Tra l'opinione pubblica statunitense, e non solo, sta maturando la convinzione che quella subita da Phil Ivey al Borgata Casinò di Atlantic City sia una delle più grosse ingiustizie della storia del gambling mondiale, a favore della sala da gioco del New Jersey e di tutta l'industria.
Come noto, grazie alla speciale tecnica dell'edge sorting, Ivey e la sua complice, Cheng Yin Sun, era riusciti a sfruttare un difetto del mazzo di carte fornito dal casinò per riuscire a garantirsi un edge sul banco e vincere oltre 9 milioni di dollari ai tavoli di baccarat.
A dicembre, un giudice del New Jersey ha emesso la discutibile sentenza a favore della sala da gico. Come si è potuti arrivare a tale conclusione? L'edge sorting non è illegale e il giocatore non è stato condannato per alcuna condotta illegittima o fraudolenta.
Incuriositi da questa netta presa di posizione dell'opinione pubblica e dei media americani, abbiamo voluto cercare conferme: cosa prevede la legge in materia nello Stato del New Jersey?
Il Casino Control Act non poteva essere applicato nei confronti di Ivey. Il Borgata si è rifiutato di pagare 9,6 milioni di dollari al poker player accusandolo di aver ingannato la casa da gioco, ma il buon Phil non è stato neanche indagato o rinviato a giudizio (in sede penale) perché non ha commesso alcun reato.
Il Casino Control Act "vieta che chiunque utilizzi scientemente le carte che in qualche modo sono state segnate o manomesse, o gestite in maniera tale da ingannare il pubblico" o adatte a modificare il regolare flusso del gioco oppure alterare il risultato della partita stessa.
La ratio legis è quella di impedire ai giocatori di marcare le carte o ingannare il casinò con la complicità di un dpendente.
Né Ivey né la sua partner sono stati accusati di tutto ciò. Ed allora perché, pur non colpevoli, sono stati costretti a non ricevere le vincite legittimamente maturate?
Diversi esperti negli States, interprellati dal giornalista Klye Sammin, concordano sul fatto che l'edge sorting (così come contare le carte al blackjack) non sia una condotta fraudolenta ma consentita dalla legge.
Sammin sostiene: "la tecnica dell'edge sorting usata da Ivey non ha violato alcuna legge, non c'è stato nessun imbroglio e nessuna regola del baccarat è stata infranta. La partita si è svolta nei termini concordati per iscritto da Ivey e dal casinò".
I casinò di Atlantic City si sono contesi due giocatori high rollers noti e famosi come Phil e Cheng Yin Sun. Il giocatore ha fatto delle richieste al Borgata che pur di ospitare la partita ha accettato questi punti:
- Un’area privata o un “pit” dove poter giocare;
- un dealer in grado di parlare il cinese mandarino;
- un ospite (Cheung Yin Sun) che si potesse sedere con lui al tavolo mentre giocava;
- un lotto di 8 mazzi Germaco Borgata Purple da utilizzare per l’intera sessione di gioco;
- un distributore di carte automatico da utilizzare dopo il cambio mazzo.
Per il giudice Hillman la richiesta di Ivey non è stata casuale: sapeva del difetto dei mazzi di carte (i manager del casinò naturalmente lo ignoravano) ma l'aspetto decisivo è stata la presenza di Cheung Yin Sun, la super esperta capace di sfruttare tale difetto grazie alla sua vista fuori dal comune.
Ma tutto questo può avere una valenza relativa nei confronti dell'applicazione della legge? Le conclusioni del giudice lasciano perplessi: "Phil Ivey non ha truffato il Borgata, ma ha comunque infranto le regole del casinò". O le regole che facevano comodo al casinò?
L'autorevole "The Federalist" muove accuse pesanti nei confronti del "sistema" e parla di garanzie effettive applicate nei confronti dei casinò del New Jersey che "sono autorizzati ad operare quasi come se nello stato vi fosse una sovranità separata". Il tabloid online muove accuse mirate e cita esempi scomodi, come le leggi sul fumo e la regolamentazione degli alcolici che non trovano applicazione all'interno dei casinò: di fatto sono strutture che godono di immunità particolari, rispetto a tutti gli altri locali dello stato.

Un sistema che alla fine tutela solo le società di gambling ma va contro i giocatori compresi. Leggi che hanno solo il fine di proteggere gli interessi economici delle sale da gioco.
Un esempio? I casinò ad Atlantic City non sono visti come a Las Vegas (ovvero "proprietà private" che possono negare l'accesso a persone non gradite), bensì in New Jersey sono considerati dalla legge come esercizi pubblici, pertanto, in teoria un casinò non potrebbe allontanare gamblers vincenti o counter ai tavoli di blackjack. Una sentenza della Suprema Corte dello Stato lo stabilisce.
Ma non è così. La sentenza viene facilmente aggirata. Il divieto di discriminazione non viene applicato nel caso in cui "una persona ha precedenti penali o minaccia la sicurezza dei locali o dei clienti o interrompe le operazioni". In questo caso, secondo "The Federalist", i casinò applicano la norma in senso lato e chi vince troppo ai tavoli viene accusato di aver "interrotto le operazioni all'interno dei casinò".