Maxi inchiesta da parte della Procura di Roma che ha accusato 43 persone di associazione per delinquere finalizzata alla gestione del gioco del poker online non autorizzato. Dalle prime frammentarie indiscrezioni, la pubblica accusa ha puntato il dito non solo contro la raccolta di gioco clandestino: l'organizzazione faceva giocare molti players su una room non autorizzata concedendo "fidi allo scopo di attirare soprattutto coloro che erano sprovvisti di disponibilità finanziarie immediate, ciò a danno dello Stato e dei Concessionari autorizzati".
Secondo i magistrati - in base ad una ricostruzione di Agimeg - alcuni degli indagati operavano “senza essere iscritti nell’elenco degli intermediari finanziari e senza autorizzazione”, svolgendo di fatto abusiva attività finanziaria attraverso la concessione di crediti anche a giocatori di poker professionisti, a Roma e in tutta Italia.
I fatti contestati riguardano il 2012 e le indagini sono in fase di conclusione: per questo motivo nei prossimi giorni riceveranno un avviso di garanzia più di 40 persone ed avranno 20 giorni di tempo per chiarire la loro posizione con gli inquirenti.
Si tratta senza dubbio di un'inchiesta unica nel suo genere nel poker online italiano. Per la prima volta non solo viene contestata la raccolta illegale di gioco ma anche la concessione di fidi, ovvero i poker players giocavano a credito su una poker room clandestina. E questo modus operandi è senza dubbio tipico di alcune rooms non autorizzate (in genere con licenze non europee) che da decenni operano sul territorio italiano attraverso una fitta rete di agenti.
Con queste motivazioni, le contestazioni dei pubblici ministeri mettono in seria discussione anche un'altra pratica molto diffusa tra i giocatori: lo staking.

Il punto sembra chiaro quando i Procuratori della Repubblica hanno ravvisato che alcuni degli indagati operavano “senza essere iscritti nell’elenco degli intermediari finanziari e senza autorizzazione”, svolgendo di fatto abusiva attività finanziaria attraverso la concessione di crediti anche a giocatori di poker professionisti.
Inoltre c'è da dire che i crediti derivanti da attività di staking o concessione di fidi finalizzati al gioco, non hanno alcuna tutela da parte dell'ordinamento giuridico italiano che riconosce i crediti derivanti dal gambling come una semplice obbligazione naturale (non vi è alcun obbligo ad onorare il debito da parte di chi ha ricevuto la somma in prestito e tale credito ha una protezione minima).