Qualche settimana fa, Brian Hastings aveva scritto un post molto controverso sul suo blog ufficiale, nel quale si paragonava addirittura a Hillary Clinton. Ieri, il professional poker player americano è tornato a raccontarsi, annunciando quello che a tutti gli effetti sembra un ritiro dal mondo del poker – o quantomeno a un passo indietro.
In questo Articolo:
L’exploit contro Isildur1 e le mani ‘acquistate’
Nel suo lungo post, Brian Hastings parte raccontando della sua ultima esperienza al WPT e di come la parte più bella del suo viaggio siano stati i giorni passati con la sua dolce metà, riflessione che induce l’americano a preannunciare un distacco dal poker.
Quindi, l’americano ricorda gli esordi: “A dicembre 2009 vinsi 4,2 milioni di dollari in una sessione di 4 ore contro Viktor Blom, ai tavoli da $500/1.000 di heads-up PLO – la vincita giornaliera più alta nella storia del poker online”.
Il giorno dopo, Hastings ricevette una serie di richieste di intervista. Durante quella con Gary Wise della ESPN, Brian commise l’errore di parlare di “conglomerated hand history databases”.
“Un amico con cui studiavo poker regolarmente”, ricorda l’americano, “acquistò un database di mani di Viktor Blom da un sito, una pratica che violava i termini di Full Tilt Poker, ma relativamente comune a quei tempi”.
Brian Hastings nella bufera!
Nonostante si rese conto di aver scelto dei termini sbagliati per spiegare uno dei motivi per i quali aveva distrutto ‘Isildur1’, e nonostante avesse cercato di ritrattare, l’intervista fece il giro del mondo e scatenò una serie di commenti non proprio gentili nei confronti di Brian Hastings.
“Full Tilt investigò, tolse al mio amico lo status di Red Pro per un mese e scoprì che non avevo fatto nulla di male. Eppure di tanto in tanto sentivo lo stesso la gente darmi del cheater”.
L’americano racconta quindi del Black Friday, della scelta di trasferirsi a Vancouver per giocare, della depressione causata dalla lontananza da casa e dagli amici e di una serie di scelte sbagliate che non fecero altro che acuire il suo già instabile status mentale.
Investimenti sbagliati ed errori di gioventù
“Tra il 2012 e il 2014, il mio patrimonio si è assottigliato del 70%”, rivela Brian Hastings. I motivi? “Una combinazione tra pessimi consigli (riguardo allo staking nel poker) e investimenti sfortunati (DraftDay), oltre al fatto che alcuni nuovi amici mi hanno fregato in alcune varianti in cui ero alle prime armi, tipo Super Stud 8/b e Open Face”.
Quindi l’incontro con un poker pro che gli paventa l’ipotesi di aprirgli un account su Pokerstars in Florida, senza lasciare tracce – ricordiamo che siamo già dopo il Black Friday. “Ero nuovamente depresso, mi mancava il poker online e non avevo opzioni, quindi dissi di sì”.
“Fu la cosa sbagliata da fare, ma la giustificai col fatto che mi sentivo tradito dall’industria del poker. La mia salute mentale giocò un ruolo fondamentale nella mia decisione. Quando mi cadde il mondo addosso, mi resi conto che questo mio ‘amico’ non lo era affatto”.
L’addio (?) al poker e i nuovi progetti
“Ricordo che 4-5 anni fa, mentre ero in terapia, parlavo di come dovevo abbandonare il poker per essere felice. Sfortunatamente non avevo abbastanza fiducia in me stesso, fino ad ora”, conclude Brian Hastings.
“Ho incontrato Sonya nell’agosto del 2013 e usciamo insieme da dicembre 2014: è la cosa migliore che mi sia mai capitata. Il mio viaggio è stato lungo e spesso doloroso, ma con il suo aiuto ho capito di essere una persona brillante e capace di cose più grandi di essere bravi in un gioco dove si vincono i soldi degli altri”.
Il post dell’americano si chiude con l’annuncio della sua nuova azienda (la UniTea, una startup che si occupa di tè) e con quello che sembra un addio al poker: “Amo questo gioco, ma odio le politiche alla sua base e tanti attori di questa industria”.
Curioso però che Brian Hastings prenda le distanze dal poker, mentre contemporaneamente chiude al primo posto il Day 2 del Seminole Hard Rock RRPO Championship. Che si tratti dell'ultimo tango prima dell'addio?