Brat".
Il professionista californiano ha iniziato la sua carriera ai tavoli nella seconda metà degli anni '80 e nel 1989 vinse subito il Main Event WSOP battendo Johnny Chan in heads-up (negandogli, oltretutto, una clamorosa tripletta). Era il suo secondo tentativo nel torneo da $10.000 e trionfando a 24 anni divenne il più giovane campione del mondo fino a quel momento.
Il resto, come ben sappiamo, è storia: altri 13 braccialetti e 20.9 milioni di dollari accumulati nei tornei dal vivo. Ma la storia di Phil Hellmuth, per quanto sia già stata raccontata da più parti, merita anche di essere riproposta dallo stesso protagonista. D'altronde solo lo stesso Poker Brat è in grado di svelare i dettagli più importanti e celati della sua vita e delle sue avventure ai tavoli, dagli inizi tormentati al successo degli anni '90 fino al ruolo di superstar internazionale del poker che ricopre oggi.
Hellmuth ne è consapevole e a breve completerà la sua autobiografia, iniziata nel 2010 e di cui ha già scritto 70.000 parole. Ne parlato con i colleghi di Pokernews.com.
"Questo libro racconta come sono riuscito a risollevarmi dai momenti difficili della mia vita", ha spiegato il torneista di Palo Alto. "Ho faticato moltissimo al liceo. Mi sentivo come il più grande sfigato di tutti i tempi. Avevo difficoltà a relazionarmi con le persone, con le materie, con tutto. Ero troppo immaturo".
Dopo la durissima esperienza al liceo, caratterizzata da brutte eruzioni cutanee che lo allontanavano ulteriormente dagli altri, Phil ha trovato il suo riscatto nel gioco del poker. "Questo libro parla di come ho effettuato la transizione dall'essere uno sfigato al liceo a campione del mondo di poker a 24 anni. Riguarda lo sviluppo di Poker Brat, come sono passato dai problemi con il mio ego al successo".
Hellmuth spiega che non si tratta di un libro di strategia. Quello è già stato scritto ("Play Poker Like a Pro", unico libro sul poker a entrare nelle classifiche del New York Times), in questo caso si tratta di un'autobiografia che si pone l'obiettivo di motivare il lettore. Perché il poker non è solo strategia: "Devo scrivere le ultime 20.000 parole e ho intenzione di parlare di come si mantiene il livello di gioco di un vero campione. Tutto il lavoro e lo sforzo che richiede essere uno dei più grandi giocatori di poker al mondo".

Ciò non significa che non ci sarà una sezione dedicata al modo concreto di migliorare il proprio gioco. Ma non si tratterà di strategia vera e propria, quanto di tattica. E in questo senso non poteva mancare la frecciatina ai giocatori dell'online: "Ho seguito come i giocatori dell'online hanno elegantemente portato la matematica del gioco a un livello così alto, ho fatto attenzione e ho osservato ciò che fanno per poter apportare un contrattacco. Se tutto il mondo pensa che una mossa sia giusta, come posso batterla? Se pensano X, come posso battere X? Alla fine è tutta una questione di contrattaccare..."