Sam Trickett e Dan Colman non hanno molto in comune, anzi, forse solo due fattori: sono entrambi professionisti da milioni di dollari vinti in carriera e hanno entrambi raggiunto l'heads-up del Big One Drop da un milione di dollari di buy-in. L'inglese ci riuscì nella prima edizione del 2012, arrendendosi al solo Antonio Esfandiari; il giovane pro americano si trovò al testa a testa finale contro Daniel Negreanu e conquistò agevolmente il titolo. Solo con i risultati ottenuti nel Big One Drop, Trickett e Colman hanno incassato più di 10 milioni di dollari a testa.
I due top player si sono incrociati spesso al tavolo degli high roller di tutto il mondo, ma lo scorso anno, a margine del torneo da $500.000 di buy-in organizzato dall'Aria Casino, si sono scontrati nel cash game high stakes, su un board da incubo per l'inglese e da sogno per lo statunitense.
Il tavolo è 8-handed e tutti sono seduti con almeno $200.000 davanti. Il gioco è aperto dal businessman Paul Newey a $2.500 con a j da utg. Chiamano Matt Kirk con q 9 , Dan Colman con 7 7 , Scott Seiver con 10 3 e Sam Trickett con 4 4 .
In mezzo ci sono già $14.100 e il dealer gira 8 7 4 . Il disastro è servito per il professionista britannico, che si ritrova con un set contro il set superiore di Colman. Ovviamente Trickett non può saperlo e decide di massimizzare il suo punto uscendo in puntata per $6.000. Foldano tutti tranne Colman, che sceglie di limitarsi al call, anche se le uniche mani che lo battono sono 8-8 e 5-6.
Il turn è un a che spinge Trickett ad alzare la posta fino a $22.000 sul pot di $26.100. Colman ci pensa per qualche secondo e alla fine decide nuovamente di chiamare, forse per non fermare il suo avversario da un potenziale bluff ma certamente anche per prendere valore da mani medie che l'inglese folderebbe di fronte a un raise ma con le quali probabilmente continuerebbe a puntare sul river.
L'ultima carta è però un clamoroso 7 : ora Sam Trickett ha un fullhouse e Dan Colman un poker! Un'ultima carta catastrofica per Sam, che sul pot da $70.100 sceglie di valuebettare puntando $35.000. La parola torna a Colman, che sceglie a sua volta una size contenuta rilanciando fino a $100.000.
Trickett si agita sulla sedia, probabilmente mentre pensa se sia il caso di rilanciare o chiamare. Il fold, ovviamente, non è un'opzione. Dopo qualche secondo il professionista britannico sceglie la mossa più conservativa, che si rivela anche la migliore: effettua il call.
Il piatto raggiunge quindi i $270.100 e finisce tutto dalla parte di Dan Colman, che gira quasi imbarazzato il suo poker di 7. Trickett sembra andare leggermente in tilt: osserva la sua mano sconcertato e mucka. Poi dichiara: "Avrei chiamato qualsiasi rilancio". Sarà vero o è solo un modo per far credere a Dan Colman di aver commesso un errore rilanciando a "soli" $100.000? La verità la conoscono solo loro...