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Baazov: “vi spiego perché ho comprato PokerStars”

[imagebanner gruppo=pokerstars]Il 2014 ci ha regalato un'operazione che potrebbe rivoluzionare il mondo dell'e-gaming e non solo del poker. Di sicuro, è stato l'affare dell'anno, se non del decennio. David Baazov è stato un abile stratega: è riuscito a rilevare PokerStars, senza prelevare un dollaro dalle sue tasche e dalle casse di Amaya, facendo finanziare l’intera operazione a Wall Street ad un prezzo straordinario (per Isai e Mark Scheinberg) di 4,9 miliardi di dollari.

L’ambizioso CEO di Amaya è il vero vincitore dell’operazione del decennio, conclusa oltretutto qualche giorno prima del suo 34esimo compleanno. Il futuro però gli riserva molte sfide alla guida di Rational Group: innanzitutto il lento declino del poker online a livello globale.

Le difficoltà maggiori derivano dagli States dove Stars e Full Tilt devono ancora ottenere le licenze di gioco in New Jersey (mercato che cresce in maniera troppo lenta). Rational si è già ritirato da alcuni mercati grigi come Turchia e Malesia, mentre Germania e Russia rappresentano delle vere e proprie incognite sotto il profilo legale.

Le insidie sono anche in casa: in Canada le leggi vietano la raccolta di gioco ai siti offshore, ma Baazov sta lavorando con diverse province per regolamentare il poker online.

L’industria mondiale dell’e-gaming raggiungerà i 38,7 miliardi di dollari secondo H2 Gambling Capital ed il poker coprirà il 10% del totale.

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David Baazov

Anche per questo motivo Rational sta spingendo su altri giochi: casinò (in Spagna ha già conquistato una quota di mercato a due cifre dopo poche settimane dal lancio), betting (nel 2015) e social games.

In base ai documenti presentati da Baazov agli azionisti, nel futuro di PokerStars e Full Tilt ci saranno i Fantasy Sports che stanno registrando un enorme successo negli Stati Uniti.

Le prossime mosse del CEO canadese saranno quelle di mettere in vendita Cadillac Jack (slot machines) mentre il Network di Ongame, di fatto è già stato ceduto. E così le azioni di Amaya continuano a volare: +17% nell’ultimo mese.

“Il mio obiettivo – dichiara Baazov – è che le nostre entrate dal gioco saranno inferiori al 50% rispetto al fatturato della società. Siamo un’azienda con focus consumer-tech”.

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“Non abbiamo comprato – afferma il CEO di Amaya – Rational Group perché è una società di gioco d’azzardo, l’abbiamo voluta perché ha 89 milioni di consumatori. Per me non sono gamblers ma consumatori e sono stati una buona scommessa finora”.

Molto chiaro. Nel dicembre del 2013, Baazov, dopo un’estenuante tira e molla con la famiglia Scheinberg presenta le garanzie necessarie per sedersi al tavolo delle trattative  (pari a 3 milioni di dollari solo per avere l' esclusiva) e può prendere visione dei numeri del gruppo dell’Isola di Man, scoprendo che PokerStars aveva sviluppato una morsa virale sul mercato del poker con 89 milioni di utenti registrati, dei quali 5 milioni attivi, ogni mese. Gli utili annuali superavano di gran lunga i 400 milioni di dollari e il fatturato era di 1,1 miliardi.

L’unico neo è che il 60% delle entrate è  generato da “vecchi” utenti, iscritti dal 2001 al 2010.

Baazov si è reso conto del potenziale: “era una società già straordinariamente ben gestita. Dall’esterno c’eravamo fatti un sacco di idee sbagliate”.

All’inizio del 2014, Amaya e Rational hanno firmato una lettera d’intenti che obbligava il gruppo canadese a pagare il gioiello di Isai Schienberg ben 4,9 miliardi di dollari. Anche se Baazov aveva fiutato l’affare, non aveva i soldi necessari. Nel prossimo articolo, scoprirete come ha fatto il manager canadese a finanziare l'operazione.

Fine prima parte - continua

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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