Mancano ormai poco più di tre settimane al primo anniversario del black friday, autentica spy story che ha sconvolto il mondo del poker online. Già nell'aprile scorso avevamo parlato del ruolo chiave di Daniel Tzvektoff, un nome che in questi giorni torna d'estrema attualità.
Come molti di voi ricorderanno, questo 29enne originario di Brisbane (Australia) era stato arrestato nel 2010 per violazione dell'UIGEA, ed era riuscito ad evitare una durissima condanna (che poteva arrivare a 75 anni, ndr) decidendo di collaborare con il Dipartimento Di Giustizia americano (DOJ).
Curiosa la sequenza dei fatti: il 16 aprile del 2010 Daniel Tzvektoff viene arrestato a Las Vegas dal DOJ con le accuse di frode bancaria, frode informatica, riciclaggio di denaro e associazione a delinquere per aver "ripulito" oltre 543 milioni di dollari tramite la sua ex società, la Intabill.
Nell'agosto dello stesso anno i legali dell'australiano trovano un accordo per evitare la galera al loro assistito, con l'impegno per Tveztkoff di collaborare allo sviluppo di un'inchiesta sul poker online che era appena nata...
Il 15 aprile 2011 scoppia la bufera giudiziaria passata alla storia come black friday, messa in piedi in buona parte grazie alle rivelazioni di Tzvetkoff, che ha coinvolto direttamente due intermediari finanziari - Chad Elie e John Campos - i quali avrebbero operato per conto di PokerStars e Full Tilt allo scopo di aiutarle a rendere "invisibili" transazioni di denaro per svariati milioni di dollari.
Ai primi di aprile del 2012 si terrà il processo contro Elie e Campos, che vedrà Tzvetkoff riapparire per la prima volta in pubblico in qualità di superteste dell'accusa.
In questa sequenza che sembra quasi scritta a tavolino da un abile romanziere, ecco anche il colpo di scena: i legali di Elie e Campos lamentano di aver ricevuto solamente ieri un faldone contenente circa 90mila documenti, tra i quali svariate mail intercorse tra lo stesso ex uomo d'affari australiano e i due intermediari imputati.
I legali di Elie e Campos, gli avvocati Barry Berke e Dani James, sono rimasti totalmente spiazzati da questo nuovo elemento, poichè fino a poco tempo fa sembrava che Daniel avesse - poco prima dell'arresto - provveduto a cancellare tutte le mail dal server della Intabill. Così non è stato, evidentemente, e gli avvocati avranno ora ben poco tempo a disposizione per visionare il nuovo e corposo materiale e studiare le eventuali contromisure.
D'altra parte, è opinione diffusa - ancorchè assolutamente mai confermata - che fossero state proprio PokerStars e Full Tilt a dare la soffiata che permise al DOJ di arrestare Daniel Tzvetkoff, e questa delle email improvvisamente ricomparse potrebbe essere la più classica delle vendette: servita ben fredda, dopo quasi due anni!